Scopettone

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Erano passati mesi e dall'addestramento di semplice cadetto arrivarono  a fare vere e proprie simulazioni di guerra. Erano prossimi al diploma e dunque all'arruolamento effettivo. Sarebbero diventati soldati a tutti gli effetti. 

Ethan e Daniel piano piano si stavano avvicinando, anche solo scambiandosi qualche parola e qualche presa in giro, però il loro rapporto si stava addolcendo molto di più rispetto a quando si incontrarono per la prima volta. 

Daniel dopo quella prova ne fallì parecchie altre, per poi superarle dopo. Si sentiva sempre indietro rispetto agli altri suoi compagni che invece a prima botta riuscivano a superare le prove. A lui però bastava superarle, anche se in tempi lenti. 

Purtroppo per colpa di questi "ritardi" spesso veniva messo in punizione. 

<Murphy ti piace proprio lavare i pavimenti eh?> esordiva il suo comandante come per dirgli che non si impegnava abbastanza e finiva sempre in punizione e quindi a pulire le camerate o la cucina. 

Poco dopo arrivò un altro comandante seguito da Ethan. 

Si salutarono tra comandanti e poi disse: <Generale, il cadetto qui presente Collins ha agitato una rissa nelle camerate con il cadetto Jefferson. Richiedo una immediata punizione disciplinare>

<Permesso accordato comandante> rispose il generale per poi continuare con <Murphy sembra che oggi avrai compagnia>

Ethan alzò lo sguardo guardando negli occhi Daniel e sorridendogli. Daniel sentì un brivido lungo tutto il corpo, cosa voleva dire quel sorrisino?

<Potrebbero pulire gli scopettoni prima di farceli utilizzare per pulire appunto> si lamentava Ethan 
<La punizione è proprio quella di sopportare questo odore di schifo> risponde Daniel
Ad Ethan scappa una risatina e Daniel arrossisce.
<Perchè hai fatto quella rissa?> chiede Daniel incuriosito
<Perchè era necessario, quel coglione non sa quando è il momento di parlare e di stare zitto> risponde Ethan strizzando lo scopettone nel secchio e facendo risaltare i bicipiti
<Che ha detto?> chiede Daniel
<Cose riguardo la mia famiglia...> risponde Ethan cambiando incredibilmente tono di voce.
<Che bastardo> dice Daniel, cercando di empatizzare il più possibile 
<Si vabbè aspetta che lo riprendo> dice Ethan ancora più incazzato
<Non fare cazzate Ethan> dice Daniel per poi rendersi conto che per la prima volta lo ha chiamato per nome, infatti anche Ethan ci ha fatto caso e si è tipo immobilizzato appena lo ha sentito.
<Non vuoi che ti faccia compagnia in punizione?> dice ridendo Ethan
<Non voglio che ti metti nei guai> risponde Daniel
<La mia vita è un intero guaio, ci sono abituato> dice Ethan
<Deve essere pesante...>
<Lo è a volte, ma va bene così> risponde nostalgico Ethan 

Daniel sta in silenzio per un pò, è immerso nei pensieri ed Ethan lo percepisce così decide di spezzare il silenzio in quella stanza.
<Ti stai facendo bravo nelle prove, sei migliorato molto dalla corda>
<Infatti sono sempre qui, col mio migliore amico scopettone> risponde ironicamente Daniel
Ethan ride, lo trova un sacco simpatico e poi gli risponde serio <Dico davvero amico> .
Daniel sorride e arrossisce, cosa sta succedendo esattamente?

Finiscono insieme la punizione e raggiungono il comandante e il resto dei loro compagni. 

<Signor comandante abbiamo terminato la punizione da lei assegnata> dice Daniel con accanto Ethan dopo aver fatto il saluto. 

<Benissimo soldati, tornate in riga ai vostri compagni> dice il comandante.

Nel frattempo tra i compagni si sentivano parole come "guarda che bella coppia che sono", "gay", "avete scopato?"  e risatine varie. Il comandante li sgridò non appena il vociare si fece troppo insistente. Daniel se ne fregava e basta, era abituato ed Ethan sorprese Daniel col suo essere serio e maturo di fronte a ció, non gli dava fastidio. 

Quando Daniel se ne accorse si rese conto che forse, FORSE, Ethan non era per niente il ragazzo che pensava fosse. 

Daniel si girò verso Ethan e lui ricambio con il volto serio, si parlavano con gli occhi quei due. 

E con gli occhi stavano entrambi ridendo.

Love in ArmyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora