Desire

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Mark attendeva la risposta. Sapeva che la cifra era allettante. Aveva pensato e ripensato ad una cifra e solo quando aveva visto il ragazzo in volto s'era deciso. Il bellissimo viso e forse anche il suo corpo aggraziato valevano quella cifra.

Sapeva che concedergli tempo avrebbe reso tutto più difficile. Gli avrebbe dato modo di pensare, rimuginare e valutare pro e contro della faccenda. Eppure si sentiva il dovere di concedergli quella possibilità. Quante persone erano passate per quella strada e quanti lo avevano accolto dentro le loro auto? Quanti avevano abbracciato quel corpo approfittando della sua situazione di inferiorità?

Forse troppi per poterli contare in una notte e lui, in uno raptus di follia chiedeva di più a quel ragazzo, uno sforzo che forse lo avrebbe segnato ancora di più nell'animo. Voleva lasciare uno spiraglio libero per la fuga.

- E cosa consiste il "farai tutto quello che dico io"? Cosa vuoi che faccia? Bondage? Sadomaso? A vederti non sembri un tipo così.-

- L'apparenza inganna. A vedermi sembro forse il tipo che si ferma con... quelli come te? Comunque non saprai nulla se prima non accetti. Accetta la mia offerta e conoscerai ogni cosa.- Disse con cadenza perentoria, senza lasciare traccia a discussioni. Tia rimase qualche secondo in silenzio. La pioggia gli impediva di tenere gli occhi bene aperti e cominciava a sentirsi zuppo fin dentro le ossa. Era stanco di star seduto all'agghiaccio e riflettendoci quei soldi gli avrebbero fatto comodo, almeno per un po' sarebbe rimasto tranquillo. Gli avrebbero garantito una vita più dignitosa o almeno un tetto caldo sulla testa tutte le sere e tre pasti al giorno. Ma cosa chiedeva per una cifra così esagerata? Più guardava quell'uomo, seduto nel suo elegante abito, più sembrava indecifrabile. Non si arrischiava a guardarlo per troppo tempo negli occhi. Spesso si umettava le labbra, come se fosse sicuro della sua risposta positiva e si pregustasse chissà quale momento con lui, come se avesse un piano in mente. Per quanto bello ed affascinante, quel misterioso ragazzo gli metteva i brividi.

- Mi farà male?- Chiese semplicemente. Per quanto potesse scendere in basso, annullare fino allo sfinimento la sua dignità non era così sicuro di potersi permettere di sopportare anche del dolore fisico. Non era né psicologicamente né fisicamente preparato a quel passo.

- Saprai solo una volta che accetterai.- Mark continuava su quella linea.Sapeva che i ragazzi come quel Tia facevano quel mestiere perché disperati. Perché di meglio non avevano, perché la vita gli aveva riservato loro solo amarezze. Una tale cifra faceva gola, quindi poteva riservarsi tutto quel mistero, poteva giocare la carta del ricatto.

Era un tiramolla tra i due. Solo che era chiaro chi dei due tirasse più forte, chi dei due avesse già più corda dalla sua parte. Sbuffando Tia abbassò il capo, riflettendo un'ultima volta. Pensando a cosa avrebbe fatto con quella cifra.

- E come me li darai cinquanta mila dollari? Non voglio finire nei casini per poi scoprire che non avrò un soldo!- Chiese Tia. Ricordava fin troppo bene quando i primi tempi i clienti più furbi, gli assidui frequentatori, lo avevano adocchiato servendosi di lui e lasciandolo senza un soldo.

- Se vuoi posso darteli in contanti o se preferisci posso versarteli su un conto, anche se dubito tu ne abbia uno.- Il biondo tornò ad osservarlo con quello sguardo truce, dall'alto in basso, come se comandasse lui la situazione ed infondo, come biasimarlo.Se non otteneva da Tia quello che voleva avrebbe sicuramente trovato qualcun altro. Un'altra persona che, disperata tanto quanto lui, sarebbe scesa a patti con chiunque, pur di racimolare una cifra simile in una volta sola. Perché lasciarsi sfuggire quella gallina dalle uova d'oro? Solo per paura? Si, la paura era un fattore fondamentale, ma anche stare seduti su un muretto ad aspettare che la sorte si giri verso la propria direzione, sperando in qualcosa di buono e pregando di arrivare a vedere sorgere il sole, erano grandissime paure, tanto da far apparire quella situazione una barzelletta.

- Va bene accetto!- Rispose infine, sollevando lo sguardo verso l'uomo.

- Perfetto, allora sali.- Gli rispose.Tia non se lo fece ripetere, stufo di rimanere sotto la pioggia, si infilò dentro l'auto, al caldo. Si sentì subito avvolto dal torpore e dal calore dell'abitacolo, avvolto dal silenzio più totale, mentre ripartivano per andare chissà dove.

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