ੈ♡‧₊˚Capitolo 1: Amore a prima vistaੈ♡‧₊˚

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Taehyung stava gentilmente facendo muovere il pennello sulla tela, intingendola di un bel nero per il contorno della sua pittura poco sensata. Sembrava così calmo, così docile e mansueto ma dentro di lui era tutt'altro. Non gli piaceva dipingere, non faceva per lui, preferiva fare altre cose come non so...Fotografia? Si sentiva così scomodo nello stare sempre seduto con soltanto tanti colori intorno a lui, era un pensiero strano per caso? Tutti lo chiamavano strano a scuola, un po' per ridere con lui ed un po' per ridere di lui. Ma non gl'importava. Guardó fuori dalla finestra cercando di trovare sollievo in qualche bella creazione della natura, in un fiore, una farfalla, in qualcosa. Ma trovó con lo sguardo soltanto un ragazzo dai capelli marrone scuro ed il naso grande. Rimase incantato nel vedere la sua figura per un attimo, poi cercò di capire chi fosse e se lo aveva visto da qualche altra parte prima ma nulla. Lo guardò meglio vedendo che era circondato da dei presunti amici, poi sorrise, sembrava un coniglietto. Curioso si mise a fissare la sua uniforme e trovò il suo nome sull'etichetta. Jeon Jungkook si chiamava.

✧ʕ̢̣̣̣̣̩̩̩̩·͡˔·ོɁ̡̣̣̣̣̩̩̩̩✧

―Jimin-ah sei cosí bassino!― Disse Minkyu, uno dei compagni di classe di Park. Minkyu era un bambino alto per avere solo sei anni mentre Jimin era tutt'altro.
―Mikyuu~ ti ho detto de smetere di fare qeste cose!― Disse con un po' di difficoltà il bambino di cinque anni arrivando in tutta fretta. Jungkook era un grande amico di Minkyu ma gli dava fastidio vederlo fare certe cose, sapeva che erano sbagliate.
―Mhh...Nome?― Domandó gentile Jungkook guardando il bambino dagli occhi piccoli ancora lì, si sentiva impotente. Jimin alzò lo sguardo, in classe era sul serio il più basso di tutti e guardare le persone negli occhi non era il suo forte.
―Park Jimin...― Non sapeva come, non sapeva il perché, ma da quel giorno Jimin si era innamorato di Jungkook, della sua faccia carina, della sua vocina...E si sarebbe innamorato sempre di più con il passare degli anni.

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Hoseok era un ballerino ottimo, anzi, un ballerino eccezionale. Già al suo penultimo anno di scuole superiori aveva ricevuto diverse borse di studio per la danza, era stato invitato a partecipare a diversi eventi di ballo, ma lui ne aveva accettati pochi. Le sue attenzioni andavano tutte alla sua scuola di danza finanziata da quei pochi risparmi che aveva accumulato negli anni. Hoseok non si faceva problemi per parlare con le persone, salutarle, sorridere e ridere con loro pur non conoscendole. Era sul serio un raggio di sole durante un oscuro giorno d'inverno. Ma quando si parlava d'amore sembrava una persona diversa, di ragazza ne aveva avuta solo una e l'amore l'aveva già scoperto. Eppure non riusciva mai a parlare alle sue cotte. La stessa cosa successe con la sua ennesima cotta: Jeon Jungkook. Il ricco ragazzo si era iscritto da poco alla sua scuola e Hoseok lo aveva visto ogni tanto, lui insegnava solo nelle classi avanzate e non a coloro alle prime armi. Nonostante tutti i suoi sforzi, Hoseok non poteva evitare di rimanere abbagliato dal sorriso e gli occhi splendenti di Jungkook. Hoseok non si definiva un raggio di sole come tutti lo chiamavano, perché il suo di sole era Jungkook, il ragazzo con il quale mai parlò.

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Min Yoongi, uno tra i ragazzi se non il ragazzo più freddo della scuola, non era una persona con la quale tutti volessero parlare. Non era un bulletto e non maltrattava nessuno ma aveva un carattere un po' acido ed aggressivo. Non era colpa sua, da quando ne ha ricordo è sempre stato così: con il broncio in faccia e le sopracciglia arrugate in un'espressione poco cordiale ed amichevole. Sua madre diceva sempre che rispetto agli altri bambini non sorrideva mai, non rideva mai (se non quando un bambino cadeva) e non giocava con gli altri in modo vivace e allegro. Se ne stava sempre per i fatti suoi a pensare o a fare altre attività molto più solitarie che non necessitavano di persone. Yoongi aveva tante emozioni nascoste dentro di lui, semplicemente non sapeva come interagire con gli altri ed esprimersi. Trasferitosi da poco nella scuola di Seoul, si sentiva un po' sperduto ma non troppo da andare in panico. Avere o no amici non faceva alcuna differenza per lui. Stava proseguendo il suo solito cammino verso il tavolo dove mangiava sempre a pranzo dopo aver preso il cibo della mensa, quando d'improvviso un ragazzo correndo andò addosso a lui facendo cadere quello che doveva essere il suo pranzo del mezzogiorno.
―Ehi! Ripagami il mio pranzo, stecchino!― Disse urlando contro il ragazzo castano nel quale si era imbattuto, era magro ma non troppo.
―I-Io...Scusa―. Disse semplicemente, sentendosi in imbarazzo. A lui piaceva essere guardato ed osservato, ma odiava quando gli sguardi erano solo di giudizi negativi. Si sentiva debole.
―Le tue stupide e poco sincere scuse non faranno ritornare il mio cibo, sgancia i soldi―. Pretese Yoongi porgendo la mano al ragazzo per terra, non per aiutarlo a rialzarsi ma per avere i suoi soldi per il pasto.
―Non ne ho, io...― Mentiva. Jungkook era molto ricco, era soltanto tirchio. Una mano peró posò dei soldi nella mano di Yoongi facendogli alzare lo sguardo. ―Non preoccuparti Jungkook, pago io.― Era Yugyeom, uno tra i migliori amici di Jungkook. Lo aiutò a rialzarsi.
―Ci vediamo, Jungkook― ripeté tra se e se Yoongi guardando il ragazzo più piccolo andarsene via.

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―Figliolo, ti presento Seokjin. È il figlio del signor Kim, capo dell'agenzia di cui ti ho parlato―, il padre di Jungkook mostró il ragazzo alto e bello dietro di lui, vestiva una bella giacca da colori vivaci ma non troppo stravaganti. Era molto bello, decisamente. ―Ah sí, l'agenzia Kim. Che grande onore che è conoscerla, Seokjin― Jungkook non era realmente interessato al ragazzo davanti a lui, era solo un altro riccone nella lista di conoscenze. Un altro riccone più ricco di lui, che fastidio. ―Jungkook, giusto? Abbiamo solo pochi anni di differenza, chiamami semplicemente Jin. Le formalità non sono necessarie― disse Kim cercando di rendere più a suo agio il minore. ―Me ne vado in camera mia, scusatemi per il disturbo― Jungkook semplicemente evitó di restare più tempo lì e se ne andò con la solita scusa. ―Cosa gli è preso? Si sente poco bene per caso?― Seokjin di sentiva confuso, aveva per caso sorpassato il limite? Jungkook era così tanto sensibile? ―Affatto, mio figlio è così. È molto schizzinoso, in particolare quando si parla di persone, non deve essergli piaciuto.― Cercó di rendere più facili le cose il signor Jeon, così saggio e severo allo stesso tempo. Ma dopotutto Jeon era un padre e come tale sapeva essere comprensivo nel momento delle necessità. ―Abbiamo scambiato solo poche parole, com'è possibile?― L'adulto rise di gusto. ―Mi creda, è più che possibile. Basta poco per decidere se qualcuno può essere suo amico o no.―
―Saró suo amico, signor Jeon. Ci può scommettere che sarò suo amico―.

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La scuola è iniziata da poco e Namjoon come sempre ha deciso di mettersi nel primo banco, come il secchione che è. Occhiali e fashion inesistente, questo era Kim Namjoon. Per non parlare di quanto fosse goffo e maldestro in modo totalmente naturale durante le lezioni. A ricreazione cadeva sempre, ad educazione fisica aveva poca agilità ed equilibrio, spezzava sempre penne e matite senza volere, e quando doveva usare pennarelli per arte o evidenziatori per i libri, gli esplodevano sempre in faccia dal nulla. Era un caso umano. Ma era bravo a scuola. Sempre con la mano alzata per domande e risposte, sempre con i compiti perfetti, con i voti migliori e con l'atteggiamento più educato possibile, per questo si era seduto al primo banco. Doveva continuare la sua routine da persona intelligente, ma quella routine sarebbe presto finita.
―Oh no signorino Jeon, lei non andrà lí all'ultimo banco per fare casino― Il professor Choi conosceva molto bene Jungkook, lo aveva avuto come alunno durante degli anni e faceva sempre casino con il suo gruppetto durante le lezioni. ―Professore, è l'unico banco disponibile― tentò di giustificarsi invano, Namjoon intanto non prestava attenzione. ―Non m'interessa. Seungmin, vada al posto di Jungkook. Signorino Jeon, venga qui e si sieda accanto all'alunno Namjoon― Il nominato alzò la testa, aveva fatto qualcosa di male? Perchè lo nominavano d'improvviso? Ah no, era solo un alunno rumoroso. ―Come desidera― Jeon con il suo bell'aspetto inizió a camminare svogliato verso il banco, poi posò lo sguardo sul suo nuovo compagno. ―Ciao, sono Jungkook. Tu sei Namjoon giusto?― Si sedette buttando lo zaino ad un lato. ―Sí.― Rispose semplicemente Kim guardando ancora il suo libro, stava già studiando l'intero programma. ―Piacere di conoscerti, spero andremo d'accordo― Jungkook fece uno tra i suoi migliori sorrisi porgendo la mano all'alunno vicino.
―Non disturbarmi durante le lezioni e tutto andrà bene.― La voce di Namjoon sembrava fredda, ma dentro si stava sciogliendo. Qualcuno lo stava trattando gentilmente senza chiedere nulla in cambio per la prima volta.

Picky Boy [JK×BTS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora