💙Four💙

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Pierre's pov

"Amico tutto bene? Non smetti di fare avanti ed indietro da quando siamo usciti dalla doccia." Max mi blocca, dandomi una spinta lanciandomi sopra il divanetto blu nel suo box, nel quale ci troviamo da quasi due ore.
"Questa sera esco a cena con una ragazza e sono nervoso." Borbotto passando la mano tra i capelli, scompigliandoli completamente.
"È la prima volta che vi vedrete?" Max prende dal mini frigo due lattine di redbull e me ne passa una dopo averla aperta al posto mio, sa bene che quando sono nervoso, divento completamente impedito e non riesco ad aprire nemmeno una lattina.
"No, ci siamo visti anche ieri, siamo stati una giornata assieme e quando l'ho riaccompagnata in hotel, nemmeno dopo quindici minuti mi ha chiamato e siamo stati per quattro ore in chiamata."
Max ridacchia alzandosi da sopra il divanetto rosso, posto di fronte al mio e si avvicina all'uscita del box. Si appoggia con una spalla al muro ed osserva fuori.
"Ti piace?" Domanda dopo aver preso un sorso della bevanda estremamente dolce.
"Penso di sì? Ho paura che sia troppo presto per dirlo." Incrocio le gambe sul cuscino puntando lo sguardo sulle scritte sul retro della lattina.
"A pelle, cosa hai provato la prima volta che l'hai vista?" Si volta verso di me ed inizia ad osservarmi, percepisco il suo sguardo bruciare sul mio corpo.
"Sorpresa e una sensazione di familiarità."
"Amico lasciatelo dire, ma ti piace. È come se fosse stato un colpo di fulmine capisci? Anche se ancora non la conosci per bene sai che ti piace, e che qualsiasi cosa scoprirai su di lei l'unica cosa che potrà cambiare è l'intensificarsi del sentimento che stai iniziando a provare. Capisci quello che cerco di dirti? È successo anche a me, con Dilara, guardaci adesso: stiamo insieme da già due anni." Solo al pronunciare il nome della ragazza il sorriso di Max si allarga completamente, si riesce a vedere da lontano un miglio che è completamente cotto a puntino.
"Lei tra nove giorni andrà via." Borbotto e Max sbuffa sonoramente mentre si viene a sedere al mio fianco.
"Amico, il nostro lavoro consiste nel girare il mondo da marzo a dicembre mi segui? — annuisco alle sue parole, prendendo un altro sorso dalla lattina. — Io e Dilara non stiamo sempre insieme.
Quando può viene con me nella città del gran premio che abbiamo in quel momento, ma le altre volte mi segue da casa. E non c'è nessun problema in questo. Lei ha il suo lavoro ed io ho il mio, ma nonostante il mio lavoro, ci sentiamo sempre. Se non in videochiamata o semplice chiamata, parliamo sempre per messaggi e se devo essere completamente onesto con te, le volte in cui stiamo insieme anche solo per un solo giorno, sono davvero magiche. Quindi non mandare tutto a puttane perché magari hai paura della distanza, buttati sono certo che andrà alla grande. Hai da adesso fino ad inizio Marzo per poter stare insieme a lei, goditi il tempo che avete a vostra disposizione adesso e non rimandare a domani quello che puoi fare oggi." Quando Max finisce di parlare, finisce di bere anche tutta la sua redbull e si sdraia sul divano, poggiando la testa sulle mie gambe mentre allunga le sue, facendole penzolare all'aria sul bracciolo del divano che le sorreggono.
"Capisco a pieno quello che mi stai cercando di dire, e credo proprio che farò in modo di riuscire a portare a termine tutti i tuoi consigli." Max batte le mani scoppiando a ridere poco dopo.
Il suo telefono vibra all'interno della tasca posteriore dei suoi pantaloni della tuta e quando lo prende e legge il messaggio, scatta in piedi in un istante.
"Charles è arrivato, ci aspetta nel bar del nostro hotel." Mi alzo in piedi e butto la lattina ormai vuota nel secchio, metto il giubotto e prendo la borsa con il cambio ed insieme a Max esco dal suo box e ci dirigiamo alle nostre auto.

