Andarono in macchina, in quanto gli autobus erano inesistenti o comunque passavano uno ogni due ore. Dopo aver girato il parcheggio per venti minuti, riuscirono a trovare un buco in cui inserire la macchina rigorosamente in retromarcia, infatti Cristina si sentiva orgogliosa di sé ogni volta che effettuava quella manovra. Il mercato iniziava subito dopo l'angolo della fine del parcheggio e già da lì si poteva sentire il profumo delle noccioline tostate proveniente dal furgoncino dei dolci. Giorgia era così contenta di essere lì, faceva tutto parte della sua vita. S'incamminarono e dopo aver superato le transenne che chiudevano la strada, vietando il transito a qualsiasi tipo di motore, vennero avvolti dalla folla schiamazzante. C'erano bambini che correvano ovunque, mamme con i passeggini che camminavano tranquille godendosi quella splendida giornata di sole, anziani che si fermavano ai banchi di antiquariato e parlavano tra di loro esclusivamente in dialetto veronese. Qualche gabbiano volava sopra le loro teste, attirati principalmente dal profumo di cibo che veniva dal banco salumi, contenente anche diversi tipi di formaggio. Giorgia adorava guardare i gabbiani volare, ma solo ad una discreta lontananza, non sopra la propria testa. Era ancora impresso nella sua mente il ricordo di quando a dieci anni, mentre stava mangiando un gelato proprio in quel posto, seduta ad un tavolino con suo padre, un gabbiano centrò in pieno la sua pallina alla vaniglia... con le feci. Sicuramente un bellissimo scenario, soprattutto perché la piccola Giorgia non se ne accorse immediatamente e se non fosse stato per Pietro, probabilmente le sarebbe venuta qualche strana malattia, perché stava per addentare il suo amatissimo gelato, che alla fine finì nel cestino. E lei pianse.
Eric la fissava divertito mentre lei era costantemente con lo sguardo per aria e scattava abbassando leggermente la testa, ogni qualvolta un gabbiano le planava vicino.
«Non ti piacciono?» chiese lui.
Lei lo guardò per un secondo, per poi tornare in allerta. «I gabbiani dici? Sì belli, ma non quando ti fanno la cacca sul gelato».
Eric rise immaginando lo scenario assurdo. «O sugli capelli».
«È sui», sottolineò Giorgia, «non sugli. È grammaticalmente scorretto. Non senti come suona male? "Sugli capelli"» scrollò le spalle con un'espressione disgustata. «"sui capelli" invece ha un suono molto più gradevole» sorrise.
Lui imbarazzato per il suo italiano ancora per niente perfetto, la guardò sorridendo. «Ti ringrazio», abbassò lo sguardo mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni, «sei una brava insegnante».
Lei si pavoneggiò con un gesto teatrale, lanciando in aria i capelli con il dorso della mano. «Che bello, ho qualcosa di cui vantarmi!»
Entrambi scoppiarono a ridere, creando da quel momento in poi una complicità che nessuno dei due aveva mai vissuto con nessun altro. Giorgia ebbe l'impressione, proprio in quell'istante, mentre lo guardava ridere, di conoscerlo da sempre. Era davvero così strano immaginare quel ragazzo come qualcuno che sarebbe potuto diventare importante per la sua vita? Sarebbe stato bello mantenere un'amicizia simile anche con un oceano di mezzo e magari l'anno dopo sarebbe andata lei da lui, insieme alla famiglia.
«Tu puoi vantarti di tante cose, comunque» aggiunse lui. Lei lo guardò impaziente di ascoltare il seguito. «Sei... come si dice... sunny person?»
«Solare, una persona solare».
«Ecco sì, quello, non mi veniva -are alla fine». Si portò una mano dietro la nuca e spostò lo sguardo nella parte opposta, facendo un grande respiro a bocca chiusa. Giorgia lo guardava sospettosa, perché quella reazione era un chiaro segno di imbarazzo.
«Va tutto bene?» chiese lei mettendogli una mano sulla spalla.
Lui si voltò sorridente. «Certo».
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Le onde ti raccontano
ChickLitQuesta non è una storia americana, non sono presenti giocatori di football, non parla di una ragazza sconosciuta da tutti che si fidanza con il figo della scuola. Questa è una storia semplice. La vicenda narra di Giorgia, una ragazza di vent'anni ch...