Chanyeol sospira per l'ennesima volta mentre si rigira in quel letto troppo grande e troppo freddo per una sola persona, la notte non riesce più a dormire bene, non senza suo marito. Si alza, indossa uno dei suoi tanti completi neri ed esce dalla camera. Non va a trovare Sehun da due giorni, guardarlo gli fa male e vedere come lo ignora è anche peggio. Anche se ha solo nove anni il piccolo ha già capito tutto, lo sa dallo sguardo serio che gli rivolge, quel cipiglio duro che un bambino non dovrebbe nemmeno conoscere.
Fa un cenno di saluto con la testa ai suoi uomini quando gli passa accanto, butta un occhio nelle camere di Kyungsoo e Jongdae poi fila dritto verso l'ultima a destra. Quando entra si aspetta di trovare Sehun ancora addormentato, in quanto sono le sette e mezza del mattino invece non è così: se ne sta seduto sul suo letto mentre guarda fuori dalla finestra.
«Sehun, perché sei già sveglio?»
Tutto quello che riceve in risposta sono singhiozzi.
«Smettila di piangere!» sbotta improvvisamente arrabbiato.
Odia vedere i suoi figli piangere, soprattutto se la causa è proprio lui.
"Non sono i tuoi figli", gli ricorda una fastidiosa voce nella testa.
«Voglio papà» sussurra il bambino.
«Baekhyun non verrà.»
Dopo quello rimangono in silenzio per un lungo momento.
«Ora torna a dormire.»
«No.»
«Sehun.»
«No.»
«Va bene.»
«Voglio uscire.»
«No.»
«Va bene.»
La loro discussione termina così, Chanyeol ne esce distrutto. Sehun è il più piccolo ma il peggiore da affrontare e piegare. Decide di andare nella camera degli ospiti dove Beakhyun si è rifugiato: entra, chiude la porta alle sue spalle senza distogliere lo sguardo dalla schiena di suo marito e si siede su una poltrona continuando a fissarlo.
«La tua presenza mi disturba, vattene.»
Quelle parole fanno male.
«Sono giorni che non mi parli e tutto quello che sai dire è questo?»
«Che altro dovrei dirti? Non ho voglia di parlarti né di guardarti né tantomeno di discutere con te. Sono solo stanco, Chanyeol. Lasciami in pace.»
«Sono tuo marito quindi ho il diritto di-»
«Con te è sempre così. Tu ordini e gli altri eseguono. Lo fai con me, con i tuoi figli.»
«Allora smettila di fare la vittima e reagisci! Urlami contro, insultami, tirami addosso qualunque cosa ma non ignorarmi!»
«Reagire?» sbotta incredulo scattando seduto sul letto per poi guardarlo con gli occhi iniettati di sangue. «Mi hai tolto tutto! Hai cacciato di casa Kyungsoo, mandato Jongdae in collegio e non mi permetti di andare da Sehun che sta a soli cento metri da me! Lo sento piangere tutte le notti! È straziante!»
«Credi che per me sia facile?» urla a sua volta Chanyeol. «Non è a te che Kyungsoo ha urlato in faccia di non essere suo padre! Non è a te che Jongdae ha colpito ripetutamente! Non è a te che Sehun rivolge uno sguardo di disprezzo!»
«E di chi è la colpa? Forse mia?» ribatte ironicamente.
«Non usare quel cazzo di tono con me Baekhyun!»
«Altrimenti cosa farai? Non ho più niente da dirti Chanyeol! Mi hai tolto tutto! I miei figli e mio marito!»
«Sono proprio davanti a te!» scatta in piedi furioso.
«Tutto quello che vedo è solo un estraneo.»
«L'ho fatto per te, per non vedere più quell'espressione addolorata che avevi quando Kyungsoo ha pronunciato quelle maledette parole, non voglio che anche Jongdae e Sehun possano ferirti in quel modo.»
«Kyungsoo era disposto a chiederti scusa e non avrebbe mai detto una cosa del genere se tu non l'avessi portato all'esasperazione. Ammetti le tue colpe per una buona volta Park Chanyeol! E mandando via i miei figli non hai fatto altro che distruggermi ancora di più. Riportameli e risolveremo tutto.»
«No, prima ti abituerai alla loro assenza prima riuscirai a farne a meno.»
«Allora non abbiamo più niente da dirci, Chanyeol. Non me né andrò da questa casa solo per la presenza di Sehun ma voglio il divorzio.»
«Non te lo concederò mai, tu mi appartieni!»
«Mio figlio aveva ragione; sei solo un bambino viziato e capriccioso.»
Sta per ribattere furiosamente a quelle parole, a quel "mio figlio" che ovviamente non include lui ma la suoneria del suo cellulare non gli dà modo di farlo. Quando guarda il display non può fare a meno di preoccuparsi, è il numero del collegio dove ha mandato Jongdae.
«Pronto?»
«Signor Park, buongiorno. Sono la direttrice Choi, mi dispiace disturbarla a quest'ora ma abbiamo avuto dei problemi con il signorino Park.»
«Jongdae sta bene?» sbotta accigliandosi facendo preoccupare anche Baekhyun che con un balzo gli si avvicina per ascoltare la conversazione, senza risultato.
«Oh sì!» si affretta a dire lei spaventata da quel tono brusco. «La questione non riguarda la sua salute quanto più il suo comportamento. Il signorino Park da ieri sera è diventato ingestibile: urla, piange e chiede disperatamente di sua madre. Per non parlare del fatto che ha danneggiato varie ubicazioni della struttura e distrutto tutto quello che aveva nella sua stanza.»
«Ripagherò ogni cosa, non è un problema.»
«Sicuramente ma la questione che mi preoccupa maggiormente è che non riusciamo proprio a calmarlo, sarebbe il caso che lei venisse qui. Il ragazzo non si dà pace.»
«Mezz'ora e sono lì.»
Senza dare il tempo alla donna di rispondere, chiude la chiamata e esce di corsa dalla camera.
«Aspetta!» urla Baekhyun correndogli dietro. «Che succede a Jongdae?»
«Sta facendo il diavolo a quattro come al solito!»
«Oh, il mio bambino.»
Chanyeol grugnisce, nemmeno lui sa se per il fastidio di quel "mio" o per l'approvazione. Sicuramente Jongdae ha assorbito i modi di Baekhyun, testardo e indisciplinato proprio come lui. Prima di tutto quel casino era così orgoglioso di aver trasmesso il suo carattere composto e duro almeno a Sehun ma ora se ne pente più che mai.
Si precipita giù per le scale e insieme a tre dei suoi uomini esce di casa per andare da Jongdae, quando è nervoso il ragazzino diventa ingestibile, solo Baekhyun riesce a calmarlo ma non vuole rischiare. Deve riuscire a tranquillizzarlo e lasciarlo in collegio.
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Possession
RandomPer Park Chanyeol non c'è niente di più importante di suo marito e i suoi figli. Per Park Chanyeol mantenere il controllo è importante. Per Park Chanyeol quello che è suo, deve rimanere tale.