Anteprima Gran Premio Heineken del Brasile 2019

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Penultimo Gran Premio della stagione, e lo seguiamo solo perché la sera non c'è nulla di interessante. La stagione è già stata decisa al GP d'Australia, quindi l'unica speranza è di vedere una gara divertente che si ribalterà con le strategie, portando al solito 1-2 Mercedes o alla vittoria di Hamilton.

Circuito: prima si chiamava Interlagos, poi è stato intitolato a José Carlos Pace, ma noi continuiamo a chiamarlo Interlagos perché siamo ribelli nel sangue. O più semplicemente lo conosciamo così e ce ne sbattiamo il churrasco di imparare un nome diverso. Ha 14 curve e 2 rettilinei. Spicca la S do Senna, curva palesemente intitolata al fiume parigino. Negli ultimi anni ha visto decidersi il Mondiale piloti nel 2007, nel 2008 e nel 2012, con l'ultima gioia Ferrari targata 2007, poi solo platani fritti infilati in orifizi particolari. In passato sono successi anche eventi particolari, come quando nel 2004 fu interrotta la terza sessione di prove libere perché due cani si rincorrevano liberamente alla Junçao, e fu l'unica lotta interessante in una stagione dominata dalla Ferrari.

Gara 2018: Vettel parte in prima fila ma ha un problema ad un sensore e viene superato da Bottas, poi da Verstappen e poi da Raikkonen, che però deve aspettare l'ordine di scuderia. Nel frattempo Ericsson, autore di una super qualifica, parte così così, poi un contatto con una Haas ("I think Ericsson hit Haas", semicit) lo relega in fondo fino al ritiro. Verstappen è primo e si è ripreso la posizione su Hamilton dopo il pitstop. Al giro 44 Esteban Ocon decide di "matar dois coelhos com uma tacada só" regalando il Costruttori alla Mercedes e la vittoria a Hamilton mandando Verstappen in testacoda, ma il karma gli urla "Chupa uma pila!" e Ocon si ritrova addirittura senza un sedile per il 2020. Negli ultimi giri c'è qualche sorpasso a caso, in Toro Rosso si litiga per un non precisato driver swap, finché Hamilton non vince la gara e la Mercedes il Costruttori. Nel post-gara Verstappen spintona Ocon nel paddock, con una scena vergognosa. Dopo una roba del genere ci vogliono i cazzotti sui denti, non le spintarelle della quiquiriquinha.

Vediamo come le squadre hanno preparato la corsa di quest'anno, pur consapevoli che ormai l'unica lotta interessante è quella verbale tra i bibitari cazzari e il cavallino zoppo.

La Mercedes ha già vinto, quindi è inutile parlarne. Se volete informarvi usate i loro canali social. Attenzione a Hamilton, che è dall'Ungheria che si punzecchia con Verstappen, quindi i due potrebbero mettersi a vicenda delle puntine da disegno sui sedili. Bottas se la riderà di gusto come faremo noi da casa.

Ferrari e RedBull ormai non se le mandano più a dire, tanto ogni mattina un "giornalista" fallito si alza sparandola grossa sulla Rossa. Tipo me, ma io almeno sono ironico. E comunque i due team devono preparare la corsa, perché va bene tutto ma è lì che devono dimostrare di avere ragione. La Scuderia di Maranello si atterrà al detto "Fazer alguem de gato e sapato" (fare di qualcuno un gatto e una scarpa), quindi probabile prima fila o passo gara competitivo con una mescola tra venerdì e sabato, e gara gettata alle urtigas. Vettel dovrà sopportare ancora 2 gare poi finalmente potrà bersi una Paulaner per dimenticare una tra le peggiori stagioni della Ferrari. Lui però è fortunato, il suo contratto scade il prossimo anno, mentre noi tifosi dovremo sorbirci 'sta roba per chissà quanti anni ancora. Leclerc pronto al solito weekend in cui verrà elogiato, sempre che ci accorgeremo della sua presenza in gara. La RedBull l'anno scorso è stata molto competitiva, quindi questa stagione potrebbero anche vincere, visto che Ocon c'è ma tanto sta fermo al box Mercedes. Verstappen pronto a "encher linguiça", dicendo che la Ferrari ora non bara più per quello non vince, ricevendo insulti riguardanti il presunto passato torbido della sua genitrice (genitore 1), ma tanto lui è il bad boy della situazione e può permettersi qualunque cosa. Speriamo tutti che qualcuno si permetta di rifilare due pedate nel cu a questa cara de pau. Albon farà di tutto per essere ultimo al primo giro per poi rimontare e chiudere nella Top 6, solo per dimostrare a Marko che lui sa sorpassare. 

Ci sono 38 punti a separare McLaren e Renault. Sainz e Norris ormai sono gli idoli del mondo quindi vedremo chi si inventerà la battuta più simpatica. Ricciardo ha ormai capito di aver comprado gato por lebre, quindi per il 2021 sarà più accorto. Vedi a seguire i consigli di Alonso? Hulkenberg ormai è senza sedile in Formula 1 e la scuderia vuole già abituarlo per il futuro facendolo guidare in piedi.

Lotta molto più aperta tra Racing Point e Toro Rosso. Un solo punto distanzia le due scuderie, più perché in Toro Rosso hanno preferito concentrarsi sul chiamarsi con un nome di merda piuttosto che sulla macchina, che per meriti della Racing Point. Occhi puntati su Kvyat, che fuori dal paddock ha l'aria da intellettuale ed è un ottimo poliglotta (parla spagnolo, italiano, russo e inglese correttamente), in pista invece è il guscio blu di Mario Kart. Gasly invece pronto ad andare a punti per cercare di strappare il settimo posto a Sainz nel Mondiale Piloti. Non è una battuta. La scuderia del colore di Peppa Pig ha un Pérez ritrovato (sempre a punti eccetto a Singapore, dove si è ritirato), e uno Stroll che ha subito l'effetto opposto, ma a nessuno importa proprio perché è Stroll.

Ottavo posto per l'Alfa Romeo, che combatte tra la delusione di non poter raggiungere il settimo posto e l'euforia di non poter essere raggiunti dalla Haas. Kimi i miracoli non li può fare, anche se l'ultimo l'ha compiuto qui nel 2007 regalando l'ultimo titolo piloti alla Ferrari e portando il Costruttori l'anno successivo. Giovinazzi ha rinnovato sperando che questo gli regali dei punti nella classifica mondiale.

La Haas nona è distanziata solo di 7 punti dall'Alfa Romeo, e potrebbe anche raggiungerla cambiando macchina. Magnussen è quello che ha portato più punti alla scuderia (20), per dire il livello. Grosjean di punti ne ha 8 ma in compenso ha avuto più sfighe quest'anno che in tutta la sua carriera.

Chiudiamo con la Williams, con un misto di beffa e amarezza, ma la realtà è più grottesca della fantasia. Kubica ormai ha chutado o pau da barraca, e ha capito che tornare in F1 è stata una cagada em ré maior, anche se ha conquistato l'unico punto della Scuderia. Russell invece spera che con l'anno prossimo la situazione possa migliorare, un po' come sperare che Bolsonaro riacquisti il senno e salvi l'Amazzonia. Ad ogni modo supporto morale ai due piloti, perché guidare un acarajé senza mai lottare con nessuno dev'essere frustrante. Se non altro, l'anno è ormai finito.





F1 2019 - Stagione raccontata in maniera ironicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora