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-Seokjin-

In quella stanza si sentivano solo ed esclusivamente i singhiozzi dell'anima

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In quella stanza si sentivano solo ed esclusivamente i singhiozzi dell'anima.

Si morse il labbro inferiore ormai umido per le lacrime salate che non smettevano più di scendere dai suoi occhi cristallini.

Il suo sguardo era come inchiodato alla porta, dove quell'essere disumano era uscito da quella stanza.

Si ricordò come era riuscito a ipnotizzarlo con le sue carezze, le sue mani sembravano screpolate e secche, ma come mai al tatto Seokjin aveva sentito solo delle mani morbide come il velluto?

Seokjin si guardò freneticamente intorno cercando una via d'uscita. Era tutto così surreale che aveva cominciato a pensare che fosse diventato pazzo, forse tutto questo era solo frutto della sua immaginazione?

Voleva uscire, voleva andarsene. Era entrato in quella casa per cercare rifugio dalla triste realtà della sua vita, ma neanche quel rifugio era così sicuro come sembrava.

Non sapeva più cosa fare

Non sapeva cosa fare, stava tremando, perché faceva freddo in quella stanza?

Il gelido vento accarezzò la pelle rimasta nuda del ragazzo, facendolo rabbrividire ancora di più.

Il vento, nella stanza...ormai non si sorprendeva più.

Voleva scappare, non era incatenato a nulla, eppure non riusciva a muoversi neanche se ci provava con tutto se stesso.

«dannazione!»

Chiuse gli occhi cominciando a piangere per la frustrazione. 

Frustrazione, tristezza, malinconia, paura. Stava provando di tutto.
Voleva scappare, doveva scappare.

«smettila, vuoi farlo incazzare? Fidati di me non ti conviene, è inutile provarci, non riuscirai mai a slegarti da quelle cazzo di catene» disse l'ultima frase quasi con un tono di disprezzo non per lui, ma per le catene.

Seokjin aprì gli occhi rossi e gonfi pieni di paura, al sentire quella voce melodiosa.

A stento riuscì a captare subito il volto del ragazzo a causa delle lacrime, appena ci riuscì poté solo notare il dolce sorriso che gli stava rivolgendo.

Seokjin voleva scoppiare a piangere di nuovo, era da tanto che qualcuno gli aveva rivolto un sorriso vero.

«wow, quando ho saputo che c'era un nuovo ospite in casa avevo già capito che eri sicuramente bello ma cavolo, non così tanto bello» disse avvicinandosi al corvino, che stranente non si spostò, aveva l'impressione di potersi fidare...poteva giusto?

«per quanto odi quel bastardo, devo ammetterlo, ha un buon gusto, o forse abbiamo entrambi lo stesso gusto non so» mormorò divertito; Seokjin non aveva ancora detto niente.

Il ragazzo dal sorriso dolce, gli dedicò uno sguardo di compassione che riuscì per un momento a confondere Seokjin.

«Kim Seokjin, giusto?»  chiese l'altro inclinando leggermente la testa per poi accarezzare lentamente la testa del ragazzo.

Come aveva fatto Lucifero qualche ora prima.

Il corvino smise di singhiozzare annuendo tremolante.

Il ragazzo sorrise leggermente, guardando l'anima pura con un tenero e inspiegabile sguardo.

«È un onore conoscert































«Io sono Park Jimin, tuo zio»

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➖☁️
That's it.
Ve l'aspettavate? Cosa ne pensate?

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