Decimo Capitolo

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Come sempre la smaterializzazione mi aveva lasciato quel sapore aspro che precede il vomito attanagliarmi la bocca.

Le due donne sembravano aver affrontato meglio di me questo spostamento, stavo cerando di dissimulare al meglio il mio malessere ma con scarsi risultati, vomitai anche quel poco di anima che mi era rimasta.

<< Figliolo stai bene?!>>  chiese mia madre avvicinandosi a me con fare materno

<<Si madre, sto bene! Adesso procediamo datemi il braccio!>>

Hermione Granger si era completamente isolata da tutto il resto immersa in quello spettacolo che la natura silenziosa offriva.

<<Muoviti Granger!>> urlai

Volse finalmente lo sguardo verso di me e con un sorriso mi invitò a proseguire senza tener conto di lei. Stufo già di quella situazione in cui sembrava lei dettare le regole, lei il carnefice e io la vittima, lasciai andare il braccio di mia madre e a grandi falcate la raggiunsi cominciando a strattonarla dal polso. Non oppose resistenza proprio come un bambino che viene portato via da una vetrina di dolci troppo impegnato ad ammirare per poter comprendere cosa stesse succedendo nel frattempo. Gentilmente abbandonai quel tocco appena giunti al cancello di una piccola villa che avevo visitato solo da bambino e di cui non ricordavo nemmeno il colore delle pareti all'interno. Feci scattare la serratura e le invitai ad entrare.

<< Questo posto è davvero magnifico!>> esclamò la grifondoro 

<< Noi la chiamiamo la villa delle vacanze, anzi Draco da piccolo la chiamava così. Adorava venire qui quando ancora non era entrato ad Hogwarts! é da tanto che non veniamo!>> 

La voce di mia madre era accompagnata da un velo di malinconia che contraddistingue i tempi ormai lontani, appartenenti ad un passato in cui molte volte mi rifugiavo quando la vita aveva da offrirmi soltanto delusione e tristezza. Ancora oggi quando i demoni invadono le mie giornate io ritorno sempre qui con la mente. Dove le giornate trascorrevano semplici, con mia madre che sorseggiava il tuo thé all'ombra di un piccolo albero sempreverde ed io ai suoi piedi che giocavo spensierato. Ero felice.

<< Madre smettetela di dire cose senza senso! Non ricordo assolutamente nulla di questo posto! Granger vieni con me!>> intervenni con fare disinteressato ma interiormente provato

Mi avviai su per le scale seguito dalla Granger 

<< Non dovresti trattare così tua madre!>> esclamò la ragazza con disinvoltura

<< E tu non dovresti parlare quando non sei interpellata!>> risposi automaticamente

Ero stanco, sentivo il peso della situazione, senza nemmeno accorgermi che io ero al riparo, non ero lì fuori fra le tenebre a rischiare la pelle. Ero proprio un privilegiato che si è sempre dimostrato ingrato nei confronti della vita. Con il senno di poi avrei compreso quanto un abbraccio materno e una voce calda come quella della Granger fossero il mio porto sicuro. 

<< Questa sarà la tua stanza, la cena è alle sette, puntuale!>> spezzai il silenzio aprendo la porta

Ero sul punto di andarmene, avevo già fatto dietro front quando la voce sprezzante della Granger raggiunse le mie orecchie,

<< Io parlo quanto voglio! Ricordati Malfoy che non intimorisci nessuno con questo tuo fare spocchioso e irritante!>>

Non potevo crederci! Per tutto il tempo in cui siamo rimasti in silenzio raggiungendo la nostra destinazione la Granger non aveva pensato ad altro se non a come attaccarmi! Quell'insopportabile so tutto io! Pensavo di averla zittita per una dannata volta! Ma non avevo la forza di controbattere

