Il corridoio era completamente illuminato da luci rosse che rendevano visibili delle immagini di nudo o altri oggetti strani esposti... sembravano bastoni, manette, fruste, abiti da poliziotto...
"Ma che diamine ci fate qui dentro?! Sembra un carcere" disse confuso soffermandosi a guardare quegli attrezzi.
"Che ci faremo vorrai dire... ti ricordo che lavori qui anche tu" si fermò accanto a lui, osservando la sua reazione stupita "Ti piacciono?"
L'altro non rispose, mantenendo sul volto ancora un'espressione confusa: "Volete spaventare i clienti per evitare che facciano casino?" chiese innocente al maggiore che lo guardò esitante per poi scoppiare a ridere.
"Ma tu hai una vaga idea di che siano ste cose? Sei venuto qui a lavorare senza neanche sapere cosa ti aspetta?" Disse continuando a ridere, per poi picchiettare sul vetro da esposizione: "Questi... non servono per spaventare i clienti. Piuttosto per farli divertire, idiota"
Il moro fece una smorfia sia per l'insulto, sia per l'incoerenza delle sue parole: non aveva mai sentito di persone, ad eccezione di malati mentali, divertiti dall'idea di essere arrestati: "ma che diamine stai dicendo?! Non ha senso ciò che dici!"
"Se vuoi posso mostrarti praticamente il contrario?" gli sussurrò con voce roca, appoggiandosi al vetro con la spalla e guardandolo malizioso "Infondo per noi è gratis"
"Non ci tengo ad essere arrestato" roteò gli occhi il piccolo.
L'altro sbuffò all'ignoranza e alla poca logica dell'altro prendendolo per il polso e portandolo verso una delle stanze presenti nel corridoio, aprendola a chiave sotto lo sguardo contrariato dell'altro: "fermo e guarda tu stesso!"
Appena gli aprì la porta, l'unica cosa che il piccolo vide fu un letto matrimoniale dalle lenzuola bianche circondato da una serie di armadietti, sempre pieni di quegli attrezzi che c'erano lì fuori, ma più chiari rispetto ai precedenti. Si avvicinò tremante ad uno di essi trovando ciò che pareva essere un membro maschile completamente nero e altri di varie forme. Da qui capì tutto.
"No" deglutì spaventato "No ho detto!" Io non praticherò questo genere di cose su nessuno!" Tremò indietreggiando e andando a sedersi sul letto ancora stupito, continuando a negare con la testa spaventato.
"Non farò mai niente del genere! Non voglio! Che schifo! Io-...""Sh ehi..." sussurrò Jimin avvicinandosi a lui. "Tralasciando il fatto che non sarai tu a praticarle, ma gli altri su di te - tossì cercando di cambiare metodo - però ascoltami, lo faccio da anni e ti assicuro che anche io avevo paura, ma guardami adesso" fece una giravolta "La ho superata perché non è niente che mi faccia del male... qui ci sono delle regole su ciò che si può e non si può fare. Il tutto va a favore anche dei dipendenti, ok?"
"S-si ma non è quello il problema" deglutì abbassando il volto. Non avrebbe di certo voluto che la prima volta fosse con un lurido vecchio eccitato.
"E qual è allora?" si sedette accanto a lui accarezzandogli una gamba. "Sei vergine?" chiese schietto , facendo sussultare il piccolo che si affrettò a negare.
"No assolutamente no! Anche io ho avuto le mie esperienze" mentì poco convinto, cosa che l'altro non notò.
"È perché non ti piacciono questo genere di cose?"
Il piccolo annuì... infondo era una mezza verità. Non andava matto dell'idea di essere legato e toccato da uno sconosciuto. Ma i suoi pensieri vennero bloccati dal più grande che, senza che lui se ne accorgesse, lo bloccò prontamente sul letto, facendolo sdraiare sotto di lui e piantando i suoi occhi in quelli dell'altro.
"Posso farti cambiare idea, Jungkook" gli soffiò sul collo facendo rabbrividire l'altro, che provò a dimenarsi sotto la sua stretta senza risultati. "Sei esile... farai impazzire i clienti così " ghignò premendo con una mano entrambi i polsi e andando a sollevargli la maglietta.
"Posso?" iniziò ad accarezzargli l'addome sotto lo sguardo insicuro del piccolo."F-fermati" chiuse gli occhi cercando di scacciarlo via. "So già come funz-" provò a dire ma venne bloccato da un tonfo.
"Ecco dove ti eri cacciato, dannazione !" lo guardò Jin, il quale in quel momento aveva un'aria disordinata: i capelli arruffati, la cravatta allacciata male e le labbra gonfie.
"Tu alzati da lì, Jiminie! Non vedi che lo spaventi!?" disse severo avvicinandosi ai due e liberando Jungkook dalla presa del biondo, che si lamentò irritato: "che palle hyung. Gli stavo solo insegnando il mestiere!""Non approfittandoti di lui!" Tirò un piccolo pugno in testa al più basso che si alzò innervosito.
"Torno a lavorare io..." disse quest'ultimo dirigendosi a passo pesante verso l'uscita, lasciando i due soli.
"Stai bene?" Chiese preoccupato Jin facendolo rialzare.
Il moro inizialmente non rispose.
"Dove diamine mi hai portato?" Disse serio Jungkook.
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Lucifero || Taekook
Hayran Kurgu"Sei come Lucifero, l'angelo più bello condannato alle pene dell'inferno" Moulin rouge