Capitolo 1

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I Park sono una famiglia malavitosa da otto generazioni ed hanno un capitale che ammonta a più di tre miliardi di dollari, sono loro a far girare l'economia di Seoul ed è per questo che sono intoccabili.
Da ormai dieci anni il comando del clan è passato nelle mani di Park Chanyeol, dopo che suo padre gli ha ceduto volentieri il posto per dedicarsi ad una vita più tranquilla, e gli affari non sono mai andati meglio di così: Chanyeol è scrupoloso, diffidente e difficilmente si fa fregare. Se succede, lo sprovveduto non ha fiato per raccontarlo. Il suo modo preferito di uccidere consiste nello strangolare le proprie vittime a mani nude, subito dopo averle torturate si intende.
È un uomo spietato con molto potere tra le mani ma come tutti i cattivi ha un suo punto debole : suo marito Baekhyun.
Si conoscono da tutta una vita, sono l'uno l'ombra dell'altro ed hanno una sintonia fuori dal comune. Sono le cosiddette anime gemelle; si sono semplicemente trovati e attratti come due poli opposti. Tutto è iniziato quando all'età di diciassette anni hanno capito che tra loro non c'era solamente una semplice amicizia, era un continuo orbitarsi attorno e tensione sessuale che non trovava uno sfogo, la paura di rovinare una profonda amicizia a fermarli dal saltarsi addosso. Inaspettatamente fu proprio Chanyeol ad iniziare il tutto, considerando che tra i due il più sfacciato è sempre stato Baekhyun. Da quel momento la loro relazione è stata come fare un giro sulle montagne russe: l'irrazionale gelosia di Chanyeol, il suo voler sottomettere al suo volere il compagno e il carattere ribelle di Baekhyun, un matrimonio fatto tanto per divertimento e poi ecco l'improvviso arrivo del primo figlio.
Ovviamente quest'ultima vicenda non era affatto programmata, insomma chi alla soglia della maggiore età si vorrebbe incastrare con un figlio? Il fatto è che loro non se né curano, anche i loro genitori erano molto giovani quando sono nati. È come un rito di passaggio, per loro mettere su famiglia è importante. Mandare avanti il nome è importante.

°°°

Erano spariti per un'intera settimana, ai loro genitori avevano detto che andavano a fare una scampagnata al Namsan Mountain Park invece avevano preso un volo per Las Vegas, si erano divertiti a girare tutti i Casinò e la notte prima della partenza avevano deciso di sposarsi. Ora, di nuovo a Seoul, stavano andando a cena dalla famiglia Byun dove avrebbero trovato anche la famiglia Park.
«Non ci posso credere che lo abbiamo fatto veramente!» esclamò Baekhyun scoppiando successivamente a ridere.
«Credici perché è così, signor Park» ribatté Chanyeol prima di trascinare l'altro in un bacio mozzafiato.
«Che cosa diranno i nostri genitori?»
«Ci ammazzeranno! O molto probabilmente tuo padre ucciderà me mentre chiuderà te in un monastero» rifletté il più alto.
«Scemo!» lo colpì con una manata sul petto.
Risero ancora continuando a camminare per quella via stretta e poco frequentata fino a quando Baekhyun non si fermò di colpo «Yeol, lo senti anche tu?»
«Cosa?»
«Questo lamento.»
«Non sento niente.»
«È il pianto di un bambino, ne sono sicuro.»
«Baek, probabilmente è l'alcol che ancora dobbiamo smaltire. Sarà un gatto che miagola» cercò di farlo ragionare.
«No, ti dico che è così!» ribatté testardo l'altro.
«E ora dove vai?»
Baekhyun prese a correre lungo il vicolo fino a raggiungere un cassonetto, lo aprì di botto e proprio sopra a delle buste puzzolenti trovò un piccolo fagotto: c'era un bambino avvolto in un lenzuolo lercio.
Era minuscolo, sporco, infreddolito e probabilmente molto affamato. Baekhyun se ne innamorò appena quello aprì i grandi occhi neri. Com'era possibile che qualcuno avesse potuto abbandonare una creatura così tanto bella?
«Baekhyun, che stai facendo? Rimettilo dov'era e andiamocene immediatamente!» sbottò Chanyeol.
«Non possiamo farlo! Guardalo, è così piccolo.»
«E quindi? Non possiamo farci niente, non è un nostro problema.»
«Si invece, lo abbiamo trovato ed è nostro dovere aiutarlo.»
«Yah! Tu e la tua testardaggine. E non farmi gli occhi dolci! Lo portiamo in un ospedale e ce ne andiamo!»
Inutile dire che Baekhyun non volle lasciare andare il piccolo; assistettero all'intera visita e scoprirono che il bambino era nato proprio quel giorno, fortunatamente stava bene, era solo infreddolito e affamato.
«Era lì che aspettava noi, Yeol. Ha resistito tutto quel tempo solo per noi due, capisci?»
«No e non voglio capire, Baekhyun. Non lo porteremo a casa con noi, fine della discussione.»
«Bene! Posso fare a meno del tuo aiuto, lo crescerò da solo!»
«Vorrei ricordarti che siamo sposati, le decisioni le prendo io.»
«Come osi! Non sono una tua proprietà!»
«Tecnicamente lo sei da due giorni.»
«Bè, voglio il divorzio!»
«Si, come no.»
Tre giorni dopo vennero preparati i documenti. Per un'adozione.
E non importava se di solito ci sarebbero voluti almeno due anni, per i Park non fu affatto un problema.
Il 12 gennaio era nato Park Kyungsoo, figlio di Park Chanyeol e Byun Baekhyun.
Ovviamente il dominante della coppia non poteva che essere Baekhyun che, come amava ricordare al marito, era più grande di sei mesi. Ovviamente le cose non stavano così ma Park Chanyeol proprio non sapeva resistere al fascino birichino di Byun Baekhyun. Altrimenti non lo avrebbe sposato.
Inutile dire anche che Chanyeol si ritrovò a sviluppare un morboso senso protettivo nei confronti del piccolo Kyungsoo: non era mai troppo severo con lui, gli comprava tutto quello che desiderava ed era infinitamente orgoglioso di tutti i disegni che riceveva dal suo bambino.
Kyungsoo era così dolce e carino, molto tranquillo e solare. Probabilmente Baekhyun aveva ragione, quel piccolo guerriero stava aspettando solo loro per riempirgli la vita di gioia.

°°°

Il secondo figlio arrivò tre anni dopo, questa volta lo avevano cercato. Stavano aspettando che gli assistenti sociali gli dessero il via libera quando una mattina di settembre vennero svegliati da una chiamata insolita.
«Buongiorno signor Park, sono Hong Chaewon, l'assistente sociale. Ci siamo conosciuti qualche mese fa.»
«Buongiorno. Si, mi ricordo di lei» rispose Baekhyun trattenendo a stento la felicità.
«So che lei e suo marito avevate chiesto di poter avere una bambina di qualunque età ma abbiamo un'urgenza che vorrei spiegarvi di persona, se è possibile.»
Preoccupato, Baekhyun acconsentì alla richiesta e un'ora dopo, insieme a Chanyeol si trovarono nella sala d'attesa dello stesso ospedale in cui avevano portato Kyungsoo anni prima.
«Come le ho detto al telefono la questione da risolvere è molto urgente, signor Park. Cinque giorni fa una ragazza di soli diciassette anni è arrivata qui dando alla luce un bambino, ha subito rinunciato ai suoi diritti e se n'è andata. Nella vostra scheda personale avevate espresso il desiderio di avere una bambina ma al momento questo bambino ha la priorità su tutti ed ha bisogno di una casa, è troppo piccolo e nessuna istituzione prende in custodia bambini di pochi mesi. Quello che sto cercando di dire è se voi foste disposti ad adottarlo.»
«Possiamo vederlo?» chiese Baekhyun.
«Certamente.»
«Baaaek, io volevo una femmina» si lamentò sottovoce Chanyeol tirando la manica del maglione di suo marito come un bambino quando fa i capricci.
«Park Chanyeol! Ti sembra il momento di lamentarti quando c'è un bambino che ha bisogno di noi?»
L'altro, semplicemente, sbuffò.
L'assistente sociale li portò nel reparto neonatale per poi fermarsi davanti ad una grande finestra che si affacciava in una stanza piena di lettini occupata da neonati.
«Il bambino è quello là in fondo, sulla lavagnetta appesa al lettino c'è scritto Chen. Glielo hanno dato le infermiere, in cinese significa Dal cuore immenso, è veramente un tesoro. Ora vi lascio da soli, mi troverete alla fine del corridoio» detto questo la donna se ne andò.
«Volevo una femmina.»
«Chanyeol.»
Il 21 settembre era nato Park Jongdae, chiamato da tutti Chen.
E per quanto Chanyeol insistette per avere una femmina, appena ebbe tra le braccia il suo piccolo Chen quel capriccio si volatilizzò dalla sua mente. Jongdae era una stella luminosa che abbagliava tutti al suo passaggio.

°°°

E per concludere, l'ultimo figlio arrivò come un pacco postale, letteralmente.
«Dae, per favore, devo andare.»
«No, no. Papi, ti prometto che farò il bravo.»
«Lo avevi promesso anche l'ultima volta poi però, come al solito, hai fatto di testa tua.»
«Ma appa dice sempre che bisogna fare quello che ci dice il cuore.»
«Tuo padre non ha mai detto queste parole. Lui si prende quello che vuole e basta.»
«Va bene, allora io ti ordino di non muoverti da casa. Devi restare con me.»
«Prima di tutto non prendo ordini da un nano di cinque anni e secondo ovviamente non starai a casa, fila a scuola immediatamente.»
«Ascolta tua madre, Chen» intervenne Chanyeol ridendosela.
«Park Chanyeol! Smettila di dirgli che sono sua madre!»
«Bè, quando fai così un po' sembri una mammina isterica.»
«Qualcuno di noi due deve crescere i nostri figli con un minimo di buon senso, Park.»
«Appa ordina a papà di stare a casa!» urlò Jongdae.
«Spiacente tesoro mio, non posso proprio farlo.»
«Ma-»
La protesta del piccolo Chen venne interrotta dal suono del campanello, Baekhyun abbandonò la cucina per andare ad aprire la porta ma non trovò nessuno. Fino a quando, casualmente, non abbassò gli occhi a terra. Sul pianerottolo delle scale in pietra c'era un borsone di tela grigio chiuso. Ovviamente non era un buon segno.
«Chanyeol!» gridò in preda al panico senza riuscire a muovere un muscolo.
Come avevano fatto ad entrare dal cancello senza che nessuno si fosse accorto di niente? Se fosse stata una bomba?
Il marito, sentendo il tono preoccupato, accorse immediatamente insieme a due dei suoi uomini «Che succede?»
«Che facciamo?» chiese in un sussurro Baekhyun.
Chanyeol non riuscì a dare una risposta perché il borsone si mosse di scatto facendo sussultare tutti quanti. Poi seguì un pianto sommesso.
«Yah! Di nuovo!» sbottò Chanyeol.
Baekhyun si abbassò ad aprire il borsone e come si aspettavano trovarono un bambino avvolto in una copertina bianca con un berretto azzurro in testa e un foglietto accanto.
«Il bambino è nato il 12 aprile. Vi prego, prendetevi cura di lui» lesse Baekhyun. «Quindi questo piccolo ometto ha solo sei mesi di vita» disse prendendolo in braccio. «Strano, non dice come si chiama.»
«Baekhyun, abbiamo già due figli.»
«Troppi pochi figli e tanto amore da dare» rigirò le sue parole il marito.
«Stiamo bene così.»
«Adesso stiamo bene.»
«Fa' che sia veramente l'ultimo, Park Baekhyun!»
«Guarda che mica li vado a cercare io! Sono loro che vengono a me» sorrise sornione mentre portava il bambino in casa.
Il 12 aprile era nato Park Sehun e finalmente la famiglia Park si sentiva al completo.
Non piangeva quasi mai, il piccolo Sehun. Era silenzioso e un grande osservatore, essendo il più piccolo veniva trattato come un vero e proprio principe, aveva conquistato tutti. Anche quel brontolone di Park Chanyeol.

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