Prologo

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“È che gli inizi son tutti belli.

Il vero incanto sta nel saper continuare.”

 

Esco dalla doccia e mi avvolgo l’asciugamano in vita. Mi guardo allo specchio, indeciso se farmi la barba o meno, scorro mentalmente gli appuntamenti di oggi, e decido di poter rimanere così; opto per un look un po’più Liam, un po’ meno avvocato.

L’abito da indossare è fresco di lavanderia e appeso all’armadio, devo solo scegliere gli accessori. Apro la cassettiera, scelgo boxer e calzini, poi passo alla cravatta e all’orologio “dove sarà la cravatta rossa?” dico fra me e me, “eccoti qui” ma trovandola vedo spuntare anche una scatolina di velluto blu, sospiro e dandole una spinta con le dita cerco di nasconderla di nuovo.

Peccato che posso nasconderla dalla mia vista, posso nasconderla a Zayn, ma certamente non posso dimenticare cosa contiene e perché sia lì.

Nascosto al suo interno infatti, c’è un semplicissimo cerchietto di oro bianco ben lucidato, dalla superficie piatta e leggermente irregolare.

Ho comprato questo anello, il giorno in cui ho saputo di aver superato l’esame di stato per avvocatura.

Finalmente ero l’uomo che mio padre aveva sempre voluto fossi, anche se in realtà ero allo stesso tempo l’opposto di ciò che sperava diventassi.

Non vivevo a Londra, non lavoravo per lui o per uno studio fra i più prestigiosi della città e soprattutto amavo un uomo, con il quale ormai vivevo da anni.

Dopo la laurea avrei voluto riiniziare da capo, frequentare lettere e diventare insegnate come avevo sempre desiderato, ma purtroppo la vita mi ha insegnato che le cose vanno sempre come devono andare, seguono il loro corso, non importa quanto desideriamo qualcosa.

Per esempio non avrei mai immaginato di trovarmi qui, alla fine dell’ennesima estate, a fissare un anello, volendo fare una proposta all’uomo della mia vita, ma di non averne il coraggio; soprattutto non dopo aver lasciato scivolare via la meravigliosa proposta fattami da Zayn anni fa.

Ma questa è un’altra storia, in quel periodo ancora non potevo sapere che di lì a poche settimane, avrebbero diagnosticato l’Alzheimer a mio padre, e soprattutto, mai avrei pensato di adottare quei due gemelli che ora sono a tutti gli effetti i miei figli.

La malattia di mio padre è stata strana, vedere un uomo così autoritario, iniziare a perdersi e a scomparire giorno dopo giorno.

Vista la giovane età, la malattia ha iniziato a progredire velocemente, dimenticava sempre più cose, troppe e prima di rendermene conto il peso di anni di carriera, della sua carriera e di un lavoro che avevo sempre evitato, mi sono piombati addosso.

Sam ci ha aiutati a capire, a reagire, a gestire come meglio potevamo la situazione, ma non è stato facile.

“Papà, dobbiamo fare i biglietti per Londra, la carta è carica o ci pensi tu?” una lunga chioma di capelli tanto biondi da sembrare bianchi e due occhi furbi dal colore diverso l’uno dall’altro si affaccia alla mia camera, fissandomi curiosa, vedendomi fermo davanti alla cassettiera.

“Ci penso io dallo studio, c’è un offerta sulla prima classe” chiudo il cassetto di scatto e guardo l’orologio sul mio comodino “tuo fratello viene con me a Leeds o avete qualche riunione fra gemelli in programma?” inizio a sfilare l’abito a giacca dalla sua custodia, sperando non sia troppo caldo in città.

Lei fa spallucce e “Kellan? Vai con papà?” urla a squarcia gola.

“Grazie, così sapevo fare anche io” scuoto la testa ma lei entra e con un balzo mi si aggrappa alla spalla e mi bacia la guancia “ti preferisco con un po’ di barba, principessa” mi prende in giro facendomi una boccaccia e “non credo tu sia nella posizione di prendermi in giro, principessa” la spintono via ridendo “lasciami vestire o farò tardi”.

E se la malattia di mio padre è stato un punto difficile da superare, molto più facile è stato invece ritrovarsi perdutamente innamorato di Kala e Kellan.

Avevo 24 anni appena compiuti quando ho iniziato il mio praticantato presso uno studio legale di Leeds, molto meno prestigioso di quelli londinesi a cui puntava mio padre, ma molto più vicino a casa.

Uno dei primi casi ai quali sono stato affiancato riguardava uno scandalo ormai archiviato sul mercato di bambini.

Dieci bambini che nessuno aveva mai rivendicato di età compresa fra uno e sei anni; nati probabilmente da madri surrogate su ordinazione.

Il caso all’inizio dello scandalo, essendo passato su giornali e televisione, era stato gestito dagli studi più prestigiosi e rinomati di Londra, poi pian piano scemando di importanza era passata di scrivania in scrivania, arrivata infine a noi, a Leeds; dopo anni in cui i bambini erano stati sballottati da un orfanatrofio all’altro, di casa famiglia in casa famiglia.

La prima volta che li ho incontrati, fra tutti e dieci, erano stati i due gemellini a stregarmi.

Avevano ormai 3 anni, lui piangeva disperato e lei lo abbracciava forte, passandogli poi il suo cuccio, nella speranza di consolarlo.

Capelli biondissimi, carnagione da fare invidia alla regina, ma gli occhi, quelli mi hanno catturato dal primo istante.

Eterocromia: la bellezza degli occhi di colore diverso.

Mi sono come rivisto in quelle due paia di occhi diversi, diversi come me e Zayn, diversi come la piega che aveva preso la mia vita di appena vent’enne.

Mi sono accovacciato in modo da guardarlo meglio negli occhi e non metterlo in soggezione ed ho semplicemente sorriso a Kellan, anche se a quel tempo non era ancora il suo nome; lui ha smesso di piangere e mi ha guardato serio, un po’ incantato o forse un po’ sospettoso, mentre sua sorella dopo aver visto la sua reazione ha mosso la bocca, mostrandomi un bellissimo sorriso un po’ sdentato.

Quel giorno tornando in studio, ho compilato il modulo di idoneità all’adozione, senza pensarci nemmeno.

Quei bambini avevano bisogno di amore e di un futuro.

Io di amore ne avevo da offrirgli e con Zayn, anche un futuro.

Non so come spiegarlo, ma proprio come quasi vent’anni prima, appena l’avevo visto e avevo capito di appartenere a quel ragazzino moro, figlio di un meccano di provincia, così era stato per loro; ho sentito che mi appartenevano, ho iniziato a sentirli figli miei prima ancora di parlarne con Zayn.

Infinity|Ziam [Endlessly sequel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora