■Capitolo 12■

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"Parlo per tutta classe, professor Leveghi quando dico che alla terza ora abbiamo una severissima interrogazione di italiano su Pirandello e un romanzo intero, giusto ragazzi?" Mi alzo e tutti in coro mi assecondano, Giova incontra il mio sguardo e io gli sorrido, lui si schiarisce la gola e poi rivolge la sua attenzione alla classe.

"Allora fate quello che dovete fare non è proprio la mia materia.." Dice Giovanni e il buffone della classe dopo neanche dieci minuti inizia a fare baccano.

"Signor Malagola la sbatto fuori se continua a far baccano." Dice Giova abbastanza irritato.

"Facciamo che lei sta al suo posto perché io non la ascolterò." Dice questo ragazzo rivelandogli un sorriso che a mio parere non era molto benevolo.

"Malagola non glielo ripeterò, o si siede come tutti i suoi compagni o mi tocca darle rapporto." Gli dice in modo autoritario e sicuro di se.

Malagola guardava Giovanni con sfida, vedere il bruno così sicuro di sé mi piaceva a tal punto che non riuscivo a distogliere lo sguardo dal ragazzo, lui non mi guardava perché non poteva darmi importanza quando doveva reimpostare l'ordine.

Il ragazzo si girò di scatto e a grandi falcate arrivò molto vicino al professore, non mi accorsi che stavo stringendo i pugni a tal punto a sbiancare le nocche.

"Malagola non glielo ripeterò." Sillabó Giovanni, l'altro ragazzo rise e prese la sua CocaCola, ne bevve un sorso e l'altra gliela buttò addosso al professore che stranamente aveva la pace interiore.

"Malagola vada dal preside, la attende e io nel mentre le metterò rapporto per tutte le violazioni che ha eseguito questa mattina." Dice Giovanni e si toglie la giacca bagnata di quel liquido appiccicaticcio.

"Ma contaci." Disse il ragazzo e i compagni iniziarono a riprendere quello che sarebbe accaduto.

Il ragazzo dai capelli blu elettrico ritorna da Giovanni e gli dà uno spintone, le mie mani sono i collare al banco come volessero prenderlo e toglierlo dal mondo.

"Lei è un coglione se lo faccia dire." Gli inizia a urlare in faccia e Giovanni non faceva trapelare emozioni.

"Malagola lei non mi farà mai paura quindi la smetta e vada dal preside prima che lo vada a chiamare io di persona." Dice Leveghi assediandoli un'occhiataccia ben sestata.

Giovanni va dietro alla cattedra e questo qua gliela tira contro, io in prenda a un attacco d'ira non riesco a trattenermi e vado fuori dalla classe, inizio a correre e arrivo alla presidenza in men che non si dica.

"Signor preside, la prego venga é urgente." Dico e il preside si alza preoccupato e viene verso di me e gli dico di seguirmi.

"Grassi se lei entra con me nella classe sa che la ricopriranno di insulti quindi finché non finirà il mio intervento nella classe dovrà stare fuori, possibilmente vada nei bagni, si faccia un giro per i corridoi, vada alle macchinette ma, a ogni cosa che succederà in classe, ogni singola cosa... Lei non potrà e dovrà entrare per nessuna cosa al mondo..me lo prometta. " Dice il preside e non capisco più niente.

Dovrei stare fuori per non si sa quanto, sentire le urla e non cercare di sfondare la porta per entrare..

"Ci proverò preside Mercury.." Dissi a testa bassa.

"Tu ci devi riuscire, ti prego Andrea non entrare." Disse e quando aprí la porta vidi che erano tutti in cerchio, sentii il mio cuore collassare e il mio corpo irrrigidirsi.

Nella mia testa sentivo solo una canzone che rappresentava la mia tensione, everything i wanted - Billie Eilish, non riuscivo a stare fermo, potrebbe succedere di tutto e io non mi sarei dovuto muovere.

Sentivo le urla del ragazzo, sentivo le urla del preside ma quello era il sottofondo, sentivo le urla che tiravo io e che nessuno le avrebbe sentite perché le trattenevo, sentii Giovanni urlare come per dolore allora mi misi la testa tra le mani e iniziai a tirarmi i capelli, non ce la facevo, sentivo gli occhi pizzicare e il cuore che mi avvertiva dell'imminente esplosione nella mia cassa toracica.

Mi faceva male il petto, mi accorsi che stavo piangendo, il mio viso era tutto rigato da lacrime salate ora mai già scese come cascate.

Mi misi una mano sul petto il dolore era davvero forte come se il mio cuore non reggesse così tanto stress, e la mia testa non reggeva tutta questa impotenza che avevo in quel momento.

Mi sedetti e misi le cuffie, non azionai la musica... Dovevo sentire anche se era meglio di no.

Sentii un rumore di banchi che cadevano o che si spostavano velocemente come spinti, mi avvicinai alla porta, dovevo entrare, misi la mano sulla porta e la maniglia al tatto era fredda, stavo per aprire ma cercai di non farlo, mi allontanai da lì e andai ai bagni dove guardai il mio riflesso nello specchio, mi sciacquai la faccia e misi apposto i capelli con le mani, riguardati quell'immagine..

Quello non ero io, era un Andrea debole quello preso dalle emozioni, impotente.

Sentii una porta aprirsi e si rivelò il ragazzo dai capelli blu elettrico, il preside e in fine il professor Leveghi con un occhio nero.. Sentii un mancamento, gli aveva fatto male e io non ero lì per evitarlo.

Scrissi a Giova e gli chiesi cosa era successo, avevo bisogno di saperlo, ma non mi rispose..

Rientrai dopo una decina di minuti in classe e notai tutti intenti a sistemare la classe, era come fosse scoppiata una bomba..

(Death Note dell'autrice..)

Buongiorno ragazzuoli oggi grazie a un bimbo speciale detto Edo4ever il capitolo è stato scritto molto velocemente e lo pubblico così siete Feliz.
Se vi piace la mia storia mettete un stellina per supportarmi, fatemi sapere se  vi sta piacendo con un commentino..
E noi ci vediamo
Dove. Quando. Come..
Come?
Nel prossimo capitolo!
Asganaway..

_Il Professore_ (CamperKiller)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora