Quarto Capitolo

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Il sesto anno si rilevò disastroso su tutti i fronti.

La mia caduta verso il basso prese un'accelerazione del tutto improvvisa. Tutti ricordiamo gli eventi principali di quegli anni.

Divenni un Mangiamorte.

Dentro di me ero pieno di dubbi ed insicurezze, non ero sicuro di riuscire ad adempiere al grande compito che mi era stato assegnato da Lord Voldemort.

Io non avevo mai ucciso nessuno. Io non ero un assassino.

Mio padre aveva fallito, agli occhi degli altri mangiamorte eravamo dei deboli, io dovevo fare qualcosa, non potevo rimanere con le mani in mano, dovevo riportare in alto il nome della mia famiglia anche al costo di un grande sacrificio da parte mia.

Io non ero un tipo da azione ma da profilo basso.

Ho fatto del mio meglio quell'anno, ma ho fallito, la mano mi tremò davanti a quel vecchio che forse aveva letto tra le mie righe e aveva capito il mio animo, quello vero. Nonostante non abbia commesso io quell'orribile gesto il rimorso mi perseguita, Silente non meritava di morire.

I miei tentativi furono vani e portati avanti senza nemmeno troppo entusiasmo, il mio impegno non bastava, sapevo che nulla di quello che stavo facendo era davvero giusto.

Avere il marchio mi aveva fatto riflettere. Io non potevo seguire quell'ideologia, io non ero come loro, io ero diverso. Ricordo che questi pensieri riemersero in me come un'onda che sbatte su uno scoglio, durante una notte insonne.

Ero a casa, nella mia stanza in semi oscurità quando il ricordo di lei mi invase la mente in modo inaspettato. Tutto era precipitato, io avevo lasciato Hogwarts così come Potter, Weasley e la Granger. Ognuno aveva scelto uno schieramento.

Pensai di non rivederla più. Che sarebbe morta o che io sarei morto alla fine della guerra.

In una mattinata di sole splendente, Villa Malfoy era più caotica che mai, gente che andava e veniva, mia zia Bellatrix era particolarmente nervosa, farneticava qualcosa circa una spada era impossibile cercare di calmarla, mia madre aveva fatto preparare già tre teiere di thè.

<< Io devo sapere come sono entrati in possesso di quella maledettissima spada!>> urlò squarciando il silenzio che finalmente regnava da qualche minuto

<< Sono sicura, quei marmocchi sono riusciti ad entrare nella mia camera alla Gringott! Ma comeeee?!>> continuò

Io avevo raggiunto da poco il salone e già volevo evadere da quella casa, l'aria era irrespirabile, tutto era così pesante, insostenibile. Sgattaiolai fuori silenziosamente e mi recai nella parte più remota del giardino. Sembrava che quel luogo fosse rimasto escluso da quelle caducità che avevano afflitto la nostra vita, era rimasto perfettamente come quando ero un bambino e provavo a far volare la mia scopa.

Quel luogo ancora oggi mi dà serenità.

La mia tranquillità fu rotta da delle urla dei Ghermidori

<< Li abbiamo catturati>>

Un brivido freddo mi attraversò la schiena. Ripensai a lei. Le mie gambe si mossero, cominciarono pian piano ad accelerare il passo, finché con il fiatone che non mi permetteva di respirare a sufficienza, raggiunsi il salone.

<< Allora?>> chiese mia zia volgendosi verso di me

Voleva che io riconoscessi in quella faccia deformata, sicuramente da un incantesimo della Granger il viso di Potter

<< Non ne sono sicuro!>> esclamai impercettibile

Granger si trovava alle mie spalle e sapevo che mi stava guardando, con in viso una supplica silenziosa. Volevo girarmi a guardarla, forse sarebbe stata la mia ultima occasione, ma non ne ebbi l'occasione

Io, Draco Malfoy- DRAMIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora