A Devil of an angel

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Cheryl era seduta su un tetto che dava una bellissima vista del London eye ancora intatto, le luci tutte intorno si riflettevano sullo specchio dell’acqua del fiume che scorreva placido sotto di loro e faceva sembrare tutto un grande cielo stellato sulla quale fluttuavano tutte le attrazioni del luna park e lo stesso London eye, la ragazza osservava, una cuffietta era infilata nel suo orecchio mentre l’altra era lasciata penzoloni sul suo petto, i capelli erano sciolti incoronati di margherite selvatiche, gli occhi di lei erano fissi su quelle strane stelle tremolanti come la sua anima. Al suo fianco sedeva Lucifero in silenzio

Should old acquaintance be forgot

And never brought to mind

Should all acquaintance be forgot

And auld lang syne

For auld lang syne, my dear

For auld lang syne

We'll take a cup o' kindness yet

For auld lang syne

“quando ero piccola..”

cominciò’ a dire lei guardando il cielo e stringendosi nelle spalle, sembro’ farsi piccola piccola mentre stringeva a se’ tutti i pezzi, per un attimo Lucifero ebbe il timore di vederla sgretolarsi come una bambola di porcellana davanti ai suoi occhi

“credevo che le stelle fossero delle crepe sul pavimento del paradiso..”

“che cosa stupida”

commento’ lui senza pensarci, poi torno’ ad osservarla ma vide che la sua espressione non era cambiata, osservava ora il cielo con un accenno di sorriso sulle labbra, emise un piccolo sbuffo dopo un po’ di silenzio ed annui’ guardando altrove, si morse il labbro fino a farsi male

“gia’, e’ proprio una cosa stupida”

la ragazza si alzo’ in piedi in bilico sulle tegole del tetto, Lucifero fece lo stesso mettendosi al suo fianco ad osservarla, quella sera l’aveva spronata a giocare a una decina di attrazioni minacciando di distruggere Londra se non avesse totalizzato un minimo di punti e lei aveva battuto ogni record perfino con la mira truccata delle pistole a pallini. aveva fatto tutto di fretta, correndo da una parte all’altra del luna park, con un'espressione concentrata al massimo sul volto come se fosse stata un atleta alle olimpiadi che stava gareggiando per l’oro. Si era da poco accorta del vestito ed aveva sorriso, lo aveva ringraziato e lui aveva giustificato il tutto con un “preferisco vederti vestita cosi’” e la cosa cadde li’, ma quella ragazza sembrava una sorpresa ad ogni frase che diceva, ogni parola sembrava toccarlo dentro, in un posto che non credeva di avere mai avuto, né’ lui ne’ i suoi fratelli,gia’, non aveva mai pensato di avere un cuore. Poi vide Gabriele morire per lei, per i suoi amici e per l’umanita’ e come al solito si fece delle domande, le stesse che lo avevano spinto a ribellarsi, a cadere, un atto di pura rabbia, invidia nei confronti del genere umano, invece eccolo li’, in un numero infinito di secoli dopo  a scoprire di avere tutte quelle cose che prima di cadere credeva di poter solo invidiare, osservare da lontano. Ora anche lui era sotto alle stelle, accanto ad una ragazzina dal cuore in pezzi, e la sua determinazione a salvare il mondo e la osservava meravigliato, di vedere quella creaturina combattere col peso del mondo sulle spalle aggrappata solamente ad una piuma dorata che si muoveva con il vento, l’unica cosa rimasta dell’uomo che amava, di suo fratello, il suo amato fratello. Deglutii poi vedendola avanzare verso il bordo del tetto, ebbe un sussulto quando la vide aprire le braccia al cielo, chiuse gli occhi respirando a fondo l’aria della sera

“eppure...deve esserci un senso in tutto questo”

apri’ di nuovo gli occhi sedendosi senza timore con le gambe a penzoloni e gli occhi fissi tra le stelle

Stars are cracks on heaven's floorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora