Capitolo 32:

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Quindi non era tutto un sogno? Quindi ho veramente un fratello? Quindi sono veramente una principessa?
Quindi ho sempre vissuto nella menzogna?
Axel mi guardò, <<Sono vere?>>, chiese curioso avvicinandosi, <<Suppongo di si.>>, sussurrai toccando una piuma, provai a tirarla e faceva male.
<<Come...?>>, non sapeva nemmeno lui cosa dire, continuava a piovere e si stavano bagnando, <<Non lo so. Pensavo fosse tutto un sogno ok? Non credevo che tutto questo fosse vero. Il segno sul polso ora le ali...ho... paura.>>, dissi tutto d'un fiato. <<Cosa stai dicendo?>>, domandò confuso, <<Non mi leggi il pensiero?>>
<<Su questo non leggo proprio niente.>>.
Così fui costretta a raccontargli tutto e gli feci vedere il segno sul mio polso.
<<Questa storia ha dell'incredibile.>>, ammise infine, annuii, <<Lo penso anche io.>>, risposi.
Pochi secondi dopo scomparvero, proprio come erano arrivate.
<<Ho...ho paura...>>, dissi abbassando lo sguardo.
Tornammo al quartier generale, ma prima di entrare in stanza fermai Axel: <<Non dirai a nessuno quello che ti ho raccontato, giusto? >>, chiesi, <<Certo, non dirò niente a nessuno.>>, rispose lui, <<Grazie.>>, risposi baciandolo sulla guancia, mi allontanai e finii a guardare le sue labbra. Sorrise.
Mi girai distogliendo lo sguardo ed entrando in stanza, dove c'era Claid seduto in cucina e Alis sdraiata sul letto.
<<Quanto ci avete messo?!>>
<<Non sapevamo di avere pure un coprifuoco.>>, rispose Axel, Claid lo guardò male, mentre Akira mi saltò addosso.
<<Ha chiamato tua mamma, ha detto che la devi aiutare con delle cose a casa.>>, intervenne Alis, <<Adesso?>>
<<Il prima possibile ha detto.>>, presi le chiavi della macchina, chiamai mia madre mentre andai diretta da Eddy.
<<Mamma?>>, chiesi sentendo dei rumori di sottofondo, <<Mia? Aiuto.>>, disse lei e cadde la linea.
Mi fermai di colpo cercando di capire cosa sia successo in quei venti secondi.
Richiamai, ma non rispose più nessuno.
Invece che andare da Eddy, ritornai di corsa in camera, <<Che succede?>>
<<Mia mamma com'era quando ti ha chiamato?>>
<<In che senso?>>
<<Che voce aveva?>>
<<Preoccupata, ma perché?>>. Imprecai, <<Che sta succedendo?>>, chiese Claid, non li ascoltai, okay respira, inspira, rilassati Mia, rilassati ok? Inizia a dirmi da sola per calmarmi.
Chiusi un secondo gli occhi poi iniziai a cercare il mio portatile,
<<Aiutatemi a cercare il portatile.>>, ordinai, lo cercammo ovunque ma non c'era, fui costretta ad andare da Richy, era l'unico ad avere lo stesso programma che leggeva il mio cellulare.
Corsi da lui. Bussai alla porta ma non rispose. <<Richy. Sono Mia, so che adesso non vuoi parlarmi ok? Ma mi serve il tuo portatile, è urgente.>>, urlai continuando a bussare, non rispose ancora così fui costretta a mettere la mia mano sullo scanner e fare da me. Richy era steso sul suo letto con una tazza di camomilla calda tra le mani.
Guardai sotto la scrivania e presi il portatile.
<<So che sei arrabbiato, o qualsiasi altra cosa. E mi dispiace veramente. È successo qualcosa a mia mamma ok? Poi parleremo se tu vorrai.>>, dissi senza che lui dicesse niente, ero completamente preoccupata e non capivo altro.
Si alzò di scatto, aprii il portatile, misi la password e infine collegai il mio cellulare al sito della posizione.
<<Cosa le è successo?>>
<<Non lo so, mi ha chiamato dicendo aiuto.>>. Risposi coprendomi il viso con le mani appena ricevetti la posizione del suo cellulare.
Richy si sporse per leggere quel nome: base della CIA.
Ok tranquillizzati. Respira lentamente.
<<Vado a chiamare i due.>>, disse velocemente uscendo dalla porta. Provai a richiamare ma non rispose.
Corsi con il portatile in camera mia dove aspettavano tutti e tre che io tornassi.
<<Dov'è la base della CIA?>>, chiesi iniziando a camminare nervosamente, <<Dipende quale. È pieno.>>. Gli diedi il portatile, <<Qua.>>, indicai un punto sulla mappa non definito, <<A Monaco.>>. Ok questo era troppo, senza rendermene conto scaraventai la lampada contro il muro, mi sentivo più libera adesso.
Raccontai quello che era successo, e sospirai.
Axel andò a chiedere aiuto ad Eddy. Alis andò da Emily per avere la precisa posizione. Mentre Claid iniziò ad investigare.
<<Sei sicura? Mia, nessuno rapisce un genitore.>>, ammise Claid, <<Il suo cellulare si trova lì.>>, insistetti.
<<Chiama questo numero. È l'ufficio del capo. Se l'hanno presa lui saprà già che lo starai chiamando.>>. Composi il numero, lasciai squillare.
<<Agente Bartowski.>>, disse, anche se eravamo al telefono sapevo che stava sorridendo.
<<Dove diavolo è mia madre?!>>
<<Moderiamo i toni.>>, disse lui alzando la voce, <<Cosa volete?>>
<<Liberate il mio uomo.>>. Aveva rapito mia madre per...Claid?
<<Vuole te.>>, dissi passandogli il cellulare, <<Si, ho capito, qui mi stanno liberando. Ok appena arrivo la lasceranno. Perfetto ora riferisco.>>, disse riattaccando.
<<Uno scambio. Domani a mezzanotte sul palazzo più alto di Monaco.>>
<<Perché tutto questo casino per te?>>, chiesi, <<Perché vogliono questi documenti.>>, rispose serio indicando la chiavetta, <<E se non fossero quelli originali?>>
<<Mi ucciderebbero.>>. E adesso? Non potevo avere pure lui sulla coscienza.
<<Io...>>, iniziai a dire ma venni interrotta dai tre moschettieri.
<<Che cosa vuole quel verme?>>, chiese Edward mentre ci sedemmo intorno al tavolo. <<Lui.>>, risposi indicando Claid.
Spiegammo tutto, <<Claid...io non ti ho dato i documenti veri...>>, sussurrai abbassando lo sguardo sulle mie mani, <<Come scusa?>>, fece finta di non aver sentito, <<Io ti ho dato i documenti falsi.>>, risposi alzando la voce, <<Io ti ho detto che mi avrebbero ucciso se solo avessi portato quelli sbagliati e tu?!>>, si alzò di scatto facendo cadere lo sgabello. <<Io...io non pensavo sarebbe finita così.>>, ammisi guardando il computer.
Notai il pallino luminoso cambiare lentamente posizione. <<Si stanno muovendo!>>,esclamai, il computer si spense all'improvviso, Claid aveva rovesciato l'acqua sopra.
<<Se io non sopravvivo, nemmeno tua mamma lo farà.>>
Rimasi a bocca aperta, e infuriata.
<<Stai scherzando vero?!>>, urlai alzandomi, sorrise, <<Senza di me non la troverai mai, e io senza te non riuscirò ad uscire da qua illeso.>>, sintetizzò, <<Non posso darti quei documenti.>>
<<E io non posso darti il nome di quel palazzo.>>. Mi stavo veramente arrabbiando, Andrè mi circondò le spalle con le sue robuste braccia in modo che non potessi attaccarlo.
<<Tu invece lo farai.>>, ringhiai, <<Mia, calmati. Abbiamo poco più fi 24 ore, troveremo un modo.>>, mi sussurrò lui all'orecchio, annuii, così mi lasciò andare, appena tutti si rilassarono mi girai e tirai un calcio nella parti basse di Claid, che lo fece piegare in due.
<<Tu mi aiuterai che ti piaccia o no, il gioco lo conduco io.>>, ringhiai.

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