capitolo 13.

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Erano dodici giorni che praticamente non usciva da quell'ospedale, se non per andare a farsi una doccia veloce in campeggio e salutare i suoi amici; Luca non lo vedeva dalla sera dell'incidente, lei stessa gli aveva chiesto di non

raggiungerla usando come scusa il fatto che non voleva che sua madre lo conoscesse in quelle circostanze.

In realtà, si sentiva ancora dannatamente in colpa e c'era qualcosa dentro di lei, che le diceva che era giusto così, stare lontani per un po'.

Non c'era una sera però, che il ragazzo non la chiamasse, anche solo per una semplice buonanotte e ogni volta che sentiva la sua voce si sentiva un po' meglio, ma comunque continuava a tenere le distanze.

Inoltre in quei giorni il rapporto con sua madre e persino con i suoi fratelli era diverso, migliore, e trovava patetico che avesse dovuto aspettare diciotto anni e l'incidente di sua sorella Cri, per riuscire ad avere un rapporto decente con gli altri; tuttavia Allison sperava con tutto il cuore che quello che era nato in quelle settimane restasse per sempre: era più semplice trascorrere del tempo con loro, ora che aveva la certezza che anche i suoi fratelli lo volevano.

Era passata da poco l'ora di cena, sua madre era uscita dalla stanza in  cui era ricoverata sua sorella, da una quindicina di minuti; Ally stava osservando fuori dal grande finestrone: da li riusciva a vedere il mare cristallino stendersi fino all'orizzonte, una leggera sfumatura arancione cominciava a riflettersi nell'acqua.

Sgranocchiava uno di quei cioccolatini alla nocciola che davano in omaggio al bar vicino alla hall insieme al caffè.

Nella mano sinistra stringeva il suo cellulare: sapeva che di li a poco, l'avrebbe chiamata lui.

Nonostante se lo aspettasse, quando squillò il telefono, sobbalzò leggermente come se per qualche istante si fosse persa in un universo parallelo lontano dalla realtà.

《Ehi Al》la sua voce risultava stanca e la ragazza si immaginò Luca seduto in un punto isolato della spiaggia, con occhi lucidi e pensò che probabilmente ci aveva riflettuto su un po' prima di chiamarla.

《Come stai?》gli chiese, preoccupata della possibile risposta. Sapeva per certo che il ragazzo non se l'era bevuta la faccenda di sua madre, che fingeva di crederci e che prima o poi si sarebbe stancato.

《Sto bene, lo sai. Tua sorella?》sentiva che c'era un certa freddezza in quella risposta e solo ora, all'idea di perderlo, si sentiva spezzare dentro.

《Lei sta..》ma non concluse la frase.

《Okay》

《Mi manchi》gli sussurrò quasi, facendo fatica a pronunciare quelle parole.

Restò in attesa di una sua risposta, un'attesa che sembrava infinita.

'Che fine avevano fatto quei due ragazzi spensierati che si completavano fino a qualche giorno fa?' si domandò Allison, senza però trovare risposta.

《Non voglio rinunciare a te Allison, ma tu non fai altro che spingermi via. All'inizio ho pensato che fosse per tua sorella, ma tu non lo fai con tutti, solo con me. Perciò Allison, ti prego se pensi che non possa funzionare, lasciami andare, perché non c'è la faccio, non riesco più ad andare avanti così.

Senza una certezza, senza sapere se vuoi ancora che rimanga al tuo fianco, senza sapere se riuscirai più a guardarmi negli occhi e provare quello che provavi prima oppure mi odierai vedendo in me la causa di quello che è successo a tua sorella.

Allison, metti fine a tutto ciò se non credi più in noi; fallo in fretta perché fa male. Non dire nulla ora, pensaci》le confessò, con voce rotta, prima di chiudere la chiamata.

Si sentiva persa, completamente: stava rischiando di perdere l'unica persona che l'avesse mai fatta sentire importante, che le aveva fatto trovare un ordine nella sua mente incasinata, l'unica persona che aveva deciso che per lei ne valeva la pena buttarsi in qualcosa di nuovo.

E nonostante la consapevolezza di  ciò, non c'era niente che riusciva a fare per impedire che accadesse il suo peggior incubo.

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