<< La cena è alle sette!>> ripetè con voce strascicata 

Dedicai il restante delle ore ad esplorare quel luogo tanto ignoto quanto conosciuto. Guardandomi intorno compresi quanto la mia mente si rifiutasse di ricordare, ogni piccolo dettaglio ritornava alla memoria come se fosse stato un ricordo del giorno prima. Forse è vero quando si dice che i ricordi belli fanno male, perchè io cercavo disperatamente ogni giorno di eliminare da me tutto ciò che mi nuoceva. Alla fine probabilmente avrei eliminato anche me stesso, che ero il maggiore artefice della mia sofferenza. Le mie zone d'ombra procedevano a passo di gigante nel mio animo, eclissando ogni flebile luce che cercava di sopravvivere. Ogni giorno perdevo un pezzo di me, acquistando un pezzo di loro, ogni giorno il mangiamorte che era in me creava crepe nel mio tessuto lacerando la mia anima. 

Proprio in quel momento una ferita ancora non pienamente guarita iniziò a pulsare e un dolore mi invase le viscere, di impeto mi accasciai cercando sostegno su un antico scrittoio lì vicino. Il peso del mio palmo fece scattare un meccanismo e un comparto segreto aprendosi rivelò la presenza di una lettera. Riconobbi la calligrafia, era la mia, l'afferrai con forza ed adagiandomi al muro strisciai fino al pavimento. Il dolore si attenuò in quella posizione e la mia mano smise per un attimo di tremare. Aprì con curiosità la lettera:

Ad Hermione Jean Granger

Sei bella anche quando piangi.

Questa considerazione è maturata in me innatamente quando ti ho vista piangere ieri sera sulle scale. E non era di certo il tuo vestito ad aggraziarti in quell'attimo intimo che è esploso davanti a tutti come una bombarda maxima nel centro di Hogsmeade. Erano gli occhi, quelli che ti facevano splendere. Non ti avevo mai vista così adirata, con un fuoco che ti lacerava le viscere. Per una volta ti ho vista simile a me, per la prima volta ho visto in te della rabbia vera, autentica sprigionarsi da un corpo così esile e fragile. Non so quale fosse la motivazione e nemmeno voglio conoscerla, forse non la capirei, ma voglio che tu sappia che per un attimo ti sono stato vicino anche da lontano, per un attimo ho avuto l'impressione di sentire il tuo battito cardiaco accelerare bruscamente per poi tornare quiete nel momento in cui Potter e Lenticchia ti hanno lasciata sola. Ma tu non eri sola, se avessi distolto l'attenzione da quella scarpa forse un pò troppo stretta ti saresti accorta di me. Ti saresti accorta del mio modo di scrutarti, di cogliere ogni più piccolo frammento di te ed archiviarlo. Ma sono cosciente che anche se tu mi avresti guardato non mi avresti visto, tu non mi hai mai visto.

Ne approfitto per ringraziarti per il ballo e scusarmi se ti sei sentita offesa dalle mie parole pronunciate senza riflettere. La questione è che in realtà quando parlo con te non rifletto mai.

Draco Lucius Malfoy.

Quella lettera fu per me come un anestetico, il dolore fisico lasciò posto a un dolore più tenue, meno nocivo. Avevo il cuore accelerato ripensando alla sera del ballo del Ceppo e ripensandola sola e triste. Lasciai che la lettera sfilasse dolcemente dalla mano e si adagiasse al pavimento.

Non ricordavo perchè non l'avessi spedita, forse per vergogna o per dimenticanza.

Seguirono tante cose brutte da quel giorno.

Il flusso dei miei pensieri mi impedirono di accorgermi immediatamente che sulla soglia della porta una persona stava lì a fissarmi. Era lei, me ne accorsi soltanto quando il suo profumo raggiunse le mie narici e me la ritrovai accanto

<< Malfoy stai bene?>> chiese con un filo di voce 

<<No Hermione non sto bene, non sto mai bene!>> risposi

Probabilmente stavo per perdere i sensi perchè solo in quel momento mi resi conto di aver la camicia macchiata di sangue. Una "vecchia" ferita si era riaperta!


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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 05, 2020 ⏰

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Io, Draco Malfoy- DRAMIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora