Desire

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Dopo interminabili minuti passati sotto la pioggia, finalmente il finestrino si abbassò, lasciando a Tia il permesso di sbirciare al suo interno. Caldo. La prima cosa che avvertì fu un calore e un aroma che non riuscì ad identificare. Il calore dell'abitacolo riscaldato, quel calore che tutti cercano in quelle notti fredde e che lui non aveva mai avuto il piacere di sentire ed un profumo penetrante, intenso. Un dopobarba di quelli costosi, di marca. Di quelli venduti in profumerie alla moda, venduti in eleganti boccette, piccole, perché più piccola è la confezione, più è costoso il prodotto, questo lo aveva capito da un bel po'.

Si soffermò solo per un istante sui sedili in pelle neri, il cruscotto con i fantomatici impianti tecnologici, tutto così pulito ed elegante, dalle forme essenziali e lineari, sembrava davvero l'auto di un qualche importante esponente del governo. Alla fine si concesse il lusso di guardare la figura alla guida, tentando di rimanere calmo, di tenere il cuore al centro del petto, ad un ritmo regolare. Si ripeteva stai calmo, stai calmo Tia, è solo un altro cliente. Non importava alla fin fine quanto vecchio e brutto fosse. Non sarebbe mai stato il compagno della sua vita.

Trasalì vedendo chi guidava quell'elegante auto. Credeva che il freddo e la pioggia stessero creando strane allucinazioni, forse era ad un passo dalla morte? Ma la figura che aveva davanti era forse il cliente più bello ed elegante che avesse mai avuto il piacere di fermarsi al suo marciapiede.

Era il volto di un ragazzo giovane, forse solo di qualche anno più grande di lui. La mascella pronunciata, forte, labbra carnose piegate in una posa rigida e austera. Gli occhi erano pozzi profondi, sembravano segnati da preoccupazioni e da responsabilità che non erano degne della sua età. I capelli erano di un biondo platino, tinti e tenuti su un lato, elegantemente pettinati col gel. Nonostante la sua inesperienza, Tia aveva sostato ore ed ore davanti alle vetrine delle boutique, davanti ai negozi più alla moda della città. Osservando i capi più eleganti, i nuovi arrivi, quelli da passerella fino a quelli più costosi, che ben pochi potevano permettersi, desideroso, un giorno, di poter comprare anche una sola di quelle belle cose.

E Tia sapeva che quello che indossava quel uomo erano belle cose. Dall'elegante giacca blu alla camicia appena sbottonata sul petto. Fino al giaccone e alla cravatta lasciati sul sedile posteriore.

Si scrutarono per pochi secondi. Tia sapeva che molto probabilmente quel uomo lo stava osservando da capo a piedi, ridendo della sua povertà e della miseria dei suoi stracci, però sapeva che nessuno era così indifferente al suo aspetto. Sapeva d'avere un bel incarnato latteo, d'avere degli occhi felini e dei tratti femminili e sapeva d'avere delle attraenti labbra a cuore. Per quanto il suo corpo fosse bardato in quegli indumenti così scialbi, era consapevole che sotto aveva un bel corpo, per quanto magro e denutrito fosse.

Lasciò all'uomo seduto il tempo di valutarlo, forse stava pensando ad una cifra, forse stava pensando se i suoi soldi valevano davvero quel gioco di sguardi.

Tia decise di non dargli troppo tempo per pensare. Più tempo per pensare... più rimorsi nascevano ed automaticamente la sua speranza per la serata svaniva.

- Ci siamo persi?- Chiese con voce delicata, cercando di ignorare il fastidio della gola, il freddo e l'inutilizzo della sua voce per tanto tempo. Doveva sembrare il più sensuale possibile.

- Io non mi perdo mai.- Gli rispose il biondo. La sua voce era profonda, sicura.

- E cosa ci fa un ragazzo come te qui?- Chiese Tia, appoggiando i gomito al finestrino dell'auto.

- Come se tu non lo sapessi.- Gli rispose il biondo ridendo ed osservando la strada, come in ansia. Sperava che nessuno lo notasse, che non arrivasse nessun altro.

- Stai tranquillo, con un tempo simile non arriverà nessuno. È strano che in giro ci sia tu.- Gli rispose Tia.

Il comportamento agitato e ansioso dell'uomo gli fece intuire che quella doveva essere la prima volta che si addentrava in quel mondo. Gli venne quasi da ridere.

- Allora tu cosa ci fai in giro?- Gli chiese.

- Aspetto uomini sconsiderati, in giacche eleganti e macchine costose proprio come te.- Gli rispose ammiccante.

- Non lo sai che quelli come me si possono rivelare i più pericolosi?- Gli chiese l'uomo.

- Oh, lo so, credimi. Ma siete anche quelli più... generosi...- Disse il ragazzo, mordendosi le labbra.Forse aveva osato troppo, forse chiedeva troppo ad un ragazzo che non aveva mai visto, così sospettoso. Però, se doveva rischiare, tanto valeva farlo in grande stile.

- Sai quello che vuoi insomma.- Disse l'uomo ridendo all'allusione.

- Non so quello che voglio. Quelli come me non vogliono niente e non hanno niente. Ho solo me stesso. Se sei venuto qui solo per parlare...- Tia cominciava ad averne abbastanza di quella conversazione. Se era venuto solo per tenerlo incollato alla sua macchina per parlare tanto valeva gli offrisse almeno un piatto di minestra o comunque qualcosa di caldo.

- Ti offro cinquanta mila dollari... per una serata... con me. Ma farai quello che vorrò io.- Disse il biondo interrompendolo.Tia rimase di stucco, pensando d'aver capito male, che qualcosa in lui quella sera non andava, che forse aveva la febbre alta e scambiava vecchi panciuti per bei ragazzi e aggiungeva parecchi zeri alle solite cifre che gli proponevano. Forse si stava ammalando seriamente.

- Scusa, posso sapere come ti chiami?- Chiese con voce strozzata.

- Chiamami Mark.- Rispose onestamente. Anche se avesse voluto rintracciarlo, arrivare a lui sarebbe stato impossibile.

- Bene. Mark, seriamente ho capito male io o hai davvero intenzione di pagare cinquanta mila dollari solo per una notte?- Chiese con voce strozzata.

- Il tuo apparato uditivo funziona perfettamente. Dimentichi un particolare però.-

- Quale?-

- Dovrai fare quello che ti dico io?- Lo disse con tono secco, perentorio. Molto autoritario.Non guardava nemmeno Tia, per paura di tradire qualsiasi emozione. Sembrava gli tesse ordinando di accettare la sua offerta e basta. Cosa gli avrebbe chiesto? Cosa nascondeva quell'ingente somma di denaro. Se una persona era disposta a sborsare una cifra simile solo per una notte, deveva essere spinta da qualcosa di perverso e... Tia non riusciva a trovare l'aggettivo adatto. Sentiva qualcosa di strano nascere dentro di lui. Come un angoscia, un'ansia eppure era curioso di sapere cosa gli avrebbe chiesto quell'uomo. Qual era la sua insana richiesta.

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