"Charles!" Urla Max correndogli in contro.
Charles posa velocemente il bicchiere di acqua che tiene in mano ed allarga le braccia dove Max ci si tuffa contro.
La maggior parte delle persone ci sta osservando ma a nessuno dei tre importa.
Charles dopo aver salutato l'olandese, con una piccola rincorsa — inutile visto che gli sto praticamente attaccato — mi salta in braccio, iniziando a passare la mano tra i miei capelli, mettendoli tutti in disordine.
"Ragazzi mi siete mancati." Sospira dopo aver finito nel mio saluto 'speciale' e si va a sedere alla sua poltrona.
"Quest'anno cominci con l'Alfa, sei o non sei elettrizzato?" Domando e lo vedo sorridere ampiamente mentre annuisce di continuo.
"Elettrizzato è dir poco." Commenta Max dandogli una pacca sulla coscia.
"Come mai sei qui?" Domando io prendendo in mano il menù, iniziando a leggere ogni bevanda.
"Sono stato a Maranello per la driver academy, mi fermo fino a domani e poi torno a Monaco per le vacanze e da Gennaio vado nella sede dell'Alfa per fare tutti i test invernali prima dell'inizio del gran premio in Australia." Spiega velocemente.
Si avvicina una cameriera e tutti e tre ordiniamo una cioccolata calda a causa del troppo freddo di dicembre.
"Pierre sei ancora single?" Domanda all'improvviso Charles facendomi voltare la testa nella sua direzione nello stesso instante in cui Max scoppia a ridere.
"Sì." Sbuffo guardandolo male, facendolo ridere di rimando.
"Lì ci sono tre ragazze, due sono fidanzate tra di loro credo ma la terza sembra davvero carina. Sta sorseggiando un bicchiere oh, sembra tequila sunrise." Continua Charles facendo cenno con la testa alle tre ragazze per non indicarle con il dito.
Seguo con lo sguardo i suoi movimenti fino a quando i miei occhi non si posano su Alice che spalanca i suoi non appena si rende conto che mi conosce.
Da una gomitata alle costole ad Alessandra che sputa il drink sul volto dell'altra ragazza la quale inizia ad urlare insulti pesanti.
"Pierre? — Max fa schioccare le dita davanti al mio volto diverse volte prima che mi decido a ripuntare lo sguardo sulla sua figura. — Ti sei incantato."
"C'è la ragazza che devo vedere questa sera a cena." Dico e lui si volta immediatamente nella direzione di Alessandra ed Alice.
Alice spinge Alessandra verso di noi mentre lei si è aggrappata al tavolo.
"Alessandra muovi il culo e vallo a salutare." È la povera ragazza la quale si è beccata il cocktail in faccia a parlare ad alta voce al punto che anche noi siamo riusciti a sentirla.
Charles ridacchia continuando a guardare la scena mentre Max sposta lo sguardo da Alessandra a me ininterrottamente.
"Vaffanculo." Charles spalanca gli occhi, intanto che spiega a Max il significato della parola di Alessandra che dopo aver preso la sua borsa è scappata via dal bar, lasciando le due ragazze da sole.
"Vado io da lei!" Esclama Max alzandosi e correndole dietro.
"Io lo seguo." Afferma Charles correndo dietro a Max.
La cameriera nel fra tempo ha portato le nostre cioccolate calde, le quali me le sono bevute tutte tre visto che loro ci hanno impiegato una vita per parlare ad Alessandra.

"Wow, stai benissimo." Alessandra ha la bocca spalancata e continua a far passare lo sguardo dalla punta dei miei capelli fino a quella delle scarpe.
"Anche tu non scherzi mica." Rispondo osservando il suo vestito bordeaux tendente più sul marrone che sul rosso.
Lei arrossisce e si mette la cintura distogliendo lo sguardo da me.
In macchina cala un silenzio, ma uno di quelli imbarazzanti, uno di quelli che ascoltare il respiro dell'altro mette solo moltissima calma.
Parto immediatamente verso il ristorante che ho scelto e dopo nemmeno di venti minuti siamo già seduti al nostro tavolo.

