Morte mercé

35 2 0
                                    

Altra canzone quattrocentesca della corte aragonese di Napoli, probabilmente del compositore  Juan Cornago (c. 1400 - dopo il 1475), di cui vi propongo due versioni:

Testo:

Morte mercé, gentile aquila altera,
il tempo passa per crudeltà e spira,
e senza guida solo me trovo in guerra.
Amor cum l'arco teso al cor m'afferra 
che romper in un secon l'aspra cadena 
dal primo jorno strecto che me conduce al sicro(?) del martir.
Amor m'assale credendo a lui fuggire
cercando escampo e mi ritrovo in foco,
a poco a poco moro e vivo poco(?).
Sperando ardendo ormai de jorno in jorno,
lieto vederme solo col dolze riso, 
dappoi che m'hai conquiso,
mostrami crudo, e non me val defesa.

Perdonate l'imprecisione del testo, ma non sono riuscita a trovarlo e l'ho trascritto a orecchio, soltanto che qualche passaggio ancora mi sfugge. Inoltre non ho mai visto una canzone tanto strana, né in metro né in rima. Le uniche rime sono infatti guerra-afferra, il presunto foco-poco e infine riso-conquiso. Per il resto la maggior parte sono endecasillabi, ma non tutti, tanto che non ho saputo come dividerla.

Musica della RinascenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora