Arrivarono le nove e mezza della sera ed Eric stava seduto sull'altalena che pendeva dal salice. Continuava ad osservare la luce gialla, calda, che proveniva da una piccola finestra al terzo piano, quella della mansarda. L'aveva vista passare un paio di volte, mentre si sistemava i capelli. Era bella persino da lontano.
Il sole nel frattempo si era nascosto dietro le colline bresciane, verso Salò, ed era arrivata in perfetto orario quella che Giorgia chiamava "blue hour". L'atmosfera sembrava l'avessero dipinta di indaco, con le onde del lago che venivano e si ritiravano calme sulla spiaggia. Il vento si era calmato già nel tardo pomeriggio, lasciando ora i rami del salice danzare dolcemente tra la sinfonia estiva delle cicale, che insieme ai grilli, rendevano le serate sul lago prive di silenzio. Era bello ascoltarli. Nonostante il loro canto, tutto appariva quieto.
Mentre si dondolava piano, aspettando speranzoso che lei scendesse, continuava ad osservare quella finestra, come un principe in attesa di portarla al ballo.
Ad un tratto la luce si spense e improvvisamente cominciò a percepire nello stomaco lo svolazzare delle sue emozioni. L'attesa di rivederla si stava facendo sempre più viva. Scattò in piedi non appena sentì Cristina gridare qualcosa con tono di disapprovazione. Poi eccola lì, sbucare dalla tenda di perline con passo svelto. Incrociò il suo sguardo senza nemmeno fermarsi.
«Dai vieni, muoviti» disse con tono deciso, per poi svoltare l'angolo.
Eric la raggiunse correndo, aspettandola all'inizio dello scivolo. Il cuore gli martellava nel petto, ma l'agitazione era a tratti smorzata dalla frase di Cristina che gli risuonava nella mente. Non fece in tempo a domandarsi il perché di quel precedente rimprovero, che la sua attenzione cadde sul motorino rosso che salì velocemente. Fu in quel momento che capì, non potendo fare a meno di osservare il petto della ragazza. Oltre agli shorts in jeans, con sotto delle calze a rete, ciò che spiccava era la maglietta a maniche lunghe, attillata, lunga appena sotto il seno, di un nero trasparente. Eric si era soffermato, involontariamente, con lo sguardo sul suo petto dai seni rotondi, quasi completamente in evidenza, tranne che per due croci cucite all'altezza dei capezzoli. Distolse lo sguardo immediatamente, con l'imbarazzo che non esitava a farsi sentire.
«Che hai?» chiese lei, battendogli con una leggera violenza il casco sull'addome, attirando l'attenzione su di sé. «Mai visto delle tette?»
Eric batté le palpebre, non sapendo bene cosa rispondere. Forse non doveva proprio parlare. Indossò il casco, accomodandosi poi sul sellino posteriore. Avvolse delicatamente le braccia attorno alla vita della ragazza, sentendone la carne con le mani. Era tiepida, quasi fresca al tatto delle mani calde di lui. Non poteva rimanere così rigido per tutta la serata, doveva rilassarsi. Sentiva il busto ingessato e gli arti arrugginiti. Lei sembrava tranquilla, un po' incazzata, ma tutto sommato tranquilla. Giorgia si sistemò meglio sulla sella, pronta a partire.
Eric si strinse di più. «Comunque sì, le ho viste». Continuò con tono pacato, con un leggero sorriso sulle labbra. Se l'aveva detto di proposito? La risposta si trovava nel riflesso dello specchietto destro. Intravide Giorgia sorridere, quasi soddisfatta della risposta ottenuta. Non disse nulla. Sollevò il piede e partì. A lui piaceva stuzzicarla e domandarsi cosa le passava per la testa dopo le sue provocazioni. Era un gioco iniziato fin da subito e nessuno dei due voleva smettere.
Quando arrivarono al Kap, i ragazzi erano già lì, fermi a chiacchierare attorno ai loro motorini. Alice alzò il braccio per salutarli, mentre erano ancora sulla strada. Mentre parcheggiava, tre secondi prima di spegnere il motore, Giorgia fece un bel respiro profondo. Non voleva vedere Samantha, ma non poteva nemmeno mostrarsi gelosa, altrimenti tutti avrebbero iniziato a fare domande. Ancora non era successo nulla tra lei ed Eric; c'era chimica, certo, ma prima di affrettare le cose voleva essere certa che tutto ciò che stava accadendo tra loro non fosse una stronzata. Ai suoi amici lo avrebbe detto solo nel momento in cui si sarebbe consolidato tutto.
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Le onde ti raccontano
ChickLitQuesta non è una storia americana, non sono presenti giocatori di football, non parla di una ragazza sconosciuta da tutti che si fidanza con il figo della scuola. Questa è una storia semplice. La vicenda narra di Giorgia, una ragazza di vent'anni ch...