Sua madre lo sapeva, sapeva che quel dolore la stava logorando , lo stesso dolore che aveva sofferto da ragazza. Il dolore di un padre assente, dei sogni che nessuno ascoltava di quelle urla che nessuno sentiva forse perché sua madre quelle urla le aveva sempre tacitamente nascoste nei suoi silenzi. Quel giorno Lei non poteva sapere che sua madre le avrebbe detto che lei non era pazza era solo speciale, dicevano che lei era una bambina indaco ma lei non capiva si sentiva tale e quale agli altri, solo con un intuito in più, una capacità di percezione superiore, un empatia immensa e tanta tanta curiosità e carità verso gli altri. Ad ogni cosa che accadeva sua madre le diceva tu sei speciale non sei strana ma lei non se ne convinceva. Anzi pensava che questo le avrebbe reso le cose difficili, vedeva il mondo con occhi diversi, non riusciva a vedere che il bene delle cose e mai il male e questo fu proprio quello che incupi' la sua anima. Capi' ben presto che il mondo è tutt'altro di ciò che appare ma che è anche l'oscurità che ci permette di apprezzare un raggio di luce. Lei trovava sempre qualcosa di buono in tutto, sapeva che l'amarezza di certi dolori non era che solamente un passo antecedente a qualcosa di buono, conoscere il male il dolore la sofferenza può permetterci di discernere il bene, la gratitudine alla vita, la serenità dell'anima. Lei sentiva il dolore della società nella sua anima, e quando le dicevano ma tu per cosa preghi lei diceva sempre: mai per me sempre per gli altri , riconosceva nel bene comune qualcosa di più importante del bene per se stessa, lei aveva capito una cosa fondamentale, il dare è qualcosa di superiore del ricevere, nel dare stiamo già facendo qualcosa per noi, stiamo costruendo una catena di braccia solide, stiamo allontanando il male, perché non c'è battaglia più grande di quella che l'uomo combatte per gli altri e mai per se stesso.
Lei imparò questa grande cosa e ne fece tesoro, non sapendo che nella vita lei avrebbe avuto un ruolo di utilità per gli altri, iniziando a combattere tante battaglie sempre meno per se stessa e sempre più per chi si affidava a lei. E alla domanda quotidiana : come fai a fare tutto ciò? Lei rispondeva per me non è un dovere, è ciò che sono e questo non cambierà mai, fa parte di me, sono nata per questo, e so di far parte di un amore più grande, che non comprende solo pochi ma molti. Un amore grande fatto di mani da stringere, occhi da capire, parole da ascoltare, cuori da comprendere, anime da accompagnare.
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Lei e la libertà
SpiritualEra stanca di sentirsi dire qual'era la cosa giusta da fare, perché in fondo diciamocela tutta chi decide cosa è giusto per chi?