•77•

454 35 46
                                    

Per colpa di quelle tre, mi giocai persino le visite giornaliere e l'ora d'aria. Rimasi rinchiusa nella mia cella per una settimana con i dolori in tutto il corpo. Le ferite non furono curate nel migliore dei modi, per cui continuarono a trafiggermi senza tregua. Avevo diversi lividi sulle braccia, sulla schiena e sul viso: i punti nei quali le carcerate mi avevano colpito per allontanarmi dalla compagna. Jackson mi aveva rimproverata non appena ci ritrovammo soli in quel buco di stanza, ma non mi pentii nemmeno un secondo.

"Lo sai che questo graverà sulla tua situazione?" mi aveva detto.

Lo sapevo, ma come potevo salvarmi dall'accusa di due omicidi e un tentato omicidio? Ero l'unica accusata perchè Jimin non poteva rispondere a nessuna domanda, solo la tua testimonianza avrebbe potuto ribaltare tutto.

Gli interrogatori non avevano portato a nessun risultato, tanto che mi ero avvalsa della facoltà di non rispondere. Nessuno mi avrebbe creduto.

Così giunse il giorno della sentenza, il sistema giudiziario prevedeva processi brevi e veloci per condannare gli assassini senza prove a loro favore. Uscii dalla mia cella solo per essere rinchiusa dentro un'altra gabbia, all'interno dell'aula. C'erano fotografi e giornalisti che mi bombardavano di flash e obbiettivi di telecamere invadenti. Ormai mi conoscevano tutti: l'assassina della governatrice Lee, ero famosa in un certo senso.

"State indietro!" Continuava a gridare Jackson per farmi respirare.

Nonostante ci fossero le sbarre a separarmi dalla folla esaltata, tutta quella calca mi stava soffocando. Mi sentivo come un animale richiuso un uno zoo, in bella mostra di fronte a decine di sconosciuti.

Presi posto sulla sedia scomoda e notai che non c'era nemmeno un microfono per me: non mi avrebbero permesso di replicare. Il mio avvocato d'ufficio era in piedi dietro un lungo tavolo di fronte al giudice, accennó appena un inchino di saputo verso di me. Studiai lentamente il resto della stanza quando tutti occuparono i loro posti e così intravidi cinque persone che conoscevo bene. Tutti i miei amici erano lì, in una delle ultime file che sgranarono gli occhi quando mi visero. Sicuramente erano inorriditi dallo stato pietoso delle mie ferite: i lividi sulle braccia e sul viso non si erano ancora assorbiti, macchiandomi la pelle con chiazze violacee. Forzai un sorriso, quel poco che il mio labbro spaccato concedeva, ma nessuno di loro ricambió.

I magistrati iniziarono a elencare accuse e difese in uno scambio talmente tranquillo da risultare surreale. Per tutto il tempo guardai in basso concentrandomi in un punto fisso sul pavimento per non ascoltare nemmeno una parola. Sembrò durare un'eternità, in realtà tutto fu abbastanza sbrigativo come se non vedessero l'ora di esporre la sentenza. Quest'ultima arrivò richiamando l'attenzione di tutti i presenti.

"Sin Yuri, unica impuntata per gli omicidi Lee Minhee e Yamato Sasuke, e il tentato omicidio di Park Jimin, verrà punita con la morte. L'esecuzione avverrà domani."

Il giudice non riuscì a concludere la frase perchè la folla esplose. C'era chi lanciava grida di consenso, mentre altro di protesta scatenando una confusione fuori dal comune. Io, invece, non ero nemmeno capace di pensare. Tutto il corpo sembrava essersi fermato su quella seggiolina e non reagiva agli stimoli esterni. Intravedevo solo dei bagliori provenire dai flash delle fotocamere puntate su di me, finchè un urlo straziante non sovrastò gli altri.

Mi voltai di scatto e vidi Taehyung che si dimenava tra le braccia di Jungkook; voleva raggiungermi. Ma il minore non allentò la presa, nonostante l'amico che piangeva di dolore mentre mi chiamava.

Cosa sta accedendo?

Era come se fossi stata catapultata in un film, dove le scene più drammatiche erano a rallentatore, in bianco e nero. Fissai il volto contorto di Tae a lungo, senza muovermi, finchè delle braccia forti non mi spinsero di forza verso l'uscita.

7 Reasons for Living ❦p.jm.❦CONCLUSA✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora