CAPITOLO 16

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STEPHEN POV'S

Cominciai a correre, io da una parte, lei dall'altra. Il mio cuore si frantumava a ogni mio battito. Continuai a correre. Arrivai a una cascata, ero proprio in cima a essa. Cominciò a piovere proprio mentre le lacrime cominciarono a sgorgare dai miei occhi. Anche il cielo piange. Pensai.

Così, già bagnato dalla pioggia e dalle mie stesse lacrime, spalancai le braccia, e da lì,il ciglio della cascata, in bilico tra l'aria e la fredda e umida roccia, pensai "cos' ho da perdere ora?"

E mi buttai.

RED POV'S

Continuavo a correre e non mi fermavo. Non mi guardavo indietro. Mi sentivo un mostro, come dicevano gli skillet nella loro canzone, monster. Mi fermai. C'era un grosso abete, ci salii fino a quando non trovai un intersezione tra i vari rami un po' più larga e grossa rispetto alle altre così mi sedetti con la schiena contro il tronco, le ginocchia piegate di fronte a me. Cominciai a piangere e ad urlare in preda alla frustrazione. Perché? Perché?  Era l'unica domanda a cui non avevo risposta.

VLADIMIR POV'S

Era il giorno più bello della mia vita fino ad ora. Non avevo paura di Stephen, che andasse a fanculo, Red doveva essere mia.

Tolsi la maglia, slacciai di poco i pantaloni e mi trasformai. Presi i miei vestiti tra le fauci e cominciai a cercare il suo odore per seguirne il percorso, così trotterellai verso la mia meta, lei. Mi misi dietro un cespuglio e mi rivestii, poi mi guardai intorno. All'inizio non la vidi, poi mi cadde una pigna grossa come un mio pugno in testa. Imprecai, misi una mano nel punto in cui mi aveva colpito e guardai in alto.

" Ciao dolcezza."

" Vattene" salii sull'albero e la raggiunsi.

" No. Mi hai fatto male lanciandomi la pigna in testa, sai?"

" E tu mi hai fatto male quando hai contribuito a spezzare il mio cuore."

" Mi dispiace, Red, ma io ti amo, non puoi chiedermi di non farlo."

" Fai un po' come ti pare." L'abbracciai e le baciai la guancia.

" Lo sapevo che avresti detto così."

Il branco della RossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora