Triste notizia

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È un po' che la mia vita continua ad andare avanti come una routine...continuo gli allenamenti, la scuola continua per la sua strada ed è stato eletto il rappresentate di classe che quest'anno sarà Giulia. Io e Anna ormai ci sentiamo sempre meno, è entrata in un giro che non ho troppa voglia di frequentare. La mia amicizia con Matteo continua. Anche se io vado in IV A e lui in IV C le nostre classi sono accanto quindi ci vediamo spesso nei corridoi e, talvolta, ci organizziamo con altri amici anche per incontrarci fuori scuola. Credo di provare qualcosa per lui, più forte dell'amicizia, ma è presto per dirlo..sia a me stessa che a lui. "FORZA RAGAZZE UN ULTIMO SFORZO!" Si sente dalle tribune. Sono i miei compagni di classe. Si, dimenticavo di dire, in questo momento sto giocando una partita. Stiamo vincendo 2 set a 0 e adesso stiamo 23 a 19 per noi. La squadra avversaria si è svegliata e fatta avanti solo in questa ultima metà di set. Non riusciranno a recuperare. Siamo troppo cariche. Giorgia va a battere e fa l'ennesimo ace. Match point. Ancora un punto e avremmo vinto anche questa partita. Giorgia batte ancora, sta volta ricevono, ma rimandano la palla alta in bagher di primo tocco, un facile palleggio all'alzatore della seconda linea, una alzata perfetta indirizzata a me "sinistro destro sinistro" penso, mi elevo in aria, carico il braccio e..a segno! VITTORIA!! Anche stavolta ce l'abbiamo fatta! Saluto, ringraziamento all'arbitro, urla di gioia e tutte a fondo campo a fare streaking. -bellissima partita ragazze- dice Giovanna facendoci l'occhiolino
-concordo ragazze, sono molto soddisfatto- si avvicina il mister e interviene con un sorriso sotto i baffi. -la prossima volta affronteremo le Dronders..sono le campionesse in carica, ma sono convito che se giochiamo il nostro gioco possiamo batterle- le Dronders, come noi, hanno vinto tutte le partite, ma noi siamo un punto sotto perché abbiamo vinto la prima partita 3 set a 2 e quella volta abbiamo ricevuto solo due punti invece di tre -forza ragazze! Ce la faremo- urla Giulia alzando le braccia al cielo. Ridiamo tutte insieme e nel frattempo il mister ci congeda e ricorda l'allenamento di lunedì. Prima di andare a cambiarmi negli spogliatoi vado a salutare il mio pubblico negli spalti, do il 5 a tutti i ragazzi e noto anche Matteo tra i presenti anche se era seduto un grado e più dietro ed era abbastanza turbato. Dopo essere uscita dagli spogliatoi gli avrei parlato. Mi avvio negli spogliatoi e mi cambio velocemente, senza badare alle conversazioni e alle risate delle mie compagne. Esco dallo spogliatoio e faccio il giro per raggiungere Matteo nelle tribune. Mi avvio molto velocemente e poi..CRASH! Ahia che botta...con cosa ho sbattuto? Un muro? -sta attenta ragazzina- ragazzina a me? Come si permette? Magari avessi il coraggio di dirglielo in faccia -M-mi dispiace...- dico massaggiandomi la testa. Vengo aiutata ad alzarmi e cerco di capire con cosa o con chi ho sbattuto..guardo dritto davanti a me, ma invece di vedere un collo o una faccia vedo una maglietta nera attillata. Alzo ancora un po' di più lo sguardo fino a piegare il collo di 90º e raggiungere il viso. Era un ragazzo. Capelli corti, quasi rasati, leggerissimo accenno di barba e basette e occhi castani. -ti sei fatta male? Stai più attenta e guarda dove vai ok?- mi disse con tono molto gentile...che strano...aveva cambiato umore in meno di 5 minuti..da scontroso e antipatico è diventato molto dolce e premuroso
-nono..sto bene...scusami..mi dispiace- rispondo guardando verso il basso
-non preoccuparti, va tutto bene- mi sorrise e se ne andò. Mi girai a guardare un po' meglio questo gigante in cui mi ero imbattuta..era 1.80 di altezza x 75 di grandezza...un armadio insomma...
Ripresi conoscenza cercando di ricordarmi cosa dovevo fare -Matteo!- gridai e mi iniziai a correre per il corridoio. Arrivata sugli sfalti mi fermai esattamente davanti a lui. Fece un sorriso finto. Troppo finto
-non pensavo saresti venuto- dico con tono divertito
-non potevo mancare- risponde un po' malinconico
-che succede?-
Si avvicinò e mi abbracció. Sentii qualcosa di bagnato sulla mia spalla durante quello stretto abbraccio. -mi dici cosa sta succedendo?-
-È difficile da spiegare...sono venuto a salutarti-
-salutarmi?- non capisco
-si vedi..domani non ci sarò a scuola- menomale..mi ero preoccupata per nulla -ah, non preoccuparti, ci si vede martedì allora- feci un sorriso, ma non fu ricambiato
-no, non ci si vede neanche martedì..ne mercoledì...ne nei giorni futuri..-
-Cosa stai cercando di dirmi Matteo?-
-Ecco io..mi trasferisco. Mio padre ha avuto un posto a Washington e ci trasferiamo lì. Partiamo tra due ore. Avrei voluto dirtelo prima, ma non avevo il coraggio- rimasi pietrificata.
-C-cosa?! Ti trasferisci?!?!- non riesco a crederci. Sono paralizzata, l'unica cosa che si muovono sono le lacrime.

Mi chiamo Valentina...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora