5. Decisioni

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Hort's pov

Appena era entrato in quella casa non aveva notato la ragazza seduta sul divano che sorseggiava qualcosa. Era identica a lei. Alla ragazza che lo aveva respinto tante volte e che ormai amava il Gran Maestro. A cui la ragazza che era seduta sul divano somigliava un sacco, anche perché portava una maschera per metà viso... Strano. Comunque gli faceva schifo quel tizio, forse era peggio di Tedros, quasi.
Poi ci aveva pensato e aveva deciso che nessuno era peggio di quel bamboccio senza cervello che si credeva un re. Quando pensava a Sophie con quel mostro sinceramente gli veniva il vomito. Per fortuna, adesso anche lui aveva trovato qualcuno. L'anno dopo la mancata battaglia, stava fuggendo per la Selva dato che Capitan Uncino e la strega di Biancaneve lo avevano visto. Anche usando una cappa di serpente, loro continuavano a seguirlo e lui non riusciva a capire come fuggire, fino a quando non era scivolato e si era fatto anche piuttosto male.
La lanterna si era rovesciata rompendosi e la cappa gli era scivolata via di dosso. Poi qualcuno lo aveva trascinato via e gli aveva tappato la bocca. Il ragazzo non era nemmeno riuscito a vedere in faccia lo sconosciuto. E non aveva cercato di divincolarsi, o almeno dopo un po', perché aveva capito che chiunque fosse l'individuo lo stava proteggendo. Poi aveva sentito delle voci.

- Eccolo, è qui... - aveva detto una voce gracchiante, mentre ridacchiava.

Si sentirono dei rumori di spostamenti, come se stessero cercando qualcosa, o più precisamente qualcuno. Lui.

- Non c'è! - urlò una voce profonda.

- Adesso il Gran Maestro ci ucciderà se scoprirà che era nelle vicinanze dell'accademia e noi non lo abbiamo preso! Uno degli amici della strega... - disse la strega di Biancaneve.

- Ma nessuno lo saprà se non lo racconteremo - ridacchiò Capitan Uncino.

- Non racconterete cosa? - chiese una voce giovane che era molto familiare a Hort.

- Che siamo usciti dall'accademia, mio signore? - disse la strega di Biancaneve.Mio signore?Chi è che chiamava una persona in quel modo? Si chiese Hort.

- Bene, facciamo in modo che questo non risucceda più, non voglio perdere due dei miei cattivi più bravi per quelle sciocchezze - disse la voce giovane. Ora lo riconosceva. Rafal. Aveva sentito la rabbia montargli dentro e l'impulso di attaccarlo e staccargli la testa ma lo sconosciuto protettore era più forte di lui e lo tenne fermo.

- Tornate subito dentro i cancelli e non uscite senza il mio permesso - disse Rafal e poi le voci si allontanarono.

Poi l'individuo lo lasciò e illuminò il dito. Era una ragazza.

- Come diamine...? - disse lui ancora incredulo di essere stato fermato da una ragazza. Una ragazza con il cigno nero sul petto.

- Tu sei Hort? Hort della favola di Sophie e Agatha? - gli chiese quella ragazza con i capelli ricci e la pelle scura, per niente incredula.

- Sì... - rispose Hort incerto - ma tu sei fuggita dall'accademia? -

- Sì, io sono Nicole, e noi  adesso ce ne dobbiamo andare, se ci scoprono qua vicino all'accademia tu muori e io finisco nelle Sale del Malessere, che è forse peggio - rispose lei trascinandolo via. Da quel momento in poi lui si era innamorato di Nicole, erano scappati sempre insieme e si erano sposati, anche se ci aveva messo molto a conquistarla. Qualche anno dopo il loro matrimonio avevano avuto loro figlio: Liam. Lui era molto felice ora, però non sapevano dove trovare una casa per questo avevano chiesto aiuto ad Agatha e a Tedros. Ed ora erano lì in quella stanza a discutere.

- Come ha fatto ad arrivare qui lei? E come mai è così giovane? - aveva chiesto Nicole appena aveva notato la ragazza. Lui non riusciva a parlare, era senza parole. Tedros sembrava sconvolto, Nicole impaurita, perché aveva conosciuto la Sophie cattiva all'accademia, e Agatha... Beh, forse quella che ragionava meglio di loro, nonostante avesse aveva le lacrime agli occhi, lo sguardo infinitamente triste e la voce rotta.

SGE: A Light In The DarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora