Mi sono ricordata dell'esistenza di questa ff, scusatemi
Io: ferma quella lingua e vattene a cagare Eren, sto benissimo.
Parve più che gli avessi ruggito quelle parole contro, infastidita a morte dalle domande mentre tutti mi trattavano manco fossi una vecchietta in difficoltà o una mammina in imminente parto.
Eren: ma non è-
Gli misi una mano in faccia guardandolo come avrebbe fatto Levi.
Io: lo senti questo - feci una pausa- voglio ascoltare questo non la tua merdosa voce.
Mikasa per poco non si alzava a mollarmi un pugno per cui mi allontanai tirando i capelli lontano dagli occhi.
Finii di mangiare non so esattamente cosa visto che era stato fatto da qualche matricola che mai ha toccato un mestolo e mi alzai.
Levi si alzò dopo di me, dal tavolo dei caporali, non evitai di sorridergli per fargli roteare gli occhi.
Entrai nella parte dei dormitori alti, quelli dove ero stata messa e mai spostata, entrai in camera sua e chiudei la porta dietro di me poi uscendo dalla finestra con un agile gesto e salendo sul tetto.
Poco dopo, Ackerman mi raggiunse e mi fermò sotto di se.
Levi: Jein, mi conosci a memoria ma io di te conosco così poco.
Mormorò, mettendosi tra le mie gambe e lasciandosi toccare i capelli setosi, nero pece, che mi piacevano tanto.
Io: non c'è molto da sapere.
L'uomo alzo lo sguardo tempestoso su di me, gli sorrisi.
Io: ehm, sono nata lì, nel buco di merda dove mi avete trovata, ehm...
Mi sforzai di ricordare, tuttavia avevo pochi frammenti di ricordo della mia infanzia.
Io: mia...mia madre era una donna giovane, possedeva una bottega, dove lavorava. Avevo un fratello...non ricordo il suo nome, quando se ne andò con tutti i risparmi in proprietà di mia madre ed i suoi, io ero piccola.
I suoi si spostarono dai miei alle nuvole che si spostavano lentamente nel cielo.
Aveva un espressione triste, un po' nostalgica, ma con la sua grandiosa espressività non si capiva un gran ché.
Levi: com'era, tuo fratello?
Io: basso.
Sottolineai.
Io: coglione, dolce, divertente, con le lentiggini e due dentoni, capelli biondo chiaro ed occhi celeste candido, a differenza mia che ho un occhio scolorito.
Levi: sei nata così?
Io: lo fossi stata, mi avrebbero ucciso per chissà quale infrazione della legge della chiesa, non che a qualcuno importi. No, no...un intruglio schifoso creato da me che mi è finito nell'occhio mentre pulivo.
Levi: ha fatto male?
Io: tanto, non vedevo per tipo un mese, forse più.
Mi attorcigliai una ciocca dei suoi capelli al dito.
Io: dopo che mio fratello se ne andò mia madre finí in per dover chiudere la bottega e si suicidò un mese dopo, mollandomi in camera mia da sola all'età di 8 anni. Quando la trovai morta, taglia la corda a cui era appesa e buttai fuori dalla finestra il suo cadavere, pesava davvero tantissimo.
Mi guardò torvo, poi prese la mia mano e né baciò il palmo, mi chiesi perché non mi avesse portato prima a lavarle, le mani, ridacchiai al pensiero.
Levi: che ridi?
Io: nulla.
Mi lanciò una fugace occhiataccia, poi roteò gli occhi e mi prese per il colletto della camicia, tirandomi a baciarlo.
Sorrisi sulle sue labbra e mi guardò dolcemente.
Levi: che hai da sorridere?
Io: cosa non ho per non sorridere?
Mi guardò di nuovo male, io sorrisi di più.
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Amore di Poche Parole
Akcja(Levixoc) Una ragazza entra nella legione esplorativa, presa da Erwin che l'ha portata dal sottosuolo per le sue grandi doti. La ragazza è bellissima gentile e adorabile ma ha solo un piccolo difetto non ha intenzione di parlare. E se l'uomo più for...