1 Capitolo

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India, stato del Bengala occidentale, Eva si trova nella foresta le Sundarbans. Corre, la sua mano stringe forte quella della sua amica Helena che fa fatica a starle dietro.
Si nascondono dietro a degli alberi, flette la testa e la appoggia alla sua corteccia, cerca di riprendere fiato, sono troppo stanche e le gambe stanno per cedere, Eva chiude gli occhi ma sente gli ululati, le fanno venire i brividi e accapponare la pelle, sono sempre più vicini.
Riprendono a correre, Eva continua a girarsi e guardare sopra la sua spalla ma il branco è a due passi da loro.
Il suo cuore pompa freneticamente.
Ha la fronte imperlata di sudore, il viso pallido, ansima pesantemente, il petto si alza e si abbassa ad un ritmo rapido, ha gli occhi pieni di ira e trema per la rabbia, ma ha paura.
Vede un casolare abbandonato e trascina dentro anche la sua amica.
Si nascondono lì al buio, soltanto la luna diffonde il suo pallido chiarore, illumina e tinge di argento tutto ciò che colpisce con i suoi raggi, lasciando vivere il nero delle ombre della notte che come un ragno fila e tesse la sua tela per intrappolare la sua preda.
Sente un miscuglio di suoni, il rumore del vento che soffia tra gli alberi che fa danzare le foglie e così pian piano si spogliano, sembra che vogliano liberarsene, poi sente un lampo seguito dal tuono e la pioggia che cade provocando un suono scrosciante quando tocca la terra.
Gli animali che corrono impauriti cercando un riparo.
E lei è lì che osserva quella tempesta proprio come quella che ha dentro, guarda un punto indefinito ma il suo sguardo è vuoto, assente.
Ha i capelli neri lunghi mossi legati disordinatamente, occhi verdi come uno smeraldo quasi trasparenti con i bordi di un blu intenso, folte ciglia, naso piccolo, bocca carnosa, pelle chiara, il corpo avvolto da larghi vestiti per coprire le sue forme perfette, abbastanza alta, appoggia una mano nel vetro di una finestra.
"Eva...vieni via possono vederti"
Si gira lentamente e guarda la sua amica alta quasi quanto lei ha i capelli rossi anche lei la pelle chiara e occhi azzurri come il mare limpido.
"Helena stai tranquilla, qualsiasi cosa succede dobbiamo rimanere unite"
Una bugia per mascherare ciò che invece nasconde dentro di sé, tristezza, terrore, rabbia, confusione, un miscuglio di sentimenti che attanagliano il suo cuore in una morsa e lei aspetta che il suo cervello si ricompone, la paura non la fa ragionare correttamente, le emozioni le arrivano come le onde del mare in tempesta.
Ed ecco che si sente un rumore, è il branco e le hanno trovate, corrono verso di loro.
Li vede, sono maestosi, enormi.
Eva indietreggia spaventata ma nel frattempo qualcuno butta giù la porta già malmessa e succede tutto in un attimo.
Non hanno il tempo di difendersi che delle braccia forti avvolgono il corpo delle ragazze e il buio prende il sopravvento oscurando anche la loro anima.
Eva si risveglia dopo tempo più confusa di prima, la testa le pulsa maledettamente e si chiede da quanto tempo è lì priva di sensi.
Un odore pungente riempie le sue narici provocandole conati di vomito, una puzza di sangue e marciume, istintivamente mette una mano sul naso. Guarda un po' in giro e nota che si trova in una prigione e la sua amica è stesa a terra priva di sensi.
"Helena...Helena svegliati, Helena rispondimi. Maledetti cani...li uccidero' tutti se le hanno fatto del male"
Ma fortunatamente l'amica apre gli occhi e si mette seduta ma non ha il tempo di parlare che la cella viene aperta e le ragazze vengono trascinate fuori lungo dei corridoi, attraversano una porta e su per delle scale fino a raggiungere una grande sala dove sopra un podio c'è un trono con dei lupi in rilievo e una corona centrale tutto in legno, c'è una grande vetrata e oltre un giardino con un gazebo bianco, dei viali e fiori di molti tipi.
La sala è con mobili stile antico in legno massiccio.
È molto grande e sembra più una sala riunioni.
Ma ciò che nota maggiormente è un uomo, in piedi, spalle larghe, braccia lungo i fianchi.
Un brivido si diffonde in tutto il suo corpo.
Si gira, non vedono i loro occhi ma i loro sguardi, ciò che la loro anima nasconde.
Alto quasi due metri ha i capelli neri ondulati lunghi oltre le spalle, occhi blu come la notte, bocca carnosa, pelle scura e un corpo possente, muscoloso.
Il suo sguardo è minaccioso, cattivo, malvagio che assorbe tutto ciò che lo circonda.
Helena per timore si inginocchia ma Eva rimane in piedi.
Una delle guardie la spinge talmente forte che cade giù, con la faccia per terra, proprio vicino a quell'uomo.
"Inginocchiati davanti al Re degli Alpha...schiava"
Dice la guardia urlando.
Tutto si annulla intorno a loro, sono uno di fronte all'altra, Eva in ginocchio lui in piedi, ma una strana sensazione si insinua nella loro mente, sono come due poli opposti che si respingono ma le loro anime si riconoscono e si accarezzano, due forze uguali e opposte.
L'Alpha scuote la testa e ritorna con un'espressione dura in volto.
Lei sente la pelle bruciare, un calore improvviso si impossessa del suo corpo, si sente indifesa, nuda.
L'Alpha si avvicina e si inginocchia, la afferra per i capelli e la fa alzare, poi si allontana da lei.
