t e n - II

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"Com'è andata lì dentro?" Yoongi era seduto su un panchetto basso, mentre le sue mani accarezzavano una lastra di piccoli rettangoli sonori. Non si era neanche sforzato di guardare Taehyung in viso quando aveva varcato la soglia della sua camera, bensì l'aveva accolto solo con una voce piatta e annoiata.

"Vaffanculo."

"Quindi bene."

Il castano era andato ad occupare i piedi del letto, accavallando le gambe ora ricoperte da un grosso strato di spugna rossa. "In realtà, l'acqua era un po' troppo fredda." boffonchió strofinandosi i capelli scuri con il cappuccio dell'accappatoio.

"Mh?" Yoongi si voltò, fermando le dita per lasciarle riposare sul pianoforte. Lo squadrò da capo a piedi, per poi levare gli occhi al cielo e riportare l'attenzione sullo strumento musicale. "Ora ti fai pure la doccia senza chiedere, ma certo."

Il più piccolo d'età lo ignoró, continuando ad asciugarsi i capelli mentre l'altro riprendeva a suonare. Sapeva che fosse bravo, lo aveva sentito dire più volte sia da Hoseok che da Jimin, ma ascoltarlo dal vivo superava di gran lunga qualsiasi aspettativa. Così si abbandonò il cappuccio sulla testa e andò a raccattare la sedia girevole della scrivania, portandola affianco al pianoforte per ammirarlo da vicino.

Yoongi non poté lamentarsene perché non lo stava disturbando: dopotutto se ne stava semplicemente lì, in silenzio, a fissare le sue dita lunghe e affusolate mentre danzavano per i tasti bianchi e neri. Non fiatava, non lo distraeva, non sembrava volerlo far sbagliare di proposito.

Stranamente, non era d'alcun fastidio, nonostante Taehyung si fosse dipinto come un problema sin dal loro primo incontro. Che avesse anche lui un lato calmo e pacato da sfoderare ogni tanto?

Una volta terminata la sua breve esibizione, il corvino appoggió un gomito sul ginocchio per sorreggersi il mento con una mano, mentre con l'altra intonava una scala musicale sulla tastiera. "Allora..." mantenne lo sguardo fisso sulle proprie dita, che conoscevano quei tasti meglio di qualsiasi altra cosa, "...come ti è sembrata?"

Se c'era una cosa che Yoongi detestava, quella era ricevere un giudizio sulle proprie canzoni. Per carità, le critiche erano importanti e le vedeva come un mezzo per lavorare su se stesso, ma quelle composizioni che intonava con così tanta cura, quelle parole che accostava minuziosamente perché sembrassero delle vere e proprie poesie, quegli spartiti sui quali passava a scrivere per notti intere...esporlo agli occhi degli altri era come mettersi a nudo, privo di qualsiasi scudo dietro cui riparare le proprie fragilità. Yoongi voleva tenersi ben stretta al petto quella parte tanto intima di sé.

Ma in quel momento era in panico totale per l'imminente valutazione che avrebbe decretato il destino della sua piccola opera d'arte, l'avrebbe fatta ascoltare a chiunque pur di ricevere qualche consiglio e fare un buon lavoro. Anche a Taehyung, che, da quanto ne sapeva, non se ne intendeva molto di musica.

"Boh, non so...non mi convince." mormorò serio il castano e l'altro si voltò di scatto per guardarlo, facendolo sorridere internamente. Sembrava così preoccupato per quello che le sue labbra avrebbero potuto pronunciare, come se tutto potesse dipendere dalla sua risposta.

Taehyung si sentì pizzicare il petto da una scintilla di orgoglio: finalmente le sue parole avevano un'importanza per lui, non erano solo un ronzio nelle orecchie.

"...faceva così tanto pena?" pigolò il più grande, emanando un grosso sospiro quando decise di averne abbastanza di mantenere il contatto visivo con l'altro. "Cazzo, ho solo questa notte per buttare giù qualche modifica prima di presentarla all'accademia."

Il castano gli sfiorò la mano ferma sul pianoforte, intrecciando timidamente le loro dita. Yoongi le guardò e corrugò la fronte, non capendo.

"Non mi convince il fatto che ti sia fermato." questa volta Taehyung non riuscì a controllare gli angoli delle labbra, che andarono a tirarsi in un sorriso. "Avresti dovuto ricominciarla daccapo, era troppo bella. Ma davvero, davvero bella. Voglio il bis, ti preego."

"Aah- ma stai zitto, coglione." il corvino ritrasse la mano e si alzò in piedi, scappando di lì con la scusa di dover rimettere a posto gli spartiti. Era stato colto alla sprovvista e il nemico aveva mirato al suo punto debole, ribattere a tono non sarebbe stato tanto efficace quando le guance gli andavano a fuoco.

Taehyung, intanto, aveva sorriso ed era rimasto a fissarlo da seduto. Forse il maggiore non era così imperturbabile come volevasi dimostrare, e questo lo compiaceva non poco. Quindi si alzò in piedi per raggiungerlo, andando ad appoggiargli le mani e il mento sulle spalle. "Hai paura di fargliela sentire?" chiese mentre spiava quel che l'altro stava combinando sulla scrivania, vedendovi sparsi sopra libri e quadernetti di ogni genere.

Yoongi scrollò le spalle, volendo scacciarlo ma senza successo, e accennò una risata sarcastica. "Paura?" scosse il capo, infilando la sua piccola composizione musicale tra le pagine di un quaderno. "Min Yoongi non ha paura di niente."

"Neanche del buio?"

"No."

"E delle altezze?"

"No."

"Neanche dei fenicotteri notturni che mangiano i bambini cattivi?"

"N- aspetta, cosa?" il corvino corrugò la fronte ed inclinó appena il capo per guardarlo in viso.

I loro nasi ora si sfioravano e il minore ne approfittó per annullare quei pochi centimetri di distanza, unendo le labbra alle sue in un bacio veloce. Poi si staccò e balzò indietro, sorridendo con le mani in alto in segno di resa per evitare possibili vendette. "Quelli sì che sono creature temibili...comunque, ora mi vesto e vado a casa. Ci vediamo."

Yoongi lo guardó in cagnesco, osservandolo mentre si avviava verso la porta del bagno ancora avvolto nel suo accappatoio rosso scuro.

Quel ragazzo era strano e non riusciva proprio a capire come ragionasse la sua mente.

at first sight - taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora