Il giorno seguente, fui svegliata da Levi che si alzava dal letto.
Non mi mossi e rimasi ad ascoltare i suoi movimenti.
Dopo del tempo, il ragazzo salì sul letto e mi avvolse con un braccio.
Levi: so che non stai dormendo piccola.
Sussurrò al mio orecchio.
Levi: ti amo.
Aprì lentamente gli occhi e mi aggrappai alla sua camicia.
Io: rimani con me Levi. Ti prego...
Una lacrima, due lacrime, tre e quattro...caddero sul materasso accompagnate dai miei singhiozzi.
Io: ti prego, dimmi che tornerai da me Levi...
Mi accarezzò la testa, abbracciandomi e cancellando le mie lacrime.
Non capivo come mi ero ridotta ad amare così tanto una persona.
Levi: la ragazza che avevo conosciuto, non mi avrebbe mai pregato di dirgli di tornare
Alzai gli occhi su di lui.
Levi: probabilemente, avrebbe preferito vedermi morto assieme a quella carota.
Il suo sguardo si addolcì.
Levi: e la Jein di qualche mese fa non mi avrebbe nemmeno rivolto parola.
Mi dette un bacio sulla fronte.
Levi: e la Jein Stolker di oggi, mi avrebbe imposto di tornare vivo e sano da lei.
Feci la faccia seria e picchiettai con il dito sul suo petto, proprio sopra il cuore.
Io: giuro che se non torni vengo da te, ovunque tu sia, e ti faccio a fettine. Morto o non morto.
Ridacchiò e mi spettinò i capelli.
Levi: è così che ti voglio.
Mi dette un bacio e si alzò, ma non mi promise niente.
Non riuscii ad addormentarmi poi, nonostante non fosse neanche sorto il sole.
Ero troppo in pensiero.
E ancora non riuscivo a capire come la mia indole menefreghista fosse stata cancellata da un'uomo come Levi Ackerman.
Ma forse era meglio così e forse non dovevo capire.
Verso le 8 andai a fare colazione trovandomi totalmente sola.
Il quartier generale era davvero inquietante quando era vuoto.
Anche per una persona come me che era più abituata alla solitudine e al silenzio.
Nella mensa tutte le luci erano spente e la cucina era troppo silenziosa.
Tornai in camera del corvino e ci rimasi per un po'.
Compilai qualche modulo e detti da mangiare ad un cucciolo di gatto trovato nella scuderia.
Mi allenai un po' e spazzolai il pelo al mio cavallo.
Lessi forse 3 libri e poi andai a vedere se nella libreria di Levi trovavo qualcosa di più interessante, infatti fu così.
Rubai una bottiglia di vino e ne bevetti metà.
Andai a dormire tardi, in realtà non chiusi occhio.
La mattina salii sul tetto e rimasi sulla vedetta, volevo vedere se sarebbero tornati in mattinata.
Ma non fu così.
Le ore mi sembravano passare così lentamente senza Levi che in confronto quei 19 anni passati nella città sotterranea erano un minuto nel presente.
Stavo facendo una camminata per il quartiere, quando trovai dei secchi di colore azzurro, verde, grigio e bianco.
Forse mi avrebbero punita, forse no, ma presi i secchi e andai al muro più grande, con l'aiuto del movimento tridimensionale mi calai sul muro e pitturai il simbolo della legione a cui appartenevo.
Calò la sera e io salì sulla vedetta, in lontananza vidi i primi cavalli.
Non so da dove venisse la forza che utilizzai, ma saltai giù e scivolai per le tegole del tetto, afferrai dalla finestra del laboratorio di Hanji tutto ciò che mi serviva ed attivai il M3D e arrivai all'entrata del territorio in pochissimo.
Subito, mi buttai ad aiutare le persone ferite, riuscendo anche a salvarne tre con i medicamenti.
Quando arrivarono, si stupirono del simbolo disegnato sul muro, senza alcun imbarazzo, misi il pugno sul cuore facendo sul saluto e sorrisi fiera.
Un corpo fu o si lanciò letteralmente su di me e per poco non caddi.
Levi: IL MIO FOTTUTO MURO IO TI AMMAZZO!
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Amore di Poche Parole
Action(Levixoc) Una ragazza entra nella legione esplorativa, presa da Erwin che l'ha portata dal sottosuolo per le sue grandi doti. La ragazza è bellissima gentile e adorabile ma ha solo un piccolo difetto non ha intenzione di parlare. E se l'uomo più for...