La mattinata seguente ci alzammo di buonora, verso le nove.
Fu una mattinata molto tranquilla, per lo più per tutto quello che era successo il giorno prima e che aveva fatto arrabbiare tanto i miei parenti.
Non mi andò neanche di fare colazione nonostante il giorno prima, a cena, mangiai solo qualcosa che Finn mi portò di nascosto.
"Hey, sicura di non voler fare colazione?" mi chiese preoccupato.
"Si, sono sicura" risposi seccamente.
Mentre gli davo la risposta la mia testa era appoggiata sopra le mie braccia, che erano appoggiate sul tavolo, nel frattempo lui teneva la testa nel frigo.
"Secondo me c'è qualcosa in più-ahia!-sotto" quel verso fu dovuto a uno dei tanti cibi che gli cascava addosso.
"Mi sento strana in questi giorni" risposi mentre riflettevo.
"In che senso? Che vuoi dire?" disse chiudendo il frigo.
"Voglio dire che mi sento lontana dal resto del mondo, mi sento come se quello che sta succedendo fosse una cosa che doveva succedere. Tu no?"
"Sai, credo che alcune cose del destino siano scritte, ma ogni cosa scritta si può modificare, non cancellare" mi spiegò.
Capii il ragionamento che voleva fare.
"Credo di aver capito. Vuoi dire che avremmo potuto fare scelte diverse modificando il destino ma dovevamo per forza conoscerci perché non lo possiamo cancellare. Giusto?"
"In qualche modo è dove volevo arrivare"
"Mhmh...Grazie" dissi girandomi tornandomene da dove ero venuta.Il tempo scorreva velocemente, e ogni mattina era la stessa storia.
Alzati. Fai colazione. Lavati. Vestiti e...annoiati.
Non sapendo più che fare io e Finn eravamo seduti nel divano in soggiorno. Io continuavo a fare zapping in tv cercando qualcosa di decente (in pratica qualsiasi cosa non sia Maria De Filippi) e continuavo da una decina di minuti buoni.
Finn continuava a controllare le sue chat sul cellulare con un espressione seria senza mai cambiarla. Solo a un messaggio gli spuntò un sorrisino dolce che si amplificava di più su una guancia. Lo guardai sospetto.
"Hey, ma chi è?" gli chiesi da vera ficcanaso.
"Oh, sono solo messaggi di amici..." mi rispose generizzando.
"Davvero? Perché io vedo solo un contatto" guardai lo schermo.
"Stalker..."
"Bugiardo..."
"E va bene, ok? È Jack!"
Iniziai a guardarlo con occhi a cuoricino.
"Oh no cara, non ti farò vedere le mie conversazioni con lui"
"Nah, non voglio infrangere la tua privacy. Posso solo sapere cosa ti ha scritto? Poi giuro che ti lascio in pace" lo pregai.
"Una cosa semplice, mi ha solo dato il buongiorno. È una cosa tipica nostra. Chiunque lo fa."
"Ceeeerto" cercai di finire la conversazione con tono sarcastico.
"Non incominciare" alzò le sopracciglia.
"Per tua fortuna non lo farò"Dopo un pranzetto, che tanto pranzetto non era se mia zia ci metteva due primi, tre secondi, un dolce, il caffè e la frutta, eravamo pienissimi e incapaci di fare altro passo.
" Tu cammini ancora?" mi chiese.
"Era quello che volevo chiederti io"
"Non credo che lo faremo un altra volta. Se fossi caduto dalla tettoia starei meglio" mi informò.
"Concordo" risposi.
Arrivammo nel retro della casa e ci sedemmo sul bordo del marciapiede.
"Che facciamo per smaltire?" chiesi.
"Non ne ho idea, ma stare fermi non aiuta" gli risposi giustamente.
"Mmhhh..."
"Ho una proposta"
"Cioè?"
"È un po' azzardata direi"
"Tu parla!" mi incitò.
"Dovremmo andare in città!" sputai il rospo.
"In macchina?" mi chiese con voce tremolante.
"No, dopo quello che è successo! Per carità!"
"Quindi? Cosa facciamo?"
"Propongo di andarci in bicicletta"
"Buon idea, così smaltiamo sia andandoci, sia standoci, sia tornando"
"Esattamente" ribattei.Dopo poco eravamo fuori dal cancello. Avevamo fatto attenzione a non farci sentire, ma si sa che al sud a quell'ora di pomeriggio si riposa.
"Non so se ci arriviamo interi...saranno 6km!" mi disse.
"Qualsiasi cosa è meglio di un altro pomeriggio noioso in quella casa" spiegai.
Lui annuì capendo cosa intendevo e ci avviammo.
Nel frattempo dovevamo avviare una conversazione, però rimasi un bel po' in silenzio, parlando solo dopo una certa tempistica.
"Quanto rimarrai ancora qui?" chiesi per capire se me ne sarei andata via prima io o lui.
"Finisco questa settimana e poi martedì parto. Tu?"
"Io dovrei andarmene mercoledì, giusto per stare un po' in pace dopo la festa di domenica" spiegai.
"Capito"
"Giusto per sapere, chi viene in tour con te?" chiesi curiosa.
"Ti sorprenderà saperlo. Per non fare più tour in un anno abbiamo deciso di farne uno unico insieme al cast di IT e a quello di Stranger Things"
La mia espressione si illuminò di gioia.
"Volevo fosse una cosa che avresti scoperto dopo, ma si, gli conoscerai"
A quel l'affermazione sbandai e per poco non andai a sbattere contro una macchina.
"Uou, non dovevo dirtelo in questo modo" disse ricredendosi in quello che aveva fatto.
"Direi proprio di sì, ma sono troppo felice per essere arrabbiata con te!"
"Ah, mi fa piacere" concluse.Arrivammo in centro città mezzi morti per la lunga pedalata, sperando di non incontrare di nuovo quella fan o quel poliziotto, ma soprattutto che qualcuno non riconoscesse mio cugino. Mi dispiaceva il fatto che non potesse girare come una persona normale facendo cose semplici che ogni adolescente nella sua vita dovrebbe fare. Uscire la sera con gli amici, andare in giro, postare sui social quello che gli pare; queste erano e sono le cose che un adolescente dovrebbe essere libero di fare. Non dovrebbe essere obbligato a firmare autografi, fare giornate lunghe e pesanti, tour, oppure essere semplicemente negato alla sua libertà e volontà. E mentre questi pensieri mi passavano per la testa lo guardavo camminare davanti a me mentre cercava di essere visto da meno persone possibili. Era ed è in momenti come questo che penso che chi è normale sia più fortunato e 'ricco' di una persona famosa, perché c'è una grande differenza tra ricchezza in denaro e ricchezza in felicità e libertà.
Angolo autrice
Amo molto la mia considerazione finale, l'ho scritto con tutte le cose che penso è che mi escono dal cuore ❤️. Spero di avervi fatto capire cosa intendevo 💓
Presto, leggete l'altro capitolo!
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Sogni disturbanti by Finn Wolfhard
Teen FictionVoglio partire dal presupposto che sono una persona strana perché io i sogni non gli faccio a caso, ma a puntate. In pratica il mio cervello mi da serie Netflix gratuite e in prima persona. Cosa posso volere di più? In questa storia vi racconterò la...