Capitolo 14

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Sento dei passi provenire dall'interno, il mio cuore accelera e attendo impaziente.
La porta di legno si apre, mostrando davanti ai miei occhi una donna di una bellezza innaturale dall' esile corpo che veste una tuta. Probabilmente sarebbe uscita a momenti. I suoi capelli riccissimi lunghi fino alle spalle le ricadono attorcigliandosi in ciocche castane e con sfumature bionde. I lineamenti del suo viso sono delicati e mettono in risalto due labbra carnose. Due occhi verdi come le praterie irlandesi e che sembrano fatti di diamante smeraldo mi scrutano curiosi.
Quegli occhi verdi.
Il mio stesso colore.
Hanno qualcosa di familiare.

Troppo famigliare

-Ciao! Hai bisogno?- La sua voce melodiosa mi riscuote da quella visione.

-Ehm... buongiorno. Non riesco più a trovare la strada di casa. Stavo cavalcando e mi sono ritrovata qui.-
Indico il morello che sta brucando tranquillamente vicino allo steccato oltre il quale alcuni cavalli si sono avvicinati curiosi.

-Oh... stavi cavalcando a pelo? Anche io lo facevo quando ero giovane. Ormai non ne sono più grado!-
Parla con un sorriso stampato sulle labbra, poi all'improvviso diventa seria e scuote la testa come scacciando qualche pensiero.

-Scusa, non mi sono ancora presentata! Sono Rebecca, piacere!- Allunga la mano verso la di me.

-Piacere, Either!-
Le stringo la mano ma la sua espressione prima curiosa e allegra ora tramuta in incredula e confusa al sentire il mio nome.

-Entra pure! Il frisone...-

-Keranem-

- Ok, Keranem, se vuoi, lo faccio entrare nel recinto insieme agli altri.-

-Certo, grazie.-

Si incammina verso l'entrata della recinzione e mentre la apre, io mi dirigo da Keranem che senza che io lo chiami mi è già di fianco con le orecchie dritte, pronto ad ascoltarmi.

Sorrido al suo modo di fare. E' il cavallo più bello che abbia mai incontrato. Schiocco la lingua e lui mi segue. Dopo averlo fatto entrare, la donna e io ci incamminiamo verso la casa.

-Si vede che te e il tuo cavallo avete un fortissimo legame.-

-Grazie, ma a dire il vero non è proprio mio.-

Attraversiamo insieme la soglia e mi ritrovo in un accoglientissimo salotto al centro del quale scoppietta un vivace fuoco.
Mi avvicino a questo che ora mi attrae più di ogni altra cosa.

Sussulto al sentirne il calore, allungo entrambe le mani e le strofino per scaldarle. I miei piedi invece al contatto con il calore del fuoco mi sembrano ghiaccio che si scioglie, sono gelati e io non li sento quasi più.

Indosso ancora la felpa che mi ero presa ieri ma non aiuta a scaldarmi quanto lo fa il fuoco in questo momento. Sento finalmente il sangue che mi scorre caldo nelle vene.

Rebecca nota il mio atteggiamento e mi chiede se voglio qualcosa di caldo. Acconsento senza dubitare e mi invita a sedermi. Faccio come dice e solo quando mi sono accomodata su un rosso divanetto davanti al camino mi guardo intorno.

Le pareti sono fatte in legno chiaro come ogni mobile e un grande tappeto peloso occupa la maggior parte del pavimento siccome la stanza non è tanto grande. Delle finestre che danno sul giardino davanti alla casa sono coperte da delle tendine bianche fatte di pizzo.

L'ambiente è veramente carino come mi sembra Rebecca: dolce, gentile ed accogliente.
Sulle pareti ci sono dipinti di cavalli e paesaggi. Sono spettacolari tanto che rimango a fissarli come un' ebete.

-Ti piacciono, vero?-
Quella voce mi riporta alla realtà e mi giro verso la donna.

-Sono più che belli!! Sono senza parole, davvero!!!!! Chi li ha fatti?-

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