q u a r a n t a - e p i l o g o

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le ginocchia gli tremavano

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le ginocchia gli tremavano. aveva passato la giornata così in pensiero che non era riuscito neanche ad andare a scuola, stringendosi nelle coperte del proprio letto - che ancora profumavano, in qualche modo, di jungkook - e cercando di calmare il proprio cuore. gli occhi, già umidi, si riempirono nuovamente di lacrime. si alzò di scatto dal letto, correndo verso la porta.

afferrò le chiavi e si richiuse la porta d'ingresso del proprio appartamento alle spalle, scendendo con addosso ancora i vestiti di casa e i capelli arruffati le scale, scorrendo in fretta su tutti i gradini. riusciva solo a pensare che jungkook era lì, era là fuori che lo aspettava. aspettava lui e nessun altro. il cuore gli esplodeva di gioia a quel pensiero. era tornato, era tornato di nuovo da lui.

lo vide lì, sul marciapiede, bello come il mare e splendente come il sole. sapeva di felicità e di opportunità. taehyung, in confronto, si sentiva un tale macello per quanto era in disordine. non riusciva a parlare, ripeteva solo « come » sussurrato, appena udibile, senza sosta. non riusciva a darsi pace in nessun modo.

jungkook gli sorrise. « non sarebbe stato un bel giorno se, dopo aver chiuso definitivamente la mia vecchia storia, non fossi tornato da te. mi sarei sentito incompleto. » disse lui, sapendo già quello che taehyung stava in qualche modo tentando di dirgli. era dolce con lui, si avvicinò piano fino a potergli prendere le mani. lo guardò negli occhi, cercando di esprimergli quanto si sentisse felice di esser tornato, di rivederlo, di poter finalmente dire che stavano insieme. « non potevo aspettare fino alla prossima volta. queste sono cose che o si fanno o si fanno. non c'è un lasciar perdere. »

taehyung sorrise, per la prima volta da quando era apparso di fronte agli occhi di jungkook. « sei un tale idiota » gli disse piano, avvicinandosi ancora fino a premere il proprio petto su quello dell'altro, passandogli le braccia intorno al collo. « grazie per essere tornato » gli sussurrò quando gli fu così vicino da essere una cosa sola, l'uno stretto all'altro.

« grazie a te di avermi aspettato » rispose jungkook, allontanandosi solo per dargli un bacio sulle labbra. lo guardò negli occhi per qualche istante, e taehyung piegò la testa di lato.

« a che pensi? » gli chiese, non capendo quello sguardo.

jungkook scosse piano la testa « sai, in treno mi sono messo a rileggere i nostri messaggi, fino alla nostra prima conversazione. » disse, facendo colorare le guance di taehyung di imbarazzo, al ricordo di quel ridicolo primo "incontro" che c'era stato nelle loro vite. « ora che rileggo quella frase, a distanza di tempo, ti vorrei rispondere sì. »

« mi vorresti rispondere di sì? » ripeté taehyung, divertito e imbarazzato allo stesso tempo.

jungkook annuì. « non mi importa come mi chiami, chiamami tuo. »

taehyung annuì, baciandolo sulle labbra ancora una volta. « dalle figure di merda nascono i fiori. »

fine.

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