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-Seokjin-

Il corvino lo guardò smettendo subito di singhiozzare

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Il corvino lo guardò smettendo subito di singhiozzare. Si morse il labbro inferiore abbassando lo sguardo per poi rialzarlo e guardarlo come se fosse pazzo.

Aveva sperato che almeno lui fosse normale, aveva sperato che almeno lui non fosse come tutte quelle creature strane e disgustose che si era creato nella testa, ma a quanto pare non era così.

«non sono stupido, tu non sei mio zio»

disse freddamente il ragazzo inclinando leggermente il volto per schivare la carezza dell'altro.

«devi essere tremendamente spaventato»

Il corvino non disse niente, lo guardò e basta. Senza dare segni di attenzione.

Semplicemente lo osservò, osservò Park Jimin.

Osservò quei capelli strambi, di un colore dalle sfumature grigie. I suoi occhi sottili ma graziosi che sicuramente affascinavano tutti, il suo volto delineato, come curato nei minimi dettagli e le sue labbra prosperose a forma di bocciolo.

La sua figura era eterea, perfetta.

«ti avrei già tirato fuori di qui se avessi potuto» aveva detto riuscendo ad attirare nuovamente l'attenzione del corvino sulle sue parole. Nelle sue parole, Seokjin, era riuscito a comprendere il suo rimorso, la sua pura tristezza.

Seokjin si era morso il labbro; il sapore di sale, dovuto alle sue lacrime, era riuscito a invadere i sensi gustativi dell'anima pura che stava scrutando la figura davanti a sé come per ordinare i suoi pensieri confusi.

Quel tono di voce era riuscito per qualche frazione di secondo a confortarlo, quel tono che avrebbe dovuto avere sua madre nei suoi confronti gliel'aveva dedicato un completo sconosciuto, quel tono di voce che Seokjin non aveva mai ricevuto da nessuno.

D'un tratto Seokjin aveva aggiunto altre domande nella sua mente: doveva credergli? O era solo un gioco ?

«devi essere tremendamente spaventato piccolo»

aveva sussurrato abbracciandolo d'improvviso; Seokjin aveva subito sentito il profumo di lavanda invadergli le narici.

Il suo volto era nascosto nell'incavo del collo di quello che affermava di essere suo zio, mentre le mani gentili dell'uomo accarezzavano la schiena del suo nipote.

Lo stava confortando.

Non l'aveva ancora capito, ma quello era bastato per rendere Seokjin dipendente da Park Jimin, come prima con Lucifero.

Quello che aveva ripetutamente chiesto durante l'arco della sua vita, lo aveva ricevuto in meno di mezz'ora dall'essere di nome Park Jimin.

La vita è così strana, vero?

«so che è difficile da crederci, lo so. Sembro più giovane di te, nessuno ti ha mai nominato il mio nome, il nome di tuo zio» aveva detto tristemente.

«ma se tua madre se ne fosse ricordata, non so se avreste continuato a vivere» aveva spiegato confusionariamente.
Seokjin ci provava a capirlo, ma non ci riusciva.

Di cosa stava parlando?

«lui non lo vuole, e noi non siamo nessuno per supplicargli»

l'anima pura si sentiva così stupido e senza difesa per non star facendo altro che piangere, non riusciva veramente a fermarsi. Era troppo, veramente troppo.

«Sono umano Jinnie, te lo prometto, esisto veramente, sono reale»

Seokjin non disse niente, lasciandosi rassicurare da qualcuno per la prima volta.

Jinnie; solo la sua famiglia sapeva dell'esistenza di quel soprannome.

«sono esistito nella vita di tua madre. Sono stato portato qui quando avevo circa vent'anni,  sono stato portato qui vent'anni fa»

Seokjin trattene il fiato.

«gli umani dopo essere entrati in questo posto, non acquistano la libertà, qui siamo immortali...immortali a meno che lui ci voglia morti»

«Tutti noi siamo nelle sue mani, nessuno escluso. Ti proteggerò»

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Guys, mi eravate mancati. Volevo rendere "intenso" questo capitolo, ma non credo di esserci riuscita completamente. Quindi per favore apprezzate il mio sforzo ok? Vi amo. Qualcosa da dire?

𝒍𝒖𝒄𝒊𝒇𝒆𝒓 ↠𝒕𝒂𝒆𝒋𝒊𝒏 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora