Era lei.Era Erica.
Quella maledetta, non la potevo vedere.
Mi sorrise e mi venne a salutare con tanto entusiasmo, che io non possedevo.
Tirai su quello che doveva essere un sorriso ma probabilmente sembrava una paralisi venuta male.
"Non vedo l'ora di iniziare le sue lezioni professore! Per sua fortuna amo la matematica.." Disse e io con un fil di voce dissi un meno male mentre morivo dentro.
Entrammo in classe e tutti si sederono ai propri posti, i casinisti in fondo e Giorgio nel suo solito posto vicino al termosifone.
Ovviamente feci la mia lezione e non la guardai di striscio se non per l'appello, ero un po' arrabbiato ammetto ma leinon ne sapeva niente ovviamente.
Finita la lezione avevo un'altra ora di buco e cercai di farmi passare il mal di testa con un caffè con un cucchiaino di zucchero e una goccia di latte.
Avevamo la macchinetta nella sala professori per fortuna.
Guardai i compiti che mi erano rimasti dalla giornata precedente ma non ne avevo la testa di correggerli..
Finalmente passò la giornata e appresi che potevo anche stare da solo per una volta, ritornai a casa tranquillamente però mi sentivo agitato.
Il cuore mi batteva più forte, il respiro più corto come se non avessi ossigeno dentro ai miei polmoni e alla fine niente mentre passai a prendere qualcosa al supermercato vidi Andrea.
Aveva un sorriso stampato sul volto e io... Non ne ero la causa.
Vidi Erika.
Girai gli occhi al cielo e mi misi le cuffiette sperando che se ne andasse o che non lo avessi visto, faceva male.
Tanto male.
E mi diedi del coglione però meno male che ieri non è riuscito a imbambolarmi.
Meno male...
Meno male.
Meno.. Male?
Continuai la mia spesa ma alla fine il mondo è sempre quello e ci incontrammo nello stesso corridoio.
Erano mano nella mano.
Lui era spaventato nel vedermi ma io non ci diedi peso mentre Erika ignara mi salutó cordialmente visto che ero un professore.Li guardai e restai indifferente anche se avrei voluto solo piangere.
Pinagere perché mi ero innamorato di un alunno.
Perché questo alunno era Andrea.
Perché lui mi aveva solo usato.
Perché a lui piaceva Erika ed era ricambiato.
Andai a pagare anche se dovevo prendere altre cose, ma ora mai il mio stomaco si era chiuso come la mia gola da quanto fosse secca.
Misi una cuffietta e cercai di distrarmi con la musica, pagai e uscii, presi la mia macchina e ritornai a casa.
Aprii la porta del portone, salii al mio piano con l'ascensore e guardai la porta di casa mia.
Le mani mi tremavano e sentivo un freddo gelido, non sentivo le dita da quanto erano fredde.
Pensai a una frase di Frankenstein Junior che diceva.. Bhe potrebbe pure piovere..
Risi ma amaramente e riuscii a mettere la chiave dentro la serratura, con la poca forza che avevo girai la chiave ed entrai.
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_Il Professore_ (CamperKiller)
FanfictionGiovanni è un professore molto giovane e solare che insegna matematica in una università. Andrea un ragazzo, forse un bulletto o farse no, molto trasgressivo, cinico, apatico e scorbutico che deve finire l'ultimo (per culo) anno di universitá. Non a...