2 Una strana porta

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Terminato l'allenamento andai in camera per prepararmi per la sera. Qualcuno aveva già riempito la vasca e poggiato sul letto un abito semplice ma bellissimo. Era bordeaux, ma verso fine della gonna diventava più scuro.
Non lo avevo mai visto nel mio armadio, probabilmente era un regalo anche quello. Potevo immaginare da parte di chi fosse, ma se avevano voluto rimanere nell'anonimato non avrei fatto domande.

Una volta sistemata, uscii dalla camera e trovai Eldarion appoggiato a una colonna che mi aspettava.
Era vestito completamente di nero così dissi: "El, è il mio compleanno, non il mio funerale."
Lui rispose con un'alzata di spalle e mi porse il braccio.
"Da quando segui queste formalità?"
"Da quando mi hanno minacciato di lasciarmi senza cena."
"Vorrà dire che prenderò nota." 

Mentre camminavamo per il palazzo, notai una porta con scritto PAIOLO MAGICO. Così chiesi e mio cugino: "Cos'è?"
"Cos'è cosa?"
"Quella porta."
"Quale porta? Qui non ci sono porte" mi disse lui, "Ti senti bene?"
"Sì, sì, lascia perdere" risposi io, ricominciando a camminare e dirigendomi verso la sala dei banchetti, dove avremo cenato.

Una volta seduti tutti i musicisti cominciarono a suonare una melodia che, dopo un'intera giornata passata ad allenarmi, a ogni nota sembrava dire chiudi gli occhi, dormi, Ma la fame era come un motore che mi impediva di addormentarmi.

"Aldëa, se non fossi sicurissima che sei mia figlia e quindi un'elfa, direi che sei un hobbit molto ben travestito" disse mia mamma sorridendo e indicando il mio piatto che fino a due minuti prima era pieno.

Finito di mangiare non avevo più nulla che mi impediva di dormire e così appena mi distesi sul letto presi sonno.

Sognai un omone con un ombrellino a fiori che mi dava una lettera, un castello, uno strano cappello e un uomo molto anziano con una barba lunga. E poi una figura vestita di scuro, due monconi al posto delle gambe, avvolta in una catena, una faccia pallida con delle profonde cicatrici circondata da dei capelli che sembravano un buco nero. Nessuna ciocca, nessun capello aveva una tonalità più chiara del nero. 
Morgoth, il Vala Rinnegato.

UNA NOLDOR A HOGWARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora