Desire

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Tia era fermo su quel muretto da ore. Seduto in quella scomoda posizione e sotto la pioggia da troppo tempo anche solo per rendersi conto da quanto era rimasto lì. Il mal tempo e forse il primo freddo avevano allontanano qualsiasi potenziale cliente. Eppure lui non demordeva.

La noia e la fame lo tenevano incollato in quel punto. Perché sia l'uno che nell'altro caso era costretto a fare quel infausto lavoro.

Noia, perché non avrebbe fatto altro quella sera, non aveva davvero nulla di meglio da fare. Né amici, né parenti da andare a trovare, né tanto meno locali da frequentare.

La fame era quello che davvero lo motivava a fare quel lavoro. La speranza di trovare anche un solo misero cliente che gli permettesse di sopravvivere per un altro lunghissimo giorno era sufficiente per farlo restar fermo sotto la pioggia incessante e al freddo.

Teneva le braccia incrociate sul petto, le mani dentro le maniche della giacca. La testa bassa e le gambe raccolte in grembo. Probabilmente qualsiasi macchina passasse lo avrebbe scambiato per un sacco o un grosso animale appollaiato sul muretto. O più probabilmente non lo avrebbero nemmeno notato. Era meglio tornarsene in quella che era difficilmente definibile come casa, prima di ammalarsi davvero. Perché lui i soldi delle medicine non le aveva. Soldi per un'assicurazione sanitaria nemmeno. La malattia era un lusso che non poteva concedersi.

Era sull'orlo delle lacrime e convinto ad andarsene quando vide una macchina, una modernissima e bellissima Mercedes, che poco prima lo aveva superato, fare bruscamente retromarcia, verso di lui. Come attratta da qualcosa, come se la macchina stessa, per volontà sua o per una forza esterna fosse stata magicamente trascinata verso di lui.

E l'elegante Mercedes nera si fermò proprio davanti a lui. Proprio davanti al punto dov'era seduto. I finestrini alzati erano oscurati, non vedeva chi guidava l'auto.

Troppo elegante e troppo costosa per i soliti clienti. Era sicuramente di una persona ricca, forse era un vecchio, forse una persona che chiedeva informazioni. Ma una macchina del genere era sicuramente dotata di sofisticati impianti gps e satellitari, in grado di trovare anche il vicolo più nascosto della città, non gli serviva il suo aiuto.

Era un cliente. Questo era sicuro. Ma chi? Era una macchina davvero troppo elegante, di quelle sapientemente scelte dopo un'accurata selezione, dopo ore passate in concessionaria, seduti alla scrivania col venditore a discutere di tutti gli optional di quello o di quel altro modello, incurante dei prezzi. Era sicuramente l'auto di una persona facoltosa. Un ricco da spennare, quei clienti che tutti i tipi come lui bramavano come i pulcini attendono il cibo direttamente dal becco della loro madre. Era un pollo da spennare, ma sicuramente era un pollo anziano. Un vecchio annoiato, in cerca di qualcosa di diverso con cui dilettarsi quella notte. Sicuramente si sarebbe nuovamente sporcato con qualcosa di disgustoso. Sarebbe tornato a casa con i conati di vomito, nauseato e usato. Poco importava, la sopravvivenza era la sua priorità.

Scese da quel muretto e si avvicinò all'auto.

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