➵Carne rossa e Marmo grigio

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È buio. Le finestre sono chiuse e non si sente un sol spiffero passare e raffreddare la stanza. Sotto le coperte, con gli occhi chiusi, c'è solo quel buio mentre si sentono le lenzuola frusciare a causa dei movimenti del corpo. Essi sono frenetici, confusi, spaventati al pensiero di ciò che è successo da poco, alle parole dure e crudeli. Le mani serrano tra le dita quelle coperte profumate portandole al viso per far calmare il cuore che batte veloce, troppo veloce, così tanto da dar l'impressione di star frantumando la gabbia toracica. La mente ripensa alle parole tanto amare mentre un piede formicola per quel pizzicore alla caviglia da cui esce qualche goccia di sangue. Le coperte avvolgono il corpo e gli fanno sentire quanto il buio sia piacevole, lo chiama e lo tenta con quel calore.

Tutti pensano che il buio sia freddo, che ci sia solo dolore e solitudine in esso ma nella mente c'è il desiderio di dimostrare che il buio può diventare accogliente e caldo. La mente lo desidera e così anche il corpo si rannicchia su sé stesso cercando di rinchiudersi nell'oscurità. Gli occhi si aprono di scatto mentre si diffonde il pensiero del buio; gli occhi vedono ciò che sognano e così la vista viene offuscata dalla fantasia troppo forte. Di fronte al corpo ve n'è un altro. Un corpo divino, scolpito nel più puro marmo. Un sorriso lieve si disegna su quel volto appena arrivato e senza mai schiudere le labbra, non facendo mai uscire un fiato dalla dolce bocca che sembrava morbida e lieve. Il corpo marmoreo si avvicina a quello imperfetto facendo frusciare ancora le coperte mentre lentamente si strinse ad esso e il corpo di carne subito lo stringe l'altro al proprio petto lo protegge facendogli da scudo con la carne umana ed inutile. Il marmo accarezza il petto piatto delicatamente e poi indica la caviglia che quelle coperte nasconde il misfatto pulsante di dolore e sangue. Il viso del corpo di carne assume un sorriso amaro, quasi imbarazzato.

«Lo so...ma lo meritavo non credi?» è il primo fiato che viene lasciato andare. Marmo non risponde a voce, scuote la testa per negare quell'affermazione «Invece sì. Non preoccuparti, poi guarisce» l'altro capo si scuote ancora e la mano marmorea sfiora il petto all'altezza del cuore di carne «Sto bene, davvero» un'altra negazione del capo e le labbra di carne tremano mentre la mano di quello stesso corpo sfiora il petto di quel marmo perfetto su cui, però, solo in quella parte si trovano delle venatorie scure e delle crepe proprio dove dovrebbe esserci il cuore, delle crepe impresse in eterno «Il tuo cuore...l'ho rovinato, è solo mia la colpa» lo sguardo di marmo si incupisce e preoccupa mentre scuote ancora la testa più e più volte negando le parole dette prima di indicare il proprio cuore e poi quello dell'altro. Quest'ultimo sorride incerto «Anche io ti amo ma ora...voglio rimediare ai miei errori» disse per poi separarsi dal corpo di marmo che lo guarda confuso. Il corpo di carne con un gesto brusco affonda le unghie nel proprio petto e scava la pelle. Marmo cerca di fermare quel gesto ma Carne continua ed affonda sempre più nelle viscere mortali sporcando così se stesso e le lenzuola con fiotti di sangue. Le mani feroci raggiungono l'interno e strappano via un pezzo di quella gabbia toracica che il cuore sembrava volesse infrangere in mille pezzi poco prima. Marmo vorrebbe gridare ma non ci riesce, non può e patisce vedendo le mani e le unghie dell'altro che stringono il rosso cuore pulsante con entrambe le mani bestiali ed, emettendo un un ultimo e profondo sospiro, strappa via quell'organo prima di sorridere a Marmo.

Quest'ultimo trema sconvolto e gli occhi diventano umidi liberando delle lacrime dalla prigione di roccia facendole così scorrere sul suo liscio volto. Il corpo di carne si sporge lentamente e fa incontrare le proprie labbra con quelle di marmo in un bacio dolce che in breve diventa disperato e frenetico. Senza dire nulla Carne spinge il proprio cuore sulle crepe di marmo e facendo entrare quel cuore dentro di lui vede come le venature scure spariscano lentamente «Ora...sono tanto felice...» sorride l'ultima volta prima di accasciarsi sul corpo di marmo mentre ormai anche Carne è freddo come l'altro. Così, Carne raggiunge il suo buio, caldo e gentile che lo accoglie in una meritata punizione di nulla.

¦by Simon¦

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