Un'onda di potere la colpisce facendole muovere leggermente i capelli, come un vento caldo che la investe in pieno.
Lui tiene i pugni stretti lungo i fianchi, i suoi occhi la inchiodano e sembrano lanciare fiamme ardenti.
Qualcosa dentro di Eva causa un senso di oppressione, la testa le gira vertiginosamente, il suo ritmo cardiaco aumenta, si sente soffocare.
Vampate di calore la investono miste a brividi di freddo.
La nausea la invade e sente un dolore forte al petto.
Si sente dentro una trappola, braccata, inerme e c'è una presenza che la avvolge e la stringe forte a sé.
La sua anima reagisce a questa forza.
Lo sguardo dell'Alpha la penetra dentro e si sente di nuovo nuda di fronte a lui e anche se è lontano sente le sue mani avvolgere il suo corpo, accarezzare lentamente facendole provare piaceri mai avuti prima.
Lei chiude gli occhi e geme.
Si ridesta e si ricompone ma un'impeto di rabbia la assale, apre gli occhi e lo vede lontano.
Tutto intorno a loro inizia a vibrare come se una forza sconosciuta li investe, poi tutto si ferma.
"Chi siete voi? Chi vi ha dato l'ordine di entrare nel mio territorio?"
Dice L'Alpha con un tono di voce basso e cupo.
Eva guarda i suoi occhi e sono totalmente neri.
Lui si avvicina e la afferra per le spalle ma la lascia improvvisamente, si allontana come se ha preso una forte scossa, ha un'espressione stupita, il volto leggermente declinato e la osserva curioso.
Ma dura poco perché il suo viso si indurisce all'istante.
Eva lo guarda, i loro occhi emanano scintille di fuoco incandescente.
"Non ho niente da dire, devi lasciarci andare"
Dice lei in tono di sfida.
L'Alpha si avvicina e tutta la sua rabbia prende corpo in uno schiaffo che costringe Eva a girare il volto da un lato.
Rimane un attimo ferma con la mano poggiata sulla guancia dolorante ma dopo alza la mano in un impeto di rabbia pronta per colpirlo, ma lui circonda il suo polso con la mano, le gira il braccio dietro la schiena e la tira schiacciandola contro il suo corpo.
Sorride ironico, il suo sguardo si fa' profondo, malizioso.
"Forse non hai capito chi comanda!"
Afferma con un sorriso beffardo mentre la lascia andare.
Eva inarca le sopracciglia, ha le braccia lungo i fianchi e le mani chiuse con le dita piegate fortemente strette sul palmo.
Fa qualche passo avanti.
"Non ho paura di te...non ho paura di niente e di nessuno"
Lui si avvicina ancora e sussurra a Eva nell'orecchio.
"Sono qua...perche' non mi uccidi, non devi uccidere tutti i cani? Prova...inizia con me vediamo se ci riesci"
Lei sbarra gli occhi e si chiede come fa a sapere quello che aveva detto prima, visto che non era con loro.
La guarda in maniera torba ma all'improvviso la prende per la maglietta e la tira verso di sé, le afferra il volto e la bacia con violenza e i fiumi della sua essenza si introducono nella bocca di lei ma Eva lo morde facendogli sanguinare il labbro, l'Alpha passa la lingua raccogliendo quel sangue in modo sensuale, ma la ferita è già chiusa.
"Portatele via, da Miriam lei sa cosa fare e fatevi un
bagno "
Dice ridendo guardando Eva.
"Puzzi come una fogna"
Continua lui.
Le guardie prendono le ragazze e le portano via ma mentre si allontana Eva continua a guardarlo con ira.
<Stronzo>
Pensa, ma lui sorride.
Le accompagnano in cucina dove una donna sui
cinquant'anni le accoglie.
Magra non molto alta capelli brizzolati, occhi castani.
"Venite, ci penso io a loro voi potete andare"
Dice rivolgendosi alle guardie.
"Vi faccio vedere le vostre camere così vi fate una bella doccia calda. Un'altra cosa non lo provocate, Ethan è il nostro Re e dovete rispettarlo se ci tenete a rimanere vive e non provate a scappare perché ovunque andate vi trova, è inutile nascondervi"
Dice camminando avanti.
Eva e Helena la seguono verso l'Ala Nord dell'immensa villa riservata alla servitù, mostra le loro stanze e Eva entra nella sua.
Abbastanza spoglia, c'è un lettino, un comodino e un piccolo armadio.
Prende la biancheria intima una maglietta pulita e dei pantaloni, delle scarpe basse, comode e va verso il bagno annesso alla camera sempre piccolo ma con la doccia.
Dopo essersi lavata asciugata e vestita sente bussare e ancora prima di risponderela porta si apre.
"Eva sei pronta?"
Dice la sua amica.
"No...non sono pronta ma dobbiamo andare lo stesso giusto? Già lo odio
quell' Alpha dei miei stivali"
"Si vede lontano un miglio che lo odi"
Dice l'amica ridendo.
"Smettila...non è divertente vuoi morire per caso?"
Risponde Eva arrabbiata.
"Non mi uccideresti mai e lo sappiamo entrambe."
Helena risponde sicura.
Escono dalla stanza e vanno verso la cucina mentre Eva borbotta.
"Tanto non ci sto qua, questa notte ce ne andiamo"
Dice sicura di sé ma la sua amica l'afferra per il braccio e la ferma.
"Vuoi farci uccidere? Hai sentito cosa ha detto quella donna? È inutile scappare"
Risponde spaventata.
"Mi conosci bene io non voglio rimanere qua un secondo di più o vieni con me o vado da sola"
Dice Eva sicura di sé.

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