□Capitolo sette□

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Mi voltai e vidi un ragazzo con un sorriso smagliante alle mie spalle.

"Scusi." Dissi mettendomi di lato per farlo passare.

"Non fa niente." Mi rassicuró e andai al mio posto.

Era un ragazzo con capelli e barba nera, curata e non di troppo, occhi verdi con sfumature azzurre e un corpo abbastanza palestrato ma non troppo, il giusto.

"Buongiorno ragazzi, io mi chiamo Matteo Valente ho 28 anni e sono il vostro nuovo professore di italiano." Disse sedendosi alla cattedra.

Noi ci alzammo in segno di saluto e lui sorrise.

"Bene, mi hanno fatto vedere i vostri temi recenti.. In alcuni non c'é forma e altri non si capisce.
Ma come stracazzo scrivete? Col culo!" Disse diretto facendo fare una leggera risatina alla classe.

"Vi aiuteró a fare dei temi perfetti, avete 18 anni e fra 'poco' avrete degli esami, e se mi passano in mano un tema con sti errori vi do due, o ve lo strappo." Disse mimando le virgolette alla parola    -poco.

"Bene vorrei farvi fare tra due settimane un tema, vi daró le tracce inerenti al programma svolto e poi li correggieró e non vi faró più fare errori." Disse per poi firmare il registro.

"Ok pigliate il libro di antologia e mi fate pagina 118 numeri 4, 7 e 9." Disse per poi mettersi a leggere dei temi credo di altre classi.

"Hey ragazzino! Consegnamelo subito." Disse il professore a un ragazzo con un fidget spinner che si illuminava.

"Uff." Rispose posando l' oggetto sulla cattedra roteando gli occhi.

"Rotea gli occhi quanto vuoi, questo non lo rivedi fino alla fine dell' anno." Disse severamente il prof.

Io continuai la mia comprensione del testo scarabocchiando alcune volte il banco.
Pensavo a Matteo Valente, il nostro professore, e pensai anche alle parole di Giovanni : <Matteo.>
Spero non sia lo stesso Matteo, ma potrebbe essere sono colleghi, sono nuovi e lui lo vedo bene con Giova, non me che sono cinico e arrogante.

Mi deprisi un po' a pensare a loro due insieme, anche se Giovanni è un bel ragazzo quindi potrebbe piacere a molte/i...
E Matteo alto, sveglio, palestrato, gentile ma severo, carino e simpatico... Mi fa invidia un po' lo ammetto.

Gelosia portami via..
Pensai.

E poi mi venne in mente che ho chiuso Giova in un cazzo di ripostiglio, dopo avergli tolto la maglia e preso un bacio.

Finite tutte le lezioni corsi verso il ripostiglio e mi ci appoggiai di schiena.

"Andrea?" Chiese una vocina flebile quasi rotta.

"Si, Giova io ora ti apro peró non scappare." Risposi e sentii un mugolio dall' altra parte della porta.

"Scusa." Riuscii solo a dire mentre gli passavo la sua maglietta.

Se la mise e mi guardó con i suoi occhi azzurri, bellissimi.

"Non lo so, sai è successo tutto molto caoticamente e ora ho bisogno di pensare." Disse a testa bassa.

"Giova, no ti pre-" Dissi ma lui era già corso via.

Giovanni' s pow:

Correvo e correvo, per fortuna non mi seguí peró mentre guardavo dietro per vedere se mi seguiva, vado a sbattere a qualcosa.. O meglio dire qualcuno.

"Ahia." Disse il ragazzo bruno con gli occhiali che si massaggiava la testa.

"Guarda dove camm-" Cercó di dire, ma quando mi vide divennero rosse le goti e i suoi occhi brillarono.

"P-professore..scusi." Disse abbassando il capo.

"No scusami tu, non stavo guardando dove andavo." Mi scusai.

"Io sono Giorgio Muratore, 5 B." Si presentó dandomi la mano che strinsi.

"Giorgio...vuoi fare un giro?" Chiesi mentre si scontrarono i nostri sguardi

"Va bene, posso darle del tu?" Chiese solaramente.

"Fai pure." Risposi iniziando a camminare.

"Come va?" Chiese e li non sapevo come rispondere, ero confuso..

"Confuso, molto confuso...tu?" Risposi ponendogli la stessa domanda.

"Stra felice!" Rispose entusiasta.

"Perchè sei felice? Come fai?" Gli chiesi e lui si toccó il petto dalla parte del cuore.

"Penso alla persona più importante della mia vita." Disse arrossendo e regalandomi un sorriso a trentadue denti.

"E te perchè sei confuso?" Chiese dopo un attimo di silenzio.

"Perchè mi ha baciato una persona, ma io non gli piaccio e io lo amo e credo lo abbia capito." Dissi con un filo si tristezza.

"Mi dispiace, ma pensa che andrà tutto bene...forse sarà solo una cotta, poi passa." Disse Giorgio cercando di farmi stare meglio.

"Fallo ingelosire, prova a farti notare da questa persona peró passa tanto tempo con gli amici loro ti aiuteranno." Disse dandomi una pacca sulla spalla, e non so perchè peró lo abbracciai e lui divenne un parente stretto delle fragole.

"G-Giova.." Balbettó lui ma poi ricambió l' abbraccio e io mi accomodai tra le sue forti braccia.

"Scusa ho un calo affettivo, ho solo te come amico." Ammisi appoggiando la testa sul suo torace, sentendo il battito del suo cuore battere molto veloce.

"Tranquillo Giova, io ci saró sempre per te." Disse baciandomi la fronte dolcemente facendomi calmare.

"Grazie Giorgio." Dissi staccando l' abbraccio.

"Giova ti accompagno a casa, e mi presti un attimo il tuo telefono?" Chiese lui mentre uscivamo dall' istituto.

"Va bene, tieni." Risposi porgendogli il telefono.

Mentre camminavamo c' era silenzio, peró non avevo il cuore a mille come con Andre, stavo bene e il silenzio non era straziante ne imbarazzante, un normale silenzio molto piacevole.

"Fatto!" Esclamó ad un tratto Giorgio dopo vari minuti di camminata.

"Che cosa?" Chiesi mentre mi dava il telfono.

"Ti ho messo il mio numero e quello di un mio amico, in caso raro che io non risponda e tu debba sfogarti con qualcuno." Disse con una luce negli occhi e sempre quel sorriso.

"A te niente e nessuno riuscirà a toglierti il sorriso." Dissi inspirando l' aria autunnale.

Stavamo percorrendo il parco, mi fermai, avevo visto alla fine del parco vicino casa mia Andre.

Non volevo vedesse Giorgio quindi lo presi e lo strattonai per un polso per non passare nella direzione in cui c' era lui.

"Giova cosa è successo?" Chiese lui ovviamente.

"Beh..."

_Il Professore_ (CamperKiller)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora