8 Mio signore

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"Forza, entra" dissi a Eldarion mentre spingevo la porta.

Non era cambiato molto dall'ultima volta che ero entrata una settantina di anni prima, mancavano solo alcune cose che il nonno aveva portato con se nelle Terre Immortali.

"Erestor" disse mio padre entrando in biblioteca dove stavo facendo la mia lezione di calligrafia.
"Mi spiace interrompere la tua sicuramente interessantissima e per niente noiosa lezione, ma è arrivato Mithrandir e ada ha bisogno di te"
"Gandalf! Evviva!" avevo urlato rovesciando il calamaio, rovinando il lavoro di un'intera mattinata, e correndo verso dove ero sicura che avrei trovato lo stregone. Una volta arrivata davanti alla camera del nonno non mi sono fermata e ho spalancato la porta correndo tra le braccia del vecchio che, dalla faccia, avevo interrotto nel bel mezzo di una conversazione molto seria ed importante.
Ero piccolina e ogni volta che arrivava qualcuno ero felicissima, soprattutto se quel qualcuno era un uomo con cappello blu, mantello grigio, barba e capelli bianchi e folte sopracciglia che girava il mondo e conosceva sempre storie nuove.
Ma ciò che mi piaceva di più erano i suoi fuochi d'artificio che, per la gioia di Erestor e del nonno, accendevamo in giardino.
Un giorno avevo preso alcune palline che scoppiettavano se sottoposte a pressione e la sera le avevo messe sulle sedie di Glorfindel, Erestor, Lindir, e il nonno. Il primo si era vendicato sostituendo i miei oli da bagno con prodotti inadatti all'igiene personale, gli altri avevano usato le loro occhiatacce peggiori e mi avevano riempita di compiti, ma ne era valsa la pena.

Sorrisi ricordando l'accaduto e tornai a concentrarmi sul presente.

Lo studio era una semplice stanza non troppo grande prima della camera da letto, con uno scaffale pieno di libri e pergamene che non potevano essere letti da tutti.
C'era anche un tavolo vicino all'enorme balcone che dava sulle cascate.

"Allora cuginetto, cominciamo a cercare qualcosa riguardo a questa Hogwarts!" esclamai aprendo un libro e riconoscendo immediatamente la scrittura di mio nonno.

Dopo aver passato quasi due ore a sfogliare libri senza trovare nulla, decisi di mettere in atto il mio piano B.

"El, fermati" dissi, "Non ha senso continuare così, non troveremo nulla."
"Allora cosa vuoi fare? Chiedere a Elrond?"
Non lo aveva mai conosciuto di persona e non quindi non riusciva a chiamarlo nonno.
"Sì" risposi seriamente.

"E come vorresti fare?" chiese.
"Proverò a contattarlo mentalmente."
"Ma è impossibile, si trova aldilà del mare. E soprattutto si trova con degli Eldar molto potenti. Se fosse possibile l'avrebbero già fatto loro."
"Dimentichi che dopo la distruzione dell'Unico, i poteri del nonno e della nonna si sono affievoliti, ma, per qualche motivo, i miei no!l. Tentar non nuoce" dissi, "Avvisami se senti arrivare qualcuno."

"Nonno..." lo chiamai una decina di volte ma senza successo. Non avevo un'idea precisa di come fare quindi stavo semplicemente pensando a lui. Stavo per smettere quando una voce nella mia testa chiese: "Aldëa?"
"Sì, nonno."
"Nipotina mia! Come hai fatto?"
"Ti risponderò dopo. Come state tutti?"
"Stiamo tutti bene, qui è tutto molto bello e ci sono molti elfi che erano morti in guerra che sono rinati. Avresti dovuto vedere la faccia di Bilbo quando li ha visti."
"Penso di riuscire a immaginarla. Come stanno i due hobbit? Dev'essere stato un duro colpo per entrambi ritrovarsi circondati solo da gente alta almeno il doppio di loro."
"Non mai visto Frodo più felice e più in salute. Bilbo un po' meno. All'inizio faceva talmente domande da essere riuscito a far venire un mal di testa a Galadriel. Ma in questi ultimi anni è sempre più spesso a letto. La vecchiaia comincia a farsi sentire e... ho paura che non gli rimanga molto" rispose con la voce rotta.

Volevo molto bene a Bilbo, era come un membro della famiglia. Era arrivato a Imladris poche settimane dopo la mia nascita e mi aveva cresciuta ed educata anche lui.
Mi piaceva molto ascoltare le storie che conosceva e che mi raccontava quando i miei non potevano.

"Lo sa e lo ha già accettato da tempo. Comunque buon compleanno."
"Grazie. Ma ti ho chiamato per chiederti un'altra cosa."

Dopo avergli raccontato le ultime scoperte gli chiesi: "Tu hai mai sentito parlare di questa scuola?"
"Si, una volta Gandalf me ne ha parlato. Si trova sulla Terra, un pianeta fuori da Arda. Ho..."
"Scritto qualcosa a riguardo" lo completai, "E si trova nel tuo studio scommetto. Dato che io e il principino siamo già dentro, puoi dirmi dove di preciso così finiamo prima?"

"Il principino è il figlio di Arwen e Aragorn, vero? Come si chiama?"
"Eldarion."
"Nome azzeccato. Ora, sarei tentato di non dirti dove sono i miei appunti come punizione per essere entrata dove non dovresti, ma se non te lo dico non li troverete mai e a quanto pare li cercate per un motivo importante. Sono nel doppio fondo del primo cassetto della scrivania."

"Aldëa, Al! Sbrigati! Sta arrivando qualcuno!" mi urlò in un orecchio Eldarion.
"Grazie mille nonno. Proverò a ricontattarvi. Ora devo andare però. Namárie."

Dopo aver preso gli appunti, ossia due libri con le copertine in cuoio nero, El e io ci precipitammo fuori dalla porta, sperando che non ci fosse nessuno. Ma speravamo sbagliato.

"Miei signori, cosa state facendo?" chiese il menestrello.
"Buongiorno Lindir. Eldarion non sta facendo nulla."
"Capisco. Allora mia signora, vorrei sapere cosa state facendo e perché vi trovo sempre davanti a porte dove non dovreste essere."

Ripensai a quella volta in cui Lindir mi aveva trovato con un orecchio incollato alla porta della stanza del fuoco ad ascoltare il famosissimo Consiglio di Elrond a tutte le svariate volte che mi aveva beccato ad origliare conversazioni private.

"Se lo vuoi sapere, chiama: ada, nana, gli zii, Erestor e Glorfindel. E basta chiamarmi mia signora e di darmi del voi. Ho quattromila anni in meno di te! Anzi, sapete cosa? Finché non la smettete voi, non smetto neanche io. Con Erestor ha funzionato, vediamo se anche con voi sarà così, mio signore."
"Mia signora voi..."
"Ah, perdonatemi, ho scordato l'inchino. Non era mia intenzione mancarvi di rispetto in questo modo."

Dissi tutto imitando il menestrello meglio che potevo e, a giudicare da i suoi riconducibili ad un Eldarion che stava cercando di non strozzarsi e al rossore dell'elfo, ci stavo riuscendo piuttosto bene.



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Namárie: addio, arrivederci
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Ho deciso che eliminerò la parte della presantazione perché non mi piace

UNA NOLDOR A HOGWARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora