E' solo una corda

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Novembre

"TUTTE LE NUOVE RECLUTE SONO TENUTE A RECARSI IN SILENZIO IN CORTILE IN DIVISA E IN PERFETTO ORDINE"
Una voce arrogante e grossa urlava all'altoparlante della caserma.

Tutti i ragazzi della stanza iniziarono a cambiarsi in fretta e a scendere in cortile. Daniel si sentiva in imbarazzo a spogliarsi di fronte a tutti ma allo stesso tempo non smetteva di tenere d'occhio Ethan e a quando si sarebbe tolto quella stupida maglietta bianca fin troppo aderente.

Non avevano neanche le brande tanto distanti e non appena Ethan si accorse che Daniel lo stava guardando si tolse la maglietta esordendo poi con un sorrisino rivolto a lui.

Daniel assistette a quella scena come se intorno ad Ethan ci fosse un'aurea bianc, i suoi pettorali e addominali sembravano scolpiti, lucidi ed incredibilmente lisci. Si tolse la maglietta lasciando cadere sul petto le piastrine e non appena Daniel si rese conto che magari lui stava sbavando alla vista di tutto ciò si girò di scatto, era già arrossito. Chiuse gli occhi fortissimo come per eliminare quella scena dalla sua mente e concentrarsi su ciò che doveva fare, solo dopo si accorse di una certa situazione "bassa" ai pantaloni...

Aspettò che in stanza non ci fosse nessun'altro per poi cambiarsi velocemente e scendere di corsa in cortile.

Era l'unico che arrivò in ritardo e infatti aveva gli occhi di tutti addosso, compresi quelli di Ethan che intanto continuava a ridere di lui come molti altri.

-

I primi giorni in caserma non furono facili per nessuno. Nuovo ambiente, nuove regole, nuova convivenza, nuovo cibo, nuovi ritmi. Ma per Daniel tutto questo veniva reso peggiore da Ethan e dal suo nuovo gruppo di cheerleaders (che era il modo in cui Daniel chiamava gli altri ragazzi che ronzavano attorno a Ethan come se fosse un dio. Cioè per Daniel, Ethan era un dio, un dio greco scolpito, ma quando si comportava da stronzo non lo tollerava quasi). 

Ogni giorno li aspettavano prove fisiche estreme e ogni giorno Daniel sperava di riuscire almeno in una di queste per potersi riscattare e porre fine a tutte le battutine e le risate che giravano su di lui. Quello era il suo sogno e voleva viverlo, voleva migliorare se stesso nel frattempo, voleva farcela davvero. E' sempre stato bravo ad usare il cervello, voleva essere bravo pure nelle prove fisiche, nelle prove di forza. 

<Voi qui vi sentite in vacanza o vi sentite superiori o vi sentite  dio, beh .... NON LO SIETE ...> diceva il comandante camminando avanti e indietro di fronte ai cadetti <.....SIETE DELLE NULLITA'!> continuò <E FINCHE' NON DIMOSTRERETE DI VALERE QUALCOSA RIMARRETE TALI TUTTA LA VITA!>

Daniel sentiva la pressione addosso, deglutiva dalla paura di non farcela, accanto a lui, poco più distante, il gruppo di Ethan stava già ridendo di lui. 

A turno dovevano riuscire ad arrampicarsi ad una corda e suonare una campana in cima ad essa. Era la prova del giorno e tutti erano sottoposti a farla, chi non superava la prova entro 18h veniva cacciato dalla caserma con effetto immediato. 

Ci riuscirono tutti, tranne Daniel.  Non fece neanche 2 metri da terra che cadde di schiena e dopo l'impatto tutti si misero a ridere. 

Il comandante espresse il suo disappunto. Daniel era già nella sua personale lista nera. Aveva 18h per farcela e a lui sembravano 18 minuti.

Poco dopo se ne andarono tutti, era ora di ritirarsi nelle camere ma lui rimase li, seduto a terra, a fissare il suolo ai piedi di quella corda.  

Solo dopo un paio di minuti sentì che qualcuno si avvicinava a lui, ma lui non si mosse, rimase fermo.

<Devi fare molto di  più se vuoi sopravvivere qui> 

Daniel alza lo sguardo, gli occhi verdi erano diventati rossi di rabbia e aveva la faccia afflitta, tanto che anche alla vista di Ethan che gli parlava non mosse ciglio. 

<Facile per te> rispose Daniel tornando a guardare il terreno 
<E' solo una corda> rispose Ethan quasi sbuffando
<No non lo è. > rispose Daniel
<Si...invece....vedi è questo il problema, non è nient'altro che una stupida corda, non pensare di attribuirgli altro> 

Daniel si girò verso Ethan, sconvolto dalle parole che aveva appena sentito pronunciare da Ethan. Ethan Collins aveva finalmente detto qualcosa di vero. Era riuscito ad entrare nella sua mente. 

Daniel si alzò, scrollandosi dalla divisa erbacce e terra che aveva addosso e poi disse <Se ti faccio una domanda mi rispondi da stronzo?>

<Dipende dalla domanda> disse Ethan ridendo e incrociando le braccia

<Come fai ad essere così sicuro? > gli chiese Daniel


<Ho dovuto scalare molte corde così prima di esserlo> disse Ethan <perciò muoviti ad arrampicarti> continuò, poi gli diede una pacca sulla spalla e tornò in camera. 

Daniel rimase lì, ai piedi della corda a fissarla a testa in su. "Ethan Collins fingeva di essere uno stronzo ed io devo riuscire a salire su questa corda" pensava. 

Ci provò tutta la notte, letteralmente, finchè all'alba, poco dopo che suonasse la sirena che dava a tutti il risveglio si udì una campana suonare all'impazzata che proveniva dal cortile. Tutti, comandanti compresi, si radunarono fuori di corsa per vedere chi era che ancora continuava a suonare quella campana insistentemente. 

Era Daniel...che con un sorriso enorme suonava quella campana quasi a romperla. Ce l'aveva fatta. 

Solo quando il suo comandante e i suoi compagni erano proprio sotto di lui scese.

Fece il saluto con la mano al comandante che lo ricambiò come per dirgli "hai superato la prova soldato" e si mise in riga guardando con un'occhio Ethan che proprio in quel momento gli stava sorridendo e Daniel lo guardò come per dirgli "Grazie". 


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