Secondo Capitolo

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Hermione Jean Granger attirò, come ho già detto, la mia attenzione dal primo giorno, ero pronto a stringergli la mano e diventare suo amico.

Il primo giorno le sorrisi, chissà se lo ricorda.

Tutto precipitò quando lei divenne, prima, amica di Potter e di Weasley e poi scoprì che era una sangue sporco.

Era una babbana.

Mio padre non avrebbe approvato un'amicizia del genere e poi forse non le feci nemmeno una bella impressione quando parlai per la prima volta con Potter, perché da allora mi riservò solo sguardi dispregiativi e ostili.

Così decisi di tormentarla.

Per i primi tre anni mi risultò molto semplice essere ostile con lei, poi qualcosa cambiò. L'incontrai all'interno del Hogwarts Express all'inizio del nostro quarto anno, stavo andando incontro alla signora del carrello quando nel corridoio deserto del treno un'altra persona fece capolinea, Hermione Granger.

La luce che ad intermittenza illuminava il corridoio proiettava sul suo viso sagome strane facendo risaltare il caramello dei suoi occhi. Il suo corpo era maturato, era diventata più alta e aveva assunto tutte le forme che si addicono a una giovane donna.

Era inutile negarlo, Hermione Granger era bella.

Forse la osservai troppo perché lei si mosse e avanzò verso di me con passo svelto

<< Cos'hai da guardare Malfoy? Sembra che tu abbia visto un fantasma! Adesso spostati che devo passare!>> disse con voce cadente e scocciata

Per la prima volta rimasi muto. Non dissi una singola parola. Mi schiacciai alla parete del corridoio e le lasciai la destra. Quando mi oltrepassò un odore di libri mi invase le narici.

Si allontanò per poi rallentare e voltarsi di scatto. Era lecito, si sentiva osservata, il mio sguardo le punzecchiava la schiena. Mi fissò per un instante e poi riprese a camminare. Il movimento dei suoi capelli non più così crespi come li ricordavo mi risvegliò dalla mia trans e ripresi a camminare verso la mia meta.

Pochi furono i nostri incontri quell'anno. La Granger era molto impegnata con la causa per la liberazione degli elfi domestici, fondando addirittura un Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Poveri e Abbruttiti ( C.R.E.P.A).

Che cosa stupida pensai. Come si poteva vivere senza elfi domestici, e come loro potessero vivere senza un padrone. Era una causa persa!

Poi, grazie " Al Torneo Tremaghi" le nostre strade si incrociarono nuovamente.

Era la sera del "Ballo del Ceppo", indossai il mio smoking nero con il papillon bianco e mi incamminai verso la sala grande dove dovevo incontrare la mia dama Pansy Parkinson.

Pansy era una brava ragazza, proveniva da una famiglia ottima ma non rappresentava di certo il mio tipo. Mio padre nel corso degli anni cercò di farmela piacere parlandomene ogni qualvolta si presentasse l'opportunità. Alla fine cedetti e durante il nostro sesto anno incominciammo una relazione che terminò così come era iniziata, velocemente. Anche perché mio padre ritenne più opportuno legarmi in promessa ad un'altra mia compagna di casata: Astoria Greengrass.

Pansy non era di certo nota per la sua puntualità e stanco di stare lì impalato mi appoggiai con la spalla a un vecchio pilastro un po più avanti. Ero di fronte alla scala, riuscendo così a osservare i membri delle altre casate raggiungere la sala grande. Tutti erano euforici per la serata, ricordo Paciock che danzava mentre scendeva le scale attirando non solo la mia attenzione.

Decisi di fare una cortesia a tutti.

<< Paciock, la smetti di fare il mentecatto, o dobbiamo prendere un lettino anche a te al San Mungo? Che stanza preferisci? Quella con mamma e papà?>>

Io, Draco Malfoy- DRAMIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora