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•Jimin's POV•

Per un anno intero non ebbi il coraggio di varcare la soglia della sua camera da letto.

La signora Danbi, duranti i loro turni di pulizia, si prendeva cura della stanza nel migliore dei modi. Nessuno aveva mai preso anche solo in considerazione l'idea di affittarla o riarredarla, silenziosamente speravamo che un giorno fosse di nuovo abitata da lei.

Ma non era possibile.

L'avevo vista morire tra le braccia, aveva esalato l'ultimo respiro davanti ai miei occhi e spesso rivivevo quell'immagine straziante, fin troppo chiara nella mia mente.

Le prime notti erano state le più difficili, perchè per almeno una settimana non avevo chiuso occhio. Sognavo di continuo il suo viso pallido e sofferente che mi sussurrava quel "Vi voglio bene."

Era troppo doloroso.

Stavo provando le stesse emozioni strazianti che mi avevano afflitto per anni dopo il disastro di Gwangjin, e questa volta erano persino più intense. Non avrei mai pensato di rimpiangere i nostri litigi, le nostre lotte e dispetti. Soprattutto non avrei mai immaginato che Yuri fosse diventata una persona così importante per me e me ne accorsi solo dopo averla persa per sempre.

Una sera arrivai persino ad urlare in faccia ad Hoseok.

"Ti ricordi quando Yuri ci preparava la tisana? E una volta mise il sale nel tè di Jimin." rise insieme a Jin.

"Già. Alla fine ci voleva bene, anche se non l'ha mai ammesso."

"Ci vuole bene tutt'ora." sorrise Hoseok.

"Smettetela con queste cazzate."

"Ma Jimin, pensa in un'altro modo. Magari ha conosciuto Jungkook e adesso sta..."

"PIANTALA! YURI E' MORTA, E BASTA!" sputai con tutta la rabbia di cui ero capace.

"Jimin..."provò a dire Jin, ma mi allontanai dal tavolo con un movimento brusco.

Così ricominciai a fumare per cercare di alleviare il dolore atroce che mi stringeva il cuore.

Ma non bastava, avevo bisogno di distrazioni.

Feci tutto ciò che mi passava per la mente, anche se sapevo quanto potessi ferire i miei hyung. Quella sera che Jin mi colpì, ero talmente confuso che non avevo sentito nemmeno il dolore. Rinvenni solo dopo aver detto quelle parole taglienti e subito mi pentii di aver trattato ingiustamente colui che si era preso cura di me. Ero debole, lo ero sempre stato.

Sospirai poggiando i gomiti sulla staccionata di legno che circondava tutta la passerella della casa. La brezza primaverile fece ondeggiare le fronde del ciliegio, cariche di boccioli. Inevitabilmente ricordai la primavera precedente, quando non avevo avuto abbastanza fegato da raccogliere un piccolo ramo per posarlo in camera di Yuri. Sapevo che le avrebbe fatto piacere quel gesto, ma non avevo mai creduto a quelle consolazioni da creduloni, mi facevano solo innervosire. Allo stesso modo accadde il giorno del mio compleanno, il nostro compleanno. Mi ero rifiutato di festeggiarlo perchè volevo semplicemente fuggire dai ricordi. Invece ero rimasto tutto il giorno a letto rimuginando la nostra piccola fuga in montagna. Avevo pianto di nuovo mentre la mia mente mi torturava facendo riecheggiare la sua risata come un'eco lontano. Quel supplizio era durato per ogni festeggiamento che avevamo condiviso e solo adesso il mio cuore stava iniziando ad alleggerirsi appena; non sapevo nemmeno il perchè.

Passai di fronte alla porta chiusa di quella camera per andare verso il bagno e mi bloccai nel mezzo della passerella. Mosso da una forza sconosciuta, aprii la porta scorrevole e oltrepassai la soglia che mi aveva sempre spaventato.

7 Reasons for Living ❦p.jm.❦CONCLUSA✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora