Prologo.

459 28 6
                                    

«…E così si conclude la mia tesi.» Sorrisi davanti alla commissione. Restai ancora seduta davanti a tutti i docenti e quando il presidente si alzò, mi alzai anche io.

«Signorina Cooper, le preghiamo di attendere qualche secondo fuori. Io e miei colleghi dobbiamo consultarci per il suo voto ultimo.» Annuì e mi diressi all’uscita seguita dall’intera ciurma della mia famiglia.

L’ansia dell’esposizione ora era completamente svanita, ma restava sicuramente l’ansia di sapere il voto finale. Speravo andasse tutto bene, avevo estremamente bisogno di un voto alto.

Mentre camminavo da una parte all’altra del corridoio in attesa che mi richiamassero per comunicarmi il verdetto, Janice, la mia migliore amica che si era laureata un mese fa, mi si avvicinò con un sorriso a trentadue denti.

«Finalmente son riuscita a raggiungerti.» Disse buttando fuori l’aria «Non sai che ho dovuto fare per arrivare fin qui. I tuoi parenti sanno essere come degli avvoltoi a volte.» Ridacchio e io insieme a lei.

«Sai com’è…Sono l’unica della mia famiglia ad essersi laureata.»

«Giusto!» Alzò un dito in segno di assenso.

Restammo una davanti all’altra a fissarci senza dirci niente, poi improvvisamente mi attirò tra le sue braccia.

«Vedrai che sarai andata benissimo. Il 110 e lode non te lo toglie nessuno, Amica.» Mi stringe e io non posso far a meno di sorridere.

«Signorina Cooper.» Disse uno dei tanti docenti della commissione.

Mi staccai dall’abbraccio e guardai Janice negli occhi e lei annuì, così presi un bel respiro e rientrai nell’aula magna. Mi fecero segno di risedermi e così feci.

«Signorina Cooper, io e miei colleghi abbiamo ragionato sul voto finale, e credo che questa scelta che abbiamo preso sia forse una delle scelte migliori per lei e per il suo futuro. Visto e considerato l’esposizione e il tema che ha trattato, abbiamo deciso all’unisono che il voto finale è un bel 110 e lode. Complimenti.» Mi alzai dalla sedia incredula e tremante e ringrazia tutta la commissione con una decisa stretta di mano.

La mia vita stava iniziando da questo importantissimo tassello. E io mi sentivo realizzata.

Quando uscì dall’aula magna, tutti i miei parenti mi si fiondarono sopra per farmi gli auguri, ero sopraffatta dalla felicità e dall’armonia che c’era in quella stanza in quel momento.

«Che ti avevo detto brutta stronzetta?» Mi saltò addosso Janice, facendomi barcollare. «Sei un piccolo genietto. L’ho sempre detto io che avresti preso quel voto. Me lo sentivo.» Sorrise allegramente.

«Grazie, per esserci sempre stata. Grazie perché ci sei anche adesso. E soprattutto grazie perché ci sarai anche dopo tutto questo.» L’abbracciai e la strinsi.

«Suvvia, non cercare di farmi piangere. Dobbiamo festeggiare.»

Mi trascinò lontana dai miei parenti per farmi correre lungo le scalinate della facoltà. Spalancò la porta con nonchalance e si precipitò fuori trascinandomi dietro.

Si fermò sul pianerottolo e si girò verso di me.

«Sai cosa devi fare.» Esclamò mantenendomi per le spalle. Le sorrisi, sapevo cosa dovevo fare.

Si spostò da davanti a me e si mise alla mia destra guardandomi con aria fiera. Le sorrisi una seconda volta e poi riportai lo sguardo davanti, presi un lungo respiro e mi misi le mani a forma di cono davanti alla bocca ed urlai con tutto il fiato che avevo in corpo.

«FANCULO A TUTTI. MI SONO FOTTUTAMENTE LAUREATA!!»

Janice mi si riavvicinò e mi strinse nuovamente nelle spalle.

The InterpreterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora