❤️One❤️

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Alessandra's pov

«Prossima fermata, Stazione centrale di Bologna.»
Questo è quello che il monitor davanti ai miei occhi segna.
Sfilo dalle orecchie gli auricolari bianchi e li appallottolo, buttandoli all'interno della borsa nera posta sulle mie gambe.
Afferro la giacca appesa al piccolo appendi abiti del sedile e la indosso velocemente, inserendo all'interno della tasca interna il telefono bianco.
Sposto lo sguardo alla mia destra e alla vista di Alice ancora nel mondo dei sogni, le scrollo la spalla fin quando non apre gli occhi.
Mi alzo dal mio amato sedile — che ormai ha preso la forma del mio di dietro visto le tre ore passate su di esso — e prendo la mia valigia viola e mi avvio alla prima porta per poter scendere dal treno.

"Okay Ali, dobbiamo prendere l'autobus che ci porta fino all'unipol, poi camminiamo per due chilometri e arriviamo al nostro hotel e poi — "
Qualcuno mi ha quasi ucciso, buttandomi a terra.
"I'm sorry." Una voce fin troppo roca e con uno strano accento, mi fa venire la pelle d'oca su tutte le braccia.
Alzo lo sguardo sulla figura intanto che Alice mi aiuta a rimettermi in piedi.
"Sta più attento, idiota." Borbotto massaggiandomi la parte finale della schiena.
"Ale ti ha chiesto scusa, e non parla la nostra lingua." Sussurra Alice al mio orecchio.
"Sai cosa mi interessa se non parla la nostra lingua, mi ha buttato a terra!" Sibilo mantenendo lo sguardo fisso sulle Nike Air nere dello straniero.
"Non lo ha fatto di proposito, qualcuno ci è venuto addosso e lui è caduto su di te."
Sposto lo sguardo sull'altro ragazzo inarcando il sopracciglio.
"Tu parli la nostra lingua!" Esclamo spalancando gli occhi, facendolo scoppiare a ridere.
"Io si, lui anche, ma non tanto bene. Quando viene poi preso dal panico, cancella dalla sua testa tutto quello che sa." Quando parla, gesticola troppo.
"Di al tuo amico, che mi ha fatto male."
Il ragazzo parla al ragazzo sconosciuto e l'unica cosa che sono riuscita a capire è stata "Pierre"; dovevo prestare più attenzioni alle lezioni di francese invece di creare dei mini omini con la gomma pane.
Pierre fa una faccia mortificata, raccoglie la mia valigia e continua a ripetere "Je suis désolé".
Irritata da tutto quel francese, — ma sopratutto dai brividi misti alla pelle d'oca che non mi hanno mollato per un secondo — prendo il manico della mia valigia e mi avvio senza Alice all'uscita principale della stazione.

"Non sei stata carina con Pierre e Carlo." Afferma Alice entrando nella stanza con un solo asciugamano lunghissimo intorno al corpo.
"Alice, fammi il favore di stare zitta." Affermo con tono duro, stringendo in pugno le coperte del letto sul quale sono sdraiata.
"Solo perché hai il ciclo, questo non significa che puoi trattare male tutti." Dice sedendosi sul suo letto, mettendosi l'asciugamano intorno ai capelli, legandolo quando ha raggiunto la forma di un turbante.
"Scusami." Borbotto nascondendo poi il viso sotto al cuscino.
"Sei pronta per il concerto di domani?" La sua voce si alza di un ottava, sta a significare che è super eccitata.
"Assolutamente no." Parlo contro il cuscino, facendo ammortizzare la mia voce da esso.
"Andiamo, vedremo Justin!" Esclama sempre più eccitata!
"Lo so... però mi fa male la pancia." Sbuffo rigirandomi con la pancia in su.
"A proposito di vedere, mi ha scritto Marika." Spalanco gli occhi, alzandomi di scatto, puntandoli sulla sua figura.
"Quella Marika?" Alzo la voce portando una mano tra i capelli che sposto da davanti il viso.
"Sì, quella lì." Sussurra così tanto a bassa voce che quasi non sono riuscita a capire le sue parole.
"E cosa vuole?" Inarco il sopracciglio portando un cuscino tra le braccia, abbracciandolo.
"Beh.." Distoglie lo sguardo da me e lo porta sul tappeto verde.
"Allora?"
"Vedermi." Sussurra nuovamente.
"Quando?" Poggio i piedi a terra alzandomi poi dal letto.
"Questa sera." Urla.
Mi blocco sul posto, sorpresa dalle sue urla. Giro la testa nella sua direzione aprendo e chiudendo la bocca di continuo cercando di trovare delle parole da dire.
"Ci andrai?" Quando finalmente ritrovo la mia voce lei è ormai andata alla sua valigia, e ha preso da dentro di essa i vestiti per l'uscita.
"Si ovvio." Afferma tornando in bagno.
Quando mi chiude la porta in faccia, capisco che la chiacchierata è chiusa.

Alice è uscita per ora di cena, mi ha mollata senza nemmeno dire ciao.
La fame ormai mi è passata, quindi l'unica cosa che mi resta da fare è farmi una doccia, mettermi il pigiama e mettermi a dormire.
Il telefono comincia vibrare nel momento esatto in cui mi decido di alzarmi dal letto per andarmi a fare la doccia.

"Pronto?" Torno a sedermi con le gambe incrociate sul letto.
"Aléssandrá?" Rabbrividisco al suono della sua voce.
"Francesino imbranato." Accenno un piccolo sorriso, prendendo il cuscino alla fine del letto, mettendolo sopra le gambe, abbracciandolo.
"Sono Pierre." Mormora con voce roca.
"Sì, lo so. Ho riconosciuto la voce. Immagino che Alice ti abbia dato il mio numero."  Poggio il mento sul cuscino, chiudendo gli occhi.
"Sì, immagini bene." Ridacchia piano.
"Che succede Pierre? Se devo sentire altri 'Je suis désolé' ti riattacco subito." Arriccio il naso, sbadigliando subito dopo.
La sua risata fa aumentare i brividi su tutta la schiena.
"Nessuna scusa. Volevo si ecco, chiederti di uscire?" La sua voce si fa più bassa e roca.
"Non conosco Bologna, non saprei dove andare." Affermo, facendo una piccola smorfia, arrivandoci subito dopo che lui non può vedermi.
"Nemmeno io la conosco." Ridacchia nuovamente.
"Appunto! Cosa vorresti fare?" Dico in un sussurro, stendendomi sulle coperte, continuando ad abbracciare il cuscino.
"Non so, perderci insieme sarebbe una bella idea, non trovi?" Domanda alzando di poco la voce dal tono basso con cui aveva iniziato la chiamata.
"Pierre.." Sussurro cercando altre parole per continuare la frase, non trovandole.
"Oh, c'mon! — Il suo tono di voce torna normale, come lo aveva oggi alla stazione quando si scusava ma senza la nota mortificata. — Vorrei scusarmi per averti fatto cadere."
"Okay, va bene." Sbadiglio nuovamente, asciugandomi una lacrima scesa per quell'azione.
"Seriously?" Ridacchio per il suo cambio di lingua, così lo assecondo, tirando fuori l'unica parola che ricordo dei tre anni di francese 'fatto' alle medie.
"Oui."
"Tomorrow?" La sua domanda sembra che abbia una nota di speranza? No, forse è solo il sonno che mi fa capire fischi per fiaschi.
"Ho un concerto domani." Dico velocemente, sorridendo ampiamente al solo pensiero di riuscire a vedere Justin dopo sei anni.
"Allora domani dopo." Dice velocemente anche lui, sbagliando a comporre la frase; questo mi ha fatto sorridere dolcemente.
"Dopo domani." Lo correggo continuando a sorridere.
"Si, è quello che volevo dire." Riabbassa il tono di voce.
"Allora ci vediamo tra due giorni." Dico percependo il sonno prendere quasi il sopravvento su di me.
"Yes, see you in two days. Bonne nuit." Biascica lentamente.
"Buonanotte." Borbotto, facendo scivolare il telefono sul letto al mio fianco, intanto che Morfeo prende il controllo del mio corpo, facendomi addormentare immediatamente.

❤️Angolo autrice💙
Questo è il primo capitolo di questa storia.
Spero che possa piacervi almeno un decimo di quanto piace a me.
Pierre è uno dei miei piloti preferiti in assoluto della Formula Uno, e siccome sono un po' depressa dall'ultima gara di oggi, ho deciso di scrivere questa storia — che ho sognato questa notte e stranamente ricordo — per tenermi 'compagnia' da questa pausa invernale.
Spero di tenere compagnia anche a voi.
Siccome c'entra il natale, vorrei poter riuscire a pubblicare un capitolo al giorno almeno fino al 25 un po' come se fosse un calendario dell'avvento, spero di riuscirci. (ho preso questa idea da una ragazza che pubblicherà One Shot a più mani qui su wattpad, vi lascio qui il suo Nick se volete passare a leggere questa sua raccolta o altre sue storie lucreziasstories )
Detto questo, penso che sia l'angolo autrice più lungo che abbia mai fatto e non voglio rubarvi altro tempo, quindi vi lascio stare e smetto di scrivere queste parte che è assolutamente inutile.
Un grandissimo bacio. ❤️

•Revisionato il 15/05/2020 da _puffettalcioccolato

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