II

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Mi arrivò un messaggio, era Greg Lestrade. Il messaggio diceva:

(14:45)Ciao John, ti dovrei dire una cosa.....
(14:46) Sherlock e stato trafitto da 3 pallottole di una pistola all'addome, non so come sia successo, ma appena arrivato, Sherlock era tranquillo sdraiato a terra mentre diceva solo 3 parole: "chiamate John Watson". Allora ti ho variate volte chiamato ma non rispondevi, spero che arrivi subito qui in ospedale.

Stavo tremando. John Watson, medico militare, tremava. Tremavo per Sherlock. Per ciò che gli sarebbe successo. Non persi tempo. Lasciai la cucina, presi il mio cappotto e mi fiondai alla porta di casa.

Chiamai un Taxi che mi diresse all'ospedale.
Avevo i nervi saldi, non sapevo nemmeno io come stessi facendo... Sherlock stava morendo.

Un altro messaggio da Lestrade:

(14:55) John, Sherlock......è grave....
Ha perso molto sangue, non sappiamo se si riprenderà.

A quel punto chiusi gli occhi. Non volevo che accadesse questo. Sherlock mi doveva aspettare, ma era sicuro, anzi sicurissimo che questo caso l'aveva, una volta per tutto risolto.

Dovevo accompagnarlo....

Mi sentii incolpa, non so per quale motivo ma lo feci. Nella mia testa c'era il caos più totale non sapevo che fare.

Scesi dal taxi e come potete immaginare, iniziai a correre verso l'ospedale. Arrivai difronte alla segretaria dove c'era anche Greg con Anderson.

Parlai con Greg:
"Dov'è??"
Lestrade disse: "stanza 288"

Non persi un minimo secondo, iniziai a correre.

Arrivai davanti alla sua porta. Misi la mia mano ancora tremolante sulla maniglia di legno.

Esitai nell'entrare, alla fine mi decisi. Abbassai del tutto la maniglia.
Quello che mi trovai difronte era, era una cosa bruttissima.

Vidi Sherlock disteso su quel letto d'ospedale. Aveva gli occhi chiusi. Il suo respiro era molto, molto lento. Era semi cosciente, quasi in coma, ma non del tutto per fortuna.

Sbarrai gli occhi. Mi misi una mano davanti alla bocca e scoppiai in un pianto silenzioso.

Con gli occhi pieni di lacrime e le guance rigate da esse, alzai lo sguardo. Sherlock era attaccato a 3 macchinari. Uno per il battito, l'altro le medicine ed un terzo, era in caso non respirasse più.

Mi accomodai su una sedia di legno accanto a lui, dopo essermi asciugato tutte le lacrime.

Lo guardai attentamente, stava dormendo. Era bellissimo quando dormiva. Aveva i suoi ricci neri come la pece ma morbidi come un cuscino, tutti spettinati ed uno che gli era finito sul viso.

Il suo viso con quei zigomi facevano apparire a Sherlock un uomo misterioso, e lo era.

Lo osservai ancora per un paio di minuti.

Gli presi la mano quasi automaticamente, e mi misi a giocherellare con quel ciuffetto di capelli, che gli era finito sul suo viso.

Dopo un po'.....

———————
Angoletto Autrice:
Well, come sta venendo?? spero bene!
mi scuso ancora per eventuali errori!

•fra🍂

•un angolo per due•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora