1 Auguri Aldëa

311 17 2
                                    

Aldëa's PoV

Il giorno del mio 100° compleanno una domestica venne a svegliarmi dicendo:
«Mia Signora, svegliatevi. I vostri zii, i sovrani di Gondor, sono venuti a trovarvi».
«Come sono venuti a trovarmi?! Non sono pronta a ricevere un Re e una Regina!», dissi, o meglio urlai.
«Ma Mia Signora, voi siete sempre pronta».
«Grazie Arodel. Ma non chiamarmi più Mia Signora».
«Come volete. Prendo congedo», rispose lei uscendo dalla stanza.

Mi alzai subito dal letto e mi fiondai all'armadio.

Dopo aver buttato quasi tutti gli abiti sul letto ne trovai uno azzurro con dei dettagli argentati. Lo indossai, pettinai l'ammasso nero che avevo in testa, lo raccolsi in una treccia e corsi all'ingresso del palazzo.

Lì ad aspettarmi c'erano i miei genitori, i miei zii e mio cugino Eldarion.
«Tanti auguri Aldëa!», esclamarono quasi all'unisono e dandomi dei pacchetti che scartai subito.

In uno c'erano un arco e delle frecce decorati con delle foglie di mallorn che, molto probabilmente, erano un regalo del mio bisnonno Celeborn; nell'altro una spada con la punta che brillava come la neve sotto il sole.
«Questa lama è stata forgiata dai migliori fabbri di Gondor e Imladris», disse mia mamma.

«Hannon le», dissi mentre stritolavo tutti.
«Adesso ti dobbiamo insegnare a usarli», disse Arwen. «Ma prima voglio vedere come maneggi la spada».
Così cominciammo a duellare.

La zia attaccava, io paravo e contrattaccavo. I nostri movimenti sembravano una danza. Continuammo a combattere per un po' di tempo, finché non riuscii a disarmarla.

«Ma sei bravissima», mi disse. «Dove hai imparato?»
«Beh, ecco... Ogni tanto mi alleno con le guardie, e non è colpa loro, sono che gli ho chiesto di non dirvi nulla. Quando ho saputo che Sauron era tornato ho preso una spada dall'armeria, ma due giorni fa, Glorfindel mi ha disarmato ed è caduta nel fiume. Ma non ho mai provato a tirare con l'arco».
«Nessun problema, ti insegnerò io», disse mio zio Elrohir prendendomi una spalla.

«Zio, devo andare a cambiarmi prima. Non so se vedi, ma non indosso gli indumenti adatti ad un allenamento. E devo ancora fare colazione».
«Giusto. Vai a cambiarti, io andrò a prenderti qualcosa da mangiare in cucina».
«E io», aggiunse mio padre, «Vado a chiamare Glorfindel».
«E noi vi aspetteremo nel campo di addestramento», terminò il re.

«Vedo che vi siete organizzati. Vado a cambiarmi allora».

꧁꧂

~

Hannon le = grazie

~

UNA NOLDOR A HOGWARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora