Capitolo 3

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Doncaster
Settembre 2014

"Questi li hai dipinti tu?" Una brunetta in perizoma mi passa davanti. Non ricordo nemmeno il suo nome. So' solo che ci sono andato a letto la scorsa notte quando nemmeno ricordavo dove abitavo.
Annuisco. Sembra non capire.
"Hey,ma parli?" piega la testa di lato e poi ride. Fingo un sorriso.
"Scusa ma mi gira la testa." mi massaggio le tempie. "Non ricordo il tuo nome.. Come ti chiami?" la guardo socchiudendo gli occhi per le fitte tremende alla testa.
Sembra delusa. Oh no. Forse incazzata.
"Sono Arianne" sussurra guardandomi male.
"Oh,Carrie Anne.. Che bel nome." mi guardo le scarpe. C'è qualcosa di incrostato e asciutto sopra. Forse e' vomito. Respingo un conato.
"Arianne!" pesta violentemente l'erba del mio giardino. "Abbiamo scopato tutta la notte e non ti ricordi nemmeno come mi chiamo!" urla furente.
La guardo sogghignando. "Mi ricordo solo che hai urlato tantissimo." Mi lascio scappare una risata fortissima. Forse un po' troppo,perché la brunetta va in cucina prende la sua borsetta da sopra il tavolo e esce senza nemmeno mettersi qualcosa sopra.
"E' stato un piacere!" urlo appena sento la porta sbattere. "I pantaloni!" urlo ancora,ma nessuno sembra sentirmi.
Mi alzo barcollando. La testa batte violentemente. Comincio a prendere la prima rampa di scale a fatica,reggendomi contro la ringhiera.
"Cazzo quanto ho bevuto" sussurro mentre salgo l'ultimo gradino e mi dirigo in camera.
Osservo i pantaloni color oro della brunetta luccicare contro la luce del sole,riversi sulle lenzuola. Sopra la sedia della scrivania,un paio di boxer. Probabilmente miei. E un paio di reggicalze. Probabilmente sue.
Mi siedo sulle lenzuola. Oh merda.
Noto una macchina biancastra sulla federa. Mi rendo conto troppo tardi di cos'è. Rido forte. Rido ancora. Probabilmente ho ancora un po' di alcol in giro per la mente.
"L'ho sbattuta per bene,amico."
Parlo come se accanto a me ci fosse qualcuno. Come se accanto a me ci fosse lu.. Louis..
"Louis" dico a bassa voce.

"Lou." lo ripeto.
"Louis".

E'come se la mia voce fosse un mangianastri non riesco a smettere di fermarmi.

"Louis"
Una lacrima mi scende sul volto.
"Che coglione.." mi guardo nello specchio della camera. "Sei un coglione Harry,un emerito coglione."
"Mica vorrai telefonare." Un pensiero mi percorre nella mente. "Sono quattro anni che non ti fai sentire,stronzo." Un'altro pensiero. "Mica vorrai telefonare pensando di ricevere complimenti e belle parole."
No,Harry no.
Piango ancora. Mi asciugo le lacrime.
"Maledetto alcol" mi alzo e inizio a cambiare le lenzuola e le federe del mio letto. Non ho mai desiderato dormire con una macchia di sperma sulle lenzuola.

Love me again. (H.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora