2 Capitolo

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Eva e Helena dopo essersi sistemate escono dalla stanza e vedono due ragazzi fuori dalla porta.
Tutti e due sono alti muscolosi uno capelli castani e occhi verdi l'altro con capelli biondi e occhi azzurri.
Helena li guarda con gli occhi a cuoricino, e un sorriso sulle labbra, Eva la scuote.
"Che c'e...e' vietato guardare forse?"
"No Helena ma tu non stai semplicemente guardando, tra un po' te li mangi con gli occhi quei due, smettila per favore è imbarazzante"
"Sei di ghiaccio tu dovresti scioglierti un po' e goderti la vita. Magari quel bel fustacchione di Ethan ci riesce"
Dice Helena sottovoce, guarda la sua amica con un sorriso, Eva per lei è sempre stata il suo punto di forza, dolce ma anche combattiva un fiore prezioso da curare e proteggere.
I ragazzi le accompagnano, oltrepassano delle porte simili a quelle delle loro camere.
Eva non sa dove si trova, né in quale città.
Dov'è situata quella villa?
Per quel poco che è riuscita a vedere attraverso qualche finestra ha notato soltanto alberi.
Eva si osserva un po' in giro, adesso sono di nuovo in cucina.
Miriam le accoglie con un sorriso.
I mobili sono sempre in legno, c'è un camino che serve sia per riscaldare che per cucinare, infatti da all'ambiente calore e accoglienza, un lungo tavolo con sedie e delle cassapanche posizionate negli angoli, delle credenze e una porta su un lato della stanza che conduce in giardino.
Miriam spiega quello che devono fare.
Ma Eva è sbadata, la sua mente è lontana, stranamente si sente vuota come se le manca qualcosa, come se ha perso una parte di sé una parte dell'anima, c'e' qualcosa di importante ma le sfugge e più ci pensa più non riesce a ricordare o a capire di cosa si tratta.
I pensieri di Eva vengono interrotti da Miriam.
"Allora so che avete molte domande da fare ma non tutte possono avere una risposta purtroppo e adesso non è il momento adatto"
"Quanto tempo siamo rimaste in quella prigione?"
Chiede Helena.
"Poco, una notte soltanto. Di solito ci marciscono in quel posto ma Ethan da quando siete arrivate è...strano nervoso, agitato, non capisco il perché"
Dice Miriam in un sussurro quasi a voler cercare una risposta concreta più per sé stessa che per le ragazze.
"Di dove siete?"
Chiede allora la donna.
Eva guarda Helena e adesso si rende conto di cosa non và in lei.
I ricordi.
Ricorda il branco che le seguiva, loro che correvano, ma prima? Chi è lei? Da dove proviene? Chi sono i suoi genitori? E dove abita? Non ricorda niente.
Cosa è successo di così grave da farle perdere addirittura la memoria, il suo passato, le sue emozioni, i ricordi belli ma anche quelli tristi.
Qualcuno o qualcosa ha cancellato tutto in lei come un semplice colpo di spugna.
Perché si chiede?
E se fosse stata lei stessa a farlo?
"Helena...tu ricordi qualcosa? Perché eravamo nel bosco? Cosa è successo?"
La sua amica la guarda confusa ma non risponde Eva la conosce fin troppo bene e sa che le sta nascondendo qualcosa.
"Helena mi nascondi qualcosa?"
Le chiede infatti.
"Io? Emm... No ma cosa dici, io non ti nascondo niente perché dovrei?"
"Allora dimmi perché non ricordo niente, cosa è successo?"
Dice Eva mentre si avvicina alla sua amica.
"Perché stai tremando? Di cosa hai paura o di chi?"
Continua Eva
"Ragazze pensate a lavorare non è questo il momento di discutere"
Interviene Miriam adirata.
In silenzio Eva continua a lavorare, devono preparare il pranzo perché ci saranno degli invitati.
A disturbare la quiete è un frastuono che proviene dal corridoio, dei passi svelti, il baccano e le urla seguite dal pianto disperato di una bambina che entra in cucina come un terremoto e punta Eva con lo sguardo.
Una ragazza irrompe nella cucina
"Sophia"
Urla ma un'altra voce si sovrappone alla sua.
"Jenny cosa hai combinato?"
"Oh cavolo...adesso mi uccide"
"Ethan è tutto a posto giuro, Sophia sta bene"
Sussurra quella ragazza.
La bambina rimane immobile per pochi secondi poi prende la rincorsa e va' ad aggrapparsi come una sanguisuga in una delle gambe di Eva.
L'urto e la forza di quella bambina sono talmente forti che Eva perde l'equilibrio e cade a terra seduta arretrando di un bel po'.
Il contenuto di ciò che aveva in mano salta e piove giù come neve depositandosi addosso a lei e alla bambina.
"Accidenti"
Dice Eva.
L'Alpha guarda le due e non sa cosa fare, rimproverare la bambina o addirittura arrabbiarsi.
"Jenny a te ti sbatto in prigione e a lei la porto in cantina fino a quando non la smette si frignare e di disubbidire"
Dice alla fine L'Alpha prendendo la piccola per un braccio e trascinandola via, Eva lo raggiunge e si mette davanti a loro.
Nel frattempo quell'altra ragazza Jenny fa dei segni strani con le mani, Eva la guarda con le sopracciglia inarcate e la testa inclinata perché Ethan le blocca la visuale con la sua stazza, non capisce cosa vuole.
La guarda bene ha i capelli castani lisci lunghi legati in una coda alta, gli occhi castani arrotondati con folti ciglia, più bassa di lei ha un paio di pantaloni e una maglietta aderente, abbastanza magra.
Ritorna a guardare l'Alpha e la bambina che ha i capelli neri e gli occhi blu come la notte.
Ed è come se riceve un colpo al cuore senza capire perché di questa strana reazione visto che nemmeno conosce quell'uomo, ma ritorna in sé e adirata si rivolge a lui.
"Non stai dicendo sul serio? Non puoi chiudere una bambina di cinque anni..."
"Quattro anni"
La corregge Ethan interrompendo il suo discorso continuando a parlare.
"E io faccio quello che mi pare, forse non hai capito bene il tuo ruolo qua né chi comanda e se continui così ti rispedisco in cella e ti lascio morire lì di fame"
"Io voglio lei...voglio rimanere con lei...ti prego, per favore"
Dice la bambina facendo gli occhi dolci.
L'Alpha sospira e sbuffa.
"E va bene sarà lei ad occuparsi di te, tu Jenny non perderle di vista nemmeno un secondo o questa volta ti taglio quella testa vuota di netto dal corpo"
"Cosa!? No aspetta un attimo io non sono una balia. Non so nemmeno come si fa"
Dice Eva adirata.
"Tu non mi piaci sei scialba, magra e stupida ma alla mocciosa sembra che le piaci non so per quale motivo o che cosa vede in te di così interessante ma per me è sufficiente. E questo è un'ordine non una richiesta"
Dice Ethan ringhiando poi si avvicina a Eva.
"E se le succede qualcosa per colpa tua puoi considerarti già sottoterra, anzi puoi iniziare a scavarti la fossa"
"Neanche tu piaci a me sei prepotente, dispotico e chissà chi ti credi di essere soltanto perché sei alto quanto una montagna e hai qualche muscolo al posto giusto e forse un bel viso e un corpo diciamo ben definito"
Eva non riesce a contenere la rabbia e continua a non capire perché quell'uomo le fa quell'effetto è come una marea che sale e poi si abbatte violentemente sugli scogli portando via ogni cosa.
Ethan si avvicina a lei e Eva inizia ad indietreggiare fino a quando trova il muro ed è costretta a fermarsi.
Deglutisce a fatica, il cuore le batte forte, lui con un'estrema lentezza le poggia le dita sul mento, le ruota la testa da un lato e le sussurra all'orecchio abbassando il tono della voce e facendole venire i brividi.
"Senti piccola tu parli troppo per i miei gusti sei sicura di quello che dici? Sei consapevole di ciò che dice il tuo corpo? Perché il tuo corpo parla anche se dici bugie e dice l'opposto di quello che pensi ma soprattutto mi risponde e anche bene"
Si avvicina maggiormente è sfiora la pelle.
"E scommetto che sei bagnata"
E le parole arrivano come un vento caldo che le sfiora la pelle e le penetra dentro in ogni cellula, Eva chiude gli occhi e un profumo di fresco la avvolge, un profumo di fiori e di nuovo sente le sue mani in ogni parte del corpo facendole venire i brividi.
Non sa come ma Eva alla fine apre gli occhi e riesce a svincolarsi da lui scappando.
"Sei un prepotente e sei troppo sicuro di te stesso ma con me non attacca, io non sono una tua preda"
Dice con gli occhi fiammeggianti.
" Si che lo sei, ma non l'hai ancora capito tanto sei stupida, anzi non vuoi ammetterlo e ti piace questo ruolo. Pensi di riuscire a scappare via da me? Ti sbagli"
Dice Ethan ridendo mentre si allontana e esce dalla cucina.
"Alpha dei miei stivali...tse"
Borbotta lei mentre si gira e vede che le altre hanno osservato tutto con stupore ma anche con terrore.
"Vuoi farti uccidere? Sei fuori? Nessuno parla in quel modo al Re"
Dice Jenny sconvolta.
"Ma io non sono nessuno ho un nome e non ho paura di lui"
"Tu vuoi morire. Vieni andiamo ti faccio vedere la camera di Sophia e la prossima volta fai attenzione a ciò che dici"
Jenny inizia a camminare seguita da Eva e dalla piccola .
Eva guarda la sua amica puntandola, ma Helena tira un sospiro di sollievo e la saluta con la mano.
"Non abbiamo finito noi due"
Eva la minaccia e la guarda in maniera truce sa che le nasconde qualcosa.
Lungo un corridoio vanno verso la zona Est dove ci sono le camere padronali, le porte sono diverse sempre in legno ed in una c'è intagliata una corona.
"Quella è la camera di mio fratello"
Dice Jenny a seguire c'è la cameretta della bambina.
Eva continua a girarsi perché ha la sensazione di essere seguita si sente osservata continuamente da occhi famelici e sente ancora quel potere avvolgere il suo corpo.
Jenny la guarda e sorride.
"È mio fratello, lui ha occhi dappertutto, é uno dei suoi tanti poteri"
"Cosa? Mi vuoi dire per mi osserva continuamente?"
Dice Eva perplessa.
"Si quando gli interessa qualcosa guarda con gli occhi della mente"
"Non sa proprio cos'è la privacy tuo fratello vero?"
"No...lui è L'Alpha e può tutto"
Risponde sicura Jenny.
"Forse con gli altri ma non con me"
Dice Eva mentre entrano in una camera.
Un letto a baldacchino è posto in una parete, i mobili sono chiari, c'è un armadio grande e una libreria piena di libri di ogni genere, vicino c'è una scrivania, una porta che conduce in un bagno grande e un lettino è posto difronte al letto a baldacchino.
"Qua dormirai tu e lo so Sophia non ama le bambole o altri giocattoli, lei é una bambina particolare, speciale"
"Vedo, lei è..."
"Si, la figlia di Ethan e io sono la sorella, abbiamo lo stesso padre ma madri differenti, lui è di razza pura nato da due licantropi originali invece mia madre e' umana e non è sposato"
"Non mi interessa comunque ha la compagna e ha una figlia"
Eva risponde un po' delusa.
Jenny sorride e la guarda.
"La madre di Sophia non è la sua compagna"
All'improvviso la sua espressione cambia e diventa triste.
"Mio fratello non ha mai trovato la compagna e non sente quel richiamo lui...non riesce ad amare se non se stesso e l'unica che gli strappa un sorriso é Sophia, sembra quasi che ha una maledizione addosso.
Tu non conosci mio fratello, lui è...non è più lo stesso sembra che gli hanno strappato via l'anima e il cuore, non ha pietà di nessuno"
Dice tristemente.
"Ma tuo fratello non conosce me è non mi interessa se è il Re degli Alpha o chi si crede di essere ma io non amo le ingiustizie"
Replica Eva stringendo le mani talmente forte da farsi male.
"Basta discutere abbiamo un mare di cose da fare con Sophia, vieni che ti mostro la palestra dove ci alleniamo. Vieni Sophia andiamo, facciamo vedere a Eva il giochino che ti piace tanto"
"Siii...vieni"
La bambina prende la mano di Eva e la trascina verso il bagno.
Così dopo aver fatto una doccia a Sophia e averla cambiata vanno verso la cucina.
Ma Eva cambia direzione e va verso la sala del Trono.
"Ehi...ma dove vai?"
Chiede Jenny.
"A dire a tuo fratello che deve rispettare la privacy altrui"
Risponde Eva abbastanza arrabbiata.
"Vuoi proprio morire?"
Jenny risponde...ma Eva è già lontana seguita dalla piccola Sophia.

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