Non fare cazzate

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Ci scortarono sull'aereo militare fino a sganciarci sulla base di combattimento di guerra in IRAQ. Eravamo in guerra da 3 giorni e questo sarebbe stato il giorno decisivo.

Erano le 14.00 e c'era un caldo cocente e noi avevamo 20 kg di attrezzatura addosso.

Eravamo divisi in tre squadriglie sparpagliate ognuna da cinque gruppi di soldati, Daniel era capitato con Ethan e altri due idioti delle loro casate. 

Quando sono atterrati giá si sentivano da lontano spari e bombe esplodere in una zona poco distante da li. Ethan e Daniel si guardarono come per dirsi "ci siamo". 

Combatterono per ore, cercando di arginare la frontiera nemica. 

Non era una guerra come nei videogiochi o nei film, dal vivo é la cosa piú terribile che si possa vivere. 

Gli spari e le bombe erano cosí vicini ai soldati da bucargli i timpani a molti dei loro compagni é successo, si vedevano piú barelle in ritirata che soldati che si fronteggiavano. Per fortuna le trincee erano abbastanza da poter permettere ai rimasti di difendersi. 

C'era chi faceva l'impavido, non seguendo gli ordini e finiva spiattellato contro il suolo riducendosi in un ammasso di organi e sangue. 

<Non azzardarti a fare cazzate qui> disse Daniel a Ethan, stava letteralmente morendo di paura ma in qualche modo era lí e voleva uscirne non solo vivo ma vittorioso. Cercava anche di tenere d'occhio Ethan, non se lo sarebbe mai perdonato se gli fosse successo qualcosa. 

Ethan era in gamba, era il leader del gruppo che gli avevano assegnato, se la sapeva gestire bene, era nato per fare il soldato. Aveva tutto: concentrazione, coraggio, forza, resistenza, agilitá, furbizia. 

Erano rimasti solo due guppi da cinque soldati ciascuno.

Ethan si mise a radunarci per darci nuove disposizioni in merito al da farsi.

Tutti all'inizio seguirono le disposizioni, ma la guerra é impavida e si devono fare i conti pure col proprio istinto. 

Uno del gruppo, Ector, decise di seguire il proprio, facendo la scelta peggior di sempre. Sarebbe dovuto rimanere in trincea ma é uscito ed é letteralmente fuggito al controllo di Ethan decidendo di fare di testa sua e facendosi maciullare due secondi dopo da una raffica di proiettili che sembrava interminabile. 

I nemici erano alle costole, erano cosí vicini che ogni sparo faceva saltare in aria Daniel. Ethan diede altre disposizioni agli altri e poi si divisero ancora una volta. 

Daniel aveva in mente una strategia e doveva comunicarla a Ethan che peró era troppo lontano. 

Si fece coraggio, per come poteva e attraversó un punto rischiosissimo solo per andare vicino a lui.

<Ma sei pazzo potevi farti uccidere!!!> urló Ethan a Daniel non appena egli lo raggiunse

<Ho avuto un'idea per arginarli> disse Daniel

Dopo avergli spiegato la strategia, Ethan sembrava convinto , se non fosse che Daniel annunció <devo andare nella prima base> 

Il cuore di Ethan sobbalzó, la prima base era la prima trincea dei nemici, quella che si trovava piú infondo di tutti ma anche la piú importante perché da la era facile depistarli tutti.

<Ma tu sei pazzo c'é un'altra trincea prima di quella se vai la scoperto non ne esci vivo> disse Ethan

<Ethan devo farlo, non ce la faremo mai sennó>  disse Daniel 

Le esplosioni erano sempre piú vicine. 

<Lo sai che in strategia sono fortissimo, devi solo darmi il permesso, ti fidi di me?> disse Ethan

<Io mi fido di te, mi sono sempre fidato e sempre mi fideró ma non ti lasceró andare la fuori é troppo rischioso> disse Ethan

< Ethan non capisci é un piano infallibile il mio, anche se non mi dai il permesso ci andró lo stesso> disse Daniel alzandosi per correre 

Ethan lo afferró dal braccio, lo fece abbassare sotto la trincea di nuovo e gli disse <Non voglio perderti Daniel, Ti amo> 

Daniel si paralizzó. Non sentiva piú le bombe, gli spari e non sentiva il suo corpo. Tutto intorno era rallentato e ovattato. 

Guardó negli occhi Ethan e sorridendo gli disse <Ti amo anche io>, si baciarono sotto macerie, e bombe che collassavano ogni 3 secondi.

Daniel peró fece quello che si era prefisso di fare. Disubidí agli ordini, si alzó di colpo e corse verso la trincea come voleva fare. Credeva nel suo piano, nel suo intelletto, quello che ha sempre e solo avuto. Non voleva voltarsi a guardare Ethan altrimenti sarebbe stato troppo doloroso,non si rendeva conto o forse si, che si  stava buttando in una cosa enorme da cui forse non ne sarebbe uscito vivo e in piú rinunciando a Ethan. 

Ethan si mise a urlare come un pazzo cercando di far tornare indietro Daniel ma era troppo tardi. 

L'ho perso - pensó.


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