"Pierre devi sapere una cosa."
Abbasso il menù quanto basta per poter guardare gli occhi nocciola di Alessandra.
"Dimmi tutto." Rispondo posando il menù sul tavolo sorridendole.
"Io non sono brava ad ordinare nei ristoranti." Borbotta intanto che le sue guance cambiano tonalità andando a finire sul rosso acceso.
Sorrido a quella scena, sporgendo la mano verso la sua e la prendo, accarezzandole delicatamente il dorso di essa.
"Ordino io per entrambi, che ne dici?" Domando e lei non mi fa finire nemmeno di parlare che inizia ad annuire.
Il cameriere arriva subito dopo ed io ordino due bistecche con contorno di insalata e patatine fritte, tutto accompagnato a del vino rigorosamente rosso.

"Posso essere io adesso a farti una domanda?" Alessandra si blocca dal prendere una patatina e punta i suoi occhi nei miei ed annuisce lentamente.
"Come facevi a sapere che quello dove eri oggi pomeriggio è il mio hotel?"
Inclina la testa di lato e si pulisce la mani con il tovagliolo di stoffa.
"È il tuo hotel? Non lo sapevo. Ero lì perché ho accompagnato Marika insieme ad Alice, lei alloggia lì. Ci ha invitato a prendere qualcosa da bere e nulla, il resto lo sai." Scrolla le spalle bevendo un sorso di vino.
"Se parli della conversazione che hai avuto con Max e Charles, nessuno dei due mi ha voluto dire cosa vi siete detti."
Lei sorride e prende una patatina.
"Non ci siamo detti niente di che, per lo più Max mi ha fatto il quarto grado e alla fine ci siamo scambiati i numeri."
Socchiudo le labbra, posando le posate nel piatto.
"Vi siete scambiati i numeri?"
"Charles ci teneva a restare in contatto. Ha detto 'visto il nostro lavoro siamo sempre in giro', ho fatto finta di sapere a cosa si stesse riferendo."
"Ancora non mi hai googlato?" Lei scuote la testa.
"Ma so di aver già visto loro due da qualche parte."
"E non ricordi dove, vero?"
"Esattamente! So anche che mio fratello ha chiamato più volte Charles 'il predestinato', quindi il vostro lavoro deve essere qualcosa che a lui piace molto."
"Hai un fratello?"
Annuisce sorridendo ampiamente.
"Gemello." Risponde prima di pulirsi le labbra con il tovagliolo.
"Immagino che dal sorriso che hai fatto, voi due vi vogliate del gran bene."
"È un grandissimo bastardo quando ci si mette, ma si ci vogliamo un gran bene, ci siamo l'uno per l'altra sempre, in qualsiasi momento."
"Tu, hai fratelli?" Questa volta è lei far intrecciare le nostra dita sopra il tavolo, facendomi rabbrividire.
"Figlio unico." Lei fa una piccola smorfia.
"Ti sei mai sentito solo?"
"Fino ai tre anni sì, poi ho conosciuto Charles e Max e loro sono diventati come fratelli." Sorrido al ricordo del giorno in cui ho conosciuto i due e lei deve essersi resa conto che stavo pensando ad altro perché ha iniziato a fissarmi.
"Quindi oltre ad essere i tuoi migliori amici i quali consideri come fratelli, lavorate anche insieme. Questa si che è fortuna." Scoppio a ridere alle sue parole perché so che non sa cosa facciamo in realtà, quindi dire che 'lavorare insieme' non si intende una cosa di pace amore.
Tutti e tre quando siamo in pista con le nostre auto non pensiamo a nient'altro che a cercare di vincere e dare il meglio per il team, gli amici stanno fuori la pista dentro sono tutti potenziali rivali.

La serata si è conclusa con due bottiglie di vino finite, una camminata lunga quasi tre ore per le strade vuote di Bologna, i telefoni completamente morti ed una leggera pioggerella che ci ha costretto a correre alla mia auto per ripararci.
"Buonanotte Pierre." Sussurra lasciandomi un bacio sulla guancia.
"Bonne nuit Alessandra." Mormoro sorridendo. Scendo dalla macchina e dopo aver fatto il giro di essa, raggiungo il suo sportello che apro. L'aiuto a scendere e dopo aver avvolto il braccio intorno al suo bacino l'accompagno fino a dentro la hall dell'hotel per assicurarmi che arrivasse sana e salva.
Non appena la vedo scomparire per le scale di servizio, torno alla macchina, metto in moto e parto per il mio hotel.

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