Il giorno seguente, Min Yoongi si svegliò un minuto prima del suonare della sveglia, come se il suo corpo volesse evitare di autoinfliggersi un brusco risveglio e preferisse fare da sé. La pace non durò comunque troppo a lungo, dato che esattamente sessanta secondi più tardi dovette mettere piede fuori dal letto per andare a spegnere l'oggettino infernale protagonista dei suoi incubi, che aveva posizionato sulla scrivania dall'altro lato della stanza. Era solo una scusa per costringere se stesso ad alzarsi e non cedere alla tentazione di tornare a dormire.
Dopo aver recuperato un cambio per la giornata composto da jeans e felpa pesante, uscì dalla propria camera e si chiuse in bagno per iniziare la sua solita rapida e assonnata routine.
Una volta portata a termine, andò in cucina con i capelli ancora bagnati che sembravano avergli rapito gli occhi e, dopo avervi opportunamente piazzato una tazzina sotto, accese la macchina del caffè. Poi entrò in salotto, si posizionò dietro il divano e afferrò un lembo del lenzuolo che aveva messo sopra per comodità; fece il giro, avvolse qualunque essere vi stesse ancora dormendo dentro e tiró verso di sé fino a quando un tonfo non gli deliziò le orecchie.
Un lamento.
"Oi, muovi il culo e vai via." Yoongi incrociò le braccia al petto, per niente dispiaciuto del risveglio poco dolce che aveva appena riservato al suo ospite indesiderato. "Dovevi essere fuori di qui prima che io mi svegliassi, ed invece...ti muovi o no?"
L'ammasso di coperte raggruppate sul tappetto si mosse.
Spazientito, Yoongi afferró entrambi i lembi del lenzuolo con ben poca gentilezza ed iniziò a trascinarne il contenuto. Non aveva voglia di litigare di prima mattina, così non spese neanche una parola di più per tentare di spiegare che cosa stesse facendo, anche quando Taehyung aveva preso ad agitarsi nella sua gabbia di flanella, borbottando una serie di "dove sono? perché è tutto buio? cosa sta succedendo?".
Alla fine, però, in un modo o nell'altro, il povero prigioniero era riuscito a rotolare verso la libertà. "Ti prego", si era subito inginocchiato dinanzi il corvino, rivolgendogli uno sguardo implorante e un paio di mani uniti in segno di preghiera. "Fammi restare fino all'ora di pranzo, poi me ne vado."
"Assolutamente no."
"Ma sono solo un paio d'ore!"
"Adesso devo uscire, non posso stare qua a perdere tempo con te. Ho delle cose da fare."
"Non devi restare a farmi compagnia, resto da solo."
"Ma chi ti vuole fare- te ne vuoi andare o no?"
"Posso rispondere di no?"
Non volendo continuare quell'inutile conversazione, il proprietario dell'appartamento afferrò la maglia dell'altro con una mano e con l'altra aprì la porta per spingerlo fuori.
"Ma ho ancora addosso i tuoi vestiti!"
"Lavali e riportameli indietro."
"...ma se li lavassi qui?"
"Senti." Yoongi si fermó dallo spintonarlo e lo guardò negli occhi, cercando di scandire bene ogni singola parola. "Sono le sette del mattino. C'è gente che dorme. Io stesso vorrei dormire, ma non posso farlo perché tra meno di due ore e mezza ho un esame dal cui esito dipende tutta la mia intera esistenza. E l'idea di farmi almeno un'ora tra fermate della metro e camminate varie mi sta già facendo partire la voglia di vivere." fece una pausa e prese un respiro profondo, assicurandosi che l'altro fosse abbastanza sveglio da ascoltarlo attentamente. "Ora...io non so quali bizzarre idee fluttuino in quella tua testolina, non capisco né perché diamine tu ti sia imbucato in casa mia a notte fonda, né quali maltrattamenti hai ricevuto da piccolo per ridurti in questo stato-"
"Ehi, mi ritengo offeso!"
"Lasciami finire." dopo averlo ripreso, il corvino continuò: "Quello che voglio dire è che io non ho tempo per starti dietro, soprattutto questa mattina. Non posso neanche prenderti a pugni perché devo preservare le mani per suonare, ma posso prenderti a calci in culo se non ti decidi a collaborare una volta per tutte. Quindi rispondimi sinceramente, pensi di voler uscire da quest'appartamento con le tue gambe o preferisci che ti spingano a farlo le mie?"
"Per quando la seconda opzione mi sembri allettante, credo che sceglierò la prima." rispose il più piccolo d'età che, nonostante la notte precedente avesse perso dieci anni di vita a causa delle tecniche fin troppo convincenti adottate dall'altro per scacciarlo, ora non sembrava affatto intimorito. Forse aveva capito che Yoongi era il tipo di persona da minacciare e minacciare, ma poi rivelarsi docile come un agnellino. O forse era talmente assonnato da non comprendere il potenziale pericolo che aveva davanti.
Non vedendolo, però, muoversi, Yoongi inarcò un sopracciglio. "Felice di sentirtelo dire, ma quando pensi di metterlo in pratica?"
Il castano accennò un sorriso, poi fece un passo verso l'interno della casa, venendo subito bloccato dalla figura del più grande. "...voglio solo riprendermi il cellulare e i vestiti, posso?"
"Ok, ma sbrigati."
Taehyung lo superò e alzò gli occhi al cielo di nascosto. "Che generosità degna del vostro nome, oh mio re." aggiunse a bassa voce per prenderlo in giro, ma non abbastanza per non farsi sentire.
Questo però non ebbe importanza, perché Yoongi semplicemente incrociò le braccia al petto in attesa di vederlo fare quanto detto e, quando il ragazzo fece ritorno all'entrata dell'appartamento esibendo un largo sorriso e il suo smartphone nero in una mano, gli indicò il corridoio con un dito. "L'uscita è di qua."
"Non si capisce proprio come non vedi l'ora di buttarmi fuori, eh."
Il corvino gli regalò un sorriso canzonatorio a labbra strette, perfettamente identico a quello che l'altro gli aveva rivolto pochi attimi prima.
"Ti metterò una cattiva recensione su booking.com, sappilo." borbottò lo studente delle superiori sistemandosi un bottone del cappotto, mentre le sue scarpe calpestavano lo zerbino.
"Oh, mi dispererò sicuramente. Ciao, ciao." ribattendo allo stesso modo, Yoongi poté finalmente chiudere la porta principale. Si voltò e si liberò delle energie negative con un grosso sospiro, contemplando i suoi dintorni.
Nella casa era finalmente tornata la pace a regnare.
Poi si ricordò di aver lasciato la macchinetta del caffè accesa e, con una delicatissima imprecazione, ufficializzó quella che si sarebbe sicuramente trasformata in una giornataccia.

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at first sight - taegi
Fanfiction"Hyung, credi nell'amore a prima vista?" Yoongi scosse il capo. Il suo cuore era ricoperto di spine; eppure, qualcosa di buono doveva averlo fatto per aggiudicarsi la simpatia di Cupido. Ma no, un colpo di fulmine non lo accettava proprio: